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venerdì
22
settembre
2023
Santi Maurizio e compagni martiri



Cassazione: le banche devono rimborsare gli interessi illegali.

Per recuperare gli interessi illegali basta scrivere alla banca.

Buone notizie per i correntisti italiani.
Le banche dovranno restituire a circa 10 milioni di correntisti tra i 20 ed i 30 miliardi di euro per «illecita capitalizzazione degli interessi illegalmente applicata». A sostenerlo è una sentenza della cassazione che mette la parola fine ad un procedimento giudiziario cominciato diversi anni fa.

LA SENTENZA - Secondo il pronunciamento, è infatti illegale che gli istituti abbiano applicato gli interessi annualmente quando il conto del correntista era in nero mentre se il conto era in rosso, il calcolo era invece trimestrale.
Lo rende noto l'Adusbef, (l'associazione degli utenti bancari e finanziari) spiegando come questa sentenza della Cassazione, a sezioni unite, metta una «pietra tombale» sull'antico problema dell'anatocismo ossia quell'illegale pratica vietata dall'articolo 1283 del Codice Civile ma che - sottolinea l'Adusbef - è stata consentita dagli «usi bancari» applicati per oltre mezzo secolo. La sentenza, preceduta da altre tre che avevano dichiarato «illegittima la cinquantennale pratica bancaria», interessa più o meno 10 milioni di risparmiatori (tra cui moltissime piccole e medie imprese), che potranno richiedere i rimborsi degli ultimi 10 anni se hanno ancora il conto corrente presso lo stesso istituto di credito, oppure se non hanno più il conto con la banca, abbiano conservato le scritture contabili.

I RIMBORSI - Si parla di una cifra tra i 20 e i 30 miliardi di Euro che gli istituti di credito dovranno rimborsare. Nonostante le tre sentenze precedenti, ha spiegato il presidente dell'Adusbef, Elio Lannutti, «le banche esigevano una sentenza della Cassazione a sezioni unite nella speranza che questa ribaltasse le precedenti interpretazioni. Hanno perso. Ora dovranno pacificamente rimborsare - ha proseguito - chi per anni ha subito questa pratica e per i tribunali a questo punto il lavoro sarà in discesa, a meno che il Governo non intervenga con una sanatoria». La novità è che la sentenza ha valore retroattivo, ossia le clausole di capitalizzazione trimestrale degli interessi dovuti dal correntista dovranno considerarsi nulle anche se contratte prima dell'orientamento giurisprudenzale che nel '99, ne aveva negato l'uso.

IL MODULO - Dal sito Adusbef il modulo da inviare alla banca per la richiesta di rimborso.



IL VADEMECUM ADICONSUM PER CHIEDERE IL RIMBORSO
da www.ansa.it del 9/11/2004

Otto regole base per decidere quando, e se, presentare la richiesta di rimborso agli istituti di credito avvalendosi della decisione della Corte di Cassazione sull'anatocismo. Sono quelle che emergono da un vademecum dell' Adiconsum, che, pur definendo quella della Cassazione ''una sentenza che fa chiarezza'', invita in ogni caso gli interessati a fare molta attenzione e a non crearsi ''nessuna illusione di facili rimborsi''.

- CHI SONO I SOGGETTI INTERESSATI. La sentenza riguarda tutti i clienti bancari che hanno pagato interessi alla banca quando il proprio conto e' andato in rosso. Tali interessi fino al 2000 erano calcolati ogni tre mesi, mentre quelli a favore dei consumatori erano capitalizzati una volta l'anno (dal 2000 il problema e' stato rimosso e le banche devono calcolare gli interessi attivi e passivi con la stessa periodicita'). Fino ad oggi le banche hanno rifiutato qualsiasi soluzione conciliativa rendendosi disponibili a rimborsare solo a fronte di una sentenza definitiva.

- COME PRESENTARE IL RICORSO. Il primo atto e' una lettera raccomandata alla propria banca con la richiesta di rimborso delle somme indebitamente percepite fino al 22 aprile 2000 e relative alla citata ricapitalizzazione trimestrale, nonche' alle altre spese collegate.

- QUANDO RIVOLGERSI AD UN AVVOCATO. A fronte di un esito negativo di questa richiesta occorre incaricare un legale e procedere attraverso il Giudice di Pace se la richiesta non supera i 2.500 euro, al Tribunale se e' superiore.

- CONSULENZA TECNICA. Per evitare il rischio di rigetto sarebbe opportuno allegare al ricorso una Consulenza tecnico contabile di parte sull'entita' delle somme richieste, realizzata da un esperto di fiducia sulla base di tutti gli estratti conto bancari. Il giudice potra' far eseguire una consulenza tecnico contabile d'ufficio.

- LE SPESE PREVEDIBILI. Tra spese di onorari, di perizia e di contributo unificato le spese possono arrivare a 4.000-5.000 euro.

- CERTEZZA ACCOGLIMENTO RICORSO. La sentenza della Cassazione a Sezioni unite da' una maggiore certezza dell'accoglimento del ricorso. Il giudice potra' anche decidere una compensazione delle spese di lite.

- RIDEFINIZIONE CALCOLO INTERESSI. Adiconsum chiede alle banche di rendersi disponibili a definire transattivamente i criteri per evitare, almeno per gli importi piu' modesti, il ricorso alle vie giudiziali, considerato che la sentenza elimina qualsiasi dubbio sul diritto al rimborso. L'associazione ricorda che l'articolo 1283 del Codice civile non stabilisce la periodicita' trimestrale, ma prevede l'accordo tra le parti.

- AZIONE COLLETTIVA. La normativa non esiste ancora in Italia: e' stata approvata alla Camera ma deve ancora passare al Senato.



ECCO IL TESTO DA INVIARE ALLA BANCA.
presso cui è radicato il conto per richiedere il rimborso delle somme illegittimamente percepite attraverso l’applicazione del calcolo anatocistico, definitivamente giudicato illegittimo dalla sentenza della Cassazione n° 21095 del 4-11-2004


Lettera Raccomandata

Spett.le BANCA ____________________________________ DIREZIONE GENERALE
Via / P.zza ____________________________ n. __
Cap__________ Città________________

Lettera semplice
Spett.le BANCA D’ITALIA - UFFICIO VIGILANZA
Via Nazionale n. 91
(00184) ROMA

Lettera semplice
Spett.le ADUSBEF Onlus
Via Farini n. 62
(00185) ROMA

Oggetto: contratto apertura di credito con scoperto di conto corrente n° _________________, acceso in data _____________ presso la Filiale di ___________- Ripetizione degli interessi anatocistici (capitalizzati trimestralmente) ed altre indebite competenze.

Io sottoscritto ___________________________________________, nato a __________________ il ____/____/_____, residente in __________________ alla Via ______________________________ n. ____, con telefono n. ___________________, con posta elettronica ___________________, anche nella qualità di associato ad ADUSBEF (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari Finanziari Postali Assicurativi), con sede in Roma alla Via Farini n. 62, nella persona del Presidente Dott. Elio LANNUTTI , espongo quanto segue:
1) tra il Vs. Spett.le istituto di credito e il sottoscritto è stato stipulato un contratto di apertura di credito con scoperto in conto corrente, indicato in oggetto, nel quale sono confluite anche altre competenze di rapporti accessori;
2) il Vs. Istituto, da quando il conto in questione ha presentato saldi passivi, ha capitalizzato, tra l'altro, interessi (ultralegali, commissioni e competenze varie) in aperta violazione della norma imperativa di cui all'art. 1283 c.c. (ma anche gli artt, 1346 e 14182 c.c.) , nonostante che le sentenze della Corte di Cassazione del marzo del 1999 e la sentenza della Corte Costituzionale n. 425 del 17 ottobre 2000 (che ha visto ADUSBEF coinvolta in prima persona con il proprio associato Miglietta P., rappresentato dal Vicepresidente Avv. Antonio Tanza) avessero sancito la nullità della occulta pratica della moltiplicazione esponenziale geometrica dell'interesse;
3) la Corte di Cassazione a Sezioni Unite con la sentenza n° 21095 del 4 novembre 2004, ponendo fine alle infondate aspettative degli Istituti bancarie, ha definitivamente sancito che la trimestralizzazione degli interessi, imposta fin dall'emanazione delle prime norme bancarie uniformi (1952) dal sistema bancario sui conti affidati è illegittima fin dalla sua prima applicazione.
Tutto ciò premesso,
1) si invita e diffida il Vs. istituto a restituire tempestivamente tutte le somme illegittimamente applicate e trattenute per i periodi in cui il conto ha presentato un saldo passivo sino al momento in cui il saldo è tornato attivo (decorrendo la prescrizione decennale del diritto alla ripetizione dell'indebito solo dalla data di eventuale chiusura del rapporto) entro e non oltre a giorni quindici dalla ricezione della presente, dovendo in caso di silenzio o dissenso recuperare l'indebito seguendo la via contenziosa;
2) si invita e diffida la Banca d'Italia, che già avrebbe dovuto attivarsi per evitare la formazione di un cartello bancario in aperta violazione di una norma imperativa del nostro ordinamento, ad attivarsi e vigilare affinché le banche che prevedevano nei loro moduli contrattuali l'anatocismo (cioè tutte) restituiscano il maltolto senza costringere l'utente a rivolgersi alla Magistratura. Si invia la presente ad ADUSBEF affinché curi le ragioni dell’esponente e per controllare il contenuto della risposta che la Banca andrà a fornire.
Data________________________ Firma_________________________________




pubblicazione: 09/11/2004
aggiornamento: 01/05/2005

Link esterni al sito
Sito Adusbef

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