Le dimissioni di Uris Cantarelli
CONSIGLIO COMUNALE del 22 maggio 2006. Intervento del Consigliere Comunale Filiberto Putzu.
Come è noto Enìa è il nuovo soggetto nato dalla fusione delle ex-municipalizzate di Piacenza, Parma e Reggio Emilia.
CRONISTORIA. Nel novembre 2003 il nostro Comune vota la Convenzione preliminare per la creazione della 4a multiutility italiana per fatturato (900 milioni di euro circa) e la 2a per territorio servito (990.000 abitanti). Il 27 ottobre 2004 viene sottoscritto dai sindaci delle 3 città il progetto di fusione di Newco Emilia. Nel febbraio 2005 l'iter si conclude con la nascita di Enìa. E' importante ricordare : - da una parte l'acquisizione nel febbraio 2003 del 40% di Tesa da parte di Agac Reggio con un esborso di 40 milioni di euro (40% già di proprietà Camuzzi e successivamente di Enel spa). -dall'altra la composizione di Enìa: Agac Reggio Emilia è partecipata per il 100% dai 45 Comuni della Provincia di RE. Amps Parma è per il 65% del Comune di Parma e per il 35% di un pool di banche (con capofila Credem). Tesa Piacenza è detenuta come già detto, per il 40% da Agac, per il 58% dal Comune di Piacenza e per il 2% dal Consorzio ambientale pedemontano.
E' chiaro quindi già dall'analisi dei soggetti dell'aggregazione, che è Reggio Emilia a farla da padrone, Parma deve rispondere per 1/3 alle banche e Piacenza è in posizione subalterna e marginale. Non a caso i concambi sono i seguenti : a Reggio Emilia va il 53%, a Parma il 36% e a Piacenza l'11% lordo : il nostro peso reale però è di poco meno del 6,5%. Il "nanismo" di Piacenza è stato sottolineato da molti al momento dell'aggregazione, anche da Sandro Miglioli che nel novembre 2003 parlò di "ruolo di azionisti marginali senza comando". L'economista Giacomo Vaciago espresse perplessità sul progetto di aggregazione sostenendo : "qualcuno ha deciso che dobbiamo fare matrimoni regionali. Non ha senso che la Regione si occupi di servizi pubblici. Pensare che per crescere si debba passare per Bologna, significa smettere di crescere. La complementarietà l'avremmo avuta con Genova e Brescia".
IL PIANO INDUSTRIALE. Il piano industriale prevedeva dopo la costituzione del Cda, la divisione delle competenze.
Il Cda è formato da 8 membri : -il presidente Andra Allodi è espressione di Parma, -l'amministratore delegato Uris Cantarelli è espressione di Reggio Emilia, - il vice presidente Marco Elefanti è espressione di Piacenza. Dei restanti 5 membri, 3 vanno a Reggio (Alessandro Ovi, Orfeo Gozzi, GianCarlo Cimoli) e 2 a Parma (Augusto Schianchi e Carlo Salvatori).
Le competenze sono distribuite dando : - a Reggio Emilia l'ambito commerciale e la gestione dell'impresa, - a Parma la sede della società e l'ambito amministrativo, - a Piacenza la progettazione e gestione impianti.
Le 3 aziende Tesa,Amps ed Agac scompaiono formalmente dal 1 marzo 2005 e si trasformano in Società operative territoriali (Sot) con il compito di gestire i servizi nei rispettivi territori.
L'iter di sviluppo prevedeva il rinforzo dell'alleanza aprendo le porte a nuovi partner pubblici (altre aziende ex municipalizzate) o ad un partner privato industriale, con quotazione in borsa nel 2006 se l'una o l'altra cosa non fosse avvenuta entro il 2005.
A luglio 2005 Enìa ha acquisito il 15% di Delmi (che con AEM Milano, possiede il 50% di Transalpina d'Energia che a sua volta detiene il 60% di Edison) ed è entrata in Edison.
Gli obiettivi economici del piano industriale prevedono un fatturato in crescita , che dai 930 milioni di euro del 2004 via via viene previsto in aumento fino a raggiungere nel 2008 un fatturato di 1159 milioni di euro (+24,6%).
Il fatturato nel 2003 delle 3 ex municipalizzate ancora separate fu di 854 milioni con un utile di 26,5 milioni di euro : Agac Reggio ottene ricavi per 445 milioni di euro con utile di circa 7 milioni ; AMPS Parma ottenne ricavi per 340 milioni con utile di 17,5 milioni di euro ; infine Tesa Piacenza ottene ricavi per 67 milioni ) con un utile di 26,5 milioni. Nel 2004 i ricavi si sono attestati su 900 milioni ( +6%), con utile di gruppo di circa 23 milioni di euro ( -8,5%). Nel 2005 i ricavi sono stati 1063 milioni (+18% sul 2004) con utile di circa 20,5 milioni di euro (-11%).
I dividendi, nell'ambito di un bilancio con attivo inferiore rispetto alle previsioni (probabilmente e soprattutto a causa dell'ammortamento per gli investimenti), hanno favorito i Comuni del Reggiano che hanno avuto incrementi in alcuni casi fino al + 40% rispetto al 2004. Piacenza ha ottenuto 900.000 euro (+200.000 euro rispetto al 2004). Parma ha ottenuto 3,4 milioni di euro. Il Comune di Reggio Emilia ha visto arrivare 4,5 milioni di euro.
Da non dimenticare l'indebitamento dell'operazione Edison. L'operazione è costata 320 milioni di euro con un onere finanziario che prevede un mutuo decennale, rientro dal debito in 4-5 anni, e secondo le previsioni del management, generazione di utili e aumento dei dividendi dal 2008.
LE DIMISSIONI DI CANTARELLI. Le recenti dimissioni ( 4 maggio 2006) dell'amministratore delegato Uris Cantarelli sono risultate per i piu' un fulmine a ciel sereno. Le motivazioni addotte sarebbero quelle di ritardi e resistenze verso la quotazione in borsa di Enìa. Soprattutto contro la quotazione in Borsa si è espressa Rifondazione Comunista con i vari ambiti provinciali. Il 17/3/2006 Nando Mainardi, segretario di Rifondazione di Piacenza, ha dichiarato : "alcune settimane fa si è tenuta una riunione della coalizione che governa Piacenza da cui è emersa unanimemente la preferenza per il partner industriale rispetto alla quotazione". Il 17 maggio ultimo scorso anche il capogruppo di Rc al Comune di Parma, a nome del proprio partito, si è detto apertamente contrario alla quotazione in borsa ("non è una priorità dei patti parasociali") e favorevole invece ad un accordo con Hera di Bologna. Anche il sindaco Reggi ha rilasciato dichiarazioni contradditorie, da una parte sostenendo l'opzione Borsa come sbocco naturale, dall'altra ipotizzando aggregazioni con Asm Brescia e/o AEM Milano. Asm Brescia era stata "osteggiata" come partner di Tesa nel febbraio 2003, ed il sindaco ricorderà bene certe sue dichiarazioni a favore di Agac (sostenuta anche dal presidente Vasco Errani) ed altre contro eventuali differenti acquirenti (minacciò di non concedere il parere positivo comunale, vincolante per il buon esito dell'operazione). Ora ritorna di moda, forse perchè il sindaco di Brescia Paolo Corsini è della Margherita, ed il presidente-amministratore delegato di Asm Brescia è Renzo Capra, a suo tempo aderente ai Democratici per l'Ulivo-Asinello. E voci indiscrete riportano che dall'entourage di romano Prodi si spinga per un'intesa di Enìa con Asm Brescia (vedi Libertà del 17/3/2006). Con AEM Milano Enìa (e Reggi) hanno già rapporti, essendo Aem il primo azionista di Delmi. AEM è anche azionista di Edipower, proprietaria della centrale Levante... (e datore di lavoro del sindaco Reggi, benchè attualmente in aspettativa...) Sempre Reggi a gennaio 2006 ribadiva sulla stampa (Libertà del 26/1/2006) che "la ricerca del partner industriale resta l'opzione privilegiata", e si confermavano i contatti con Asm Brescia e Aem Milano. Strada dell'aggregazione, indicata da Reggi come prioritaria, confermata un mese dopo (26/2/2006), il che ne ha fatto uno dei principali sostenitori dell'aggregazione in alternativa alla quotazione in borsa.
Alla base delle dimissioni di Cantarelli starebbero anche taluni rapporti interpersonali compromessi, specie secondo alcuni con il presidente Allodi (espressione di Parma). In effetti è tutta la "vision" di Parma che sembra non piu' collimare con la strategia aziendale firmata a suo tempo. Il Comune di Parma come detto, ha come partnes istituti bancari, e lamenta ridotti utili sia rispetto alla fase pre-aggregazine che rispetto a quelli preventivati dal management. Il sindaco Ubaldi ha accusato Cantarelli di poca chiarezza (" i suoi motivi sono poco chiari" Gazzetta di Parma del 7/5/2006). Inoltre Elvio Ubaldi ha sostenuto un concetto fortemente condivisibile, e cioè che : "deve essere chiaro a tutti che la logica delle municipalizzate in regime di monopolio non può essere la stessa di una spa che deve lavorare in regime di concorrenza con altre società, e dunque non è pensabile una gestione che anteponga gli interessi dei particolarismi territoriali a quelli della valorizzazione di un patrimonio che appartiene a tutti gli enti pubblici". In sede politica poi, considerando che Uris Cantarelli è espressione di Reggio Emilia in base agli accordi parasociali, attraverso il sindaco di RE ed il patto di sindacato dei Comuni reggiani, si sta consumando una lotta intestina tra Ds e Margherita reggiani. Il sindaco di RE Graziano Delrio appartiene alla Margherita, Uris Cantarelli ai Ds con il sostegno di un'ampia componente diessina reggiana (dall'ex sindaco a quasi tutti i Comuni della provincia).
E' quindi assai verosimile che la quotazione in Borsa resti ufficialmente l'obiettivo cui tutti dichiarano di tendere, ma che in realtà sia diventata secondaria rispetto alla ricerca del partner.
Il problema di RE è probabilmente quello di far crescere Enìa senza perdere troppo peso, e l'aggregazione con Hera (che ha recentemente incorporato Meta Modena) potrebbe risultare la soluzione giusta , essendo Hera già quotata a Piazza Affari e soprattutto controllata da uomini della Quercia. Tuttavia pochi giorni fa (venerdì 19 maggio scorso) l'onorevole Maino Marchi, segretario provinciale Ds di Reggio Emilia ha rilasciato una dichiarazione in cui invita alla pace Delrio e Cantarelli esprimendo apprezzamenti per entrambi e in cui sostiene che : "I soci devono dare indirizzi precisi sul futuro dell'Azienda. Consideriamo l'avvio del percorso per la quotazione in borsa come un altro passaggio decisivo del processo intrapreso, anche per non andare al confronto con altri interlocutori con cui valutare eventuali future allenaze o aggregazioni, in condizioni di oggettiva debolezza. E prosegue, forse dettando i tempi a Rifondazione : "Oggettiva debolezza perchè le altre aziende sono già quotate. Non esiste ipotesi di aggregazione senza quotazione in borsa. Poichè tutti i possibili interlocutori sono già quotati, qualunque aggregazione porterebbe automaticamente alla quotazione in borsa per incorporazione".
L'ipotesi di alleanza che piacerebbe di piu' a Delrio e a Reggi , alla Margherita ed "ai prodiani" sembra essere invece Asm Brescia, controllata da esponenti del partito di Rutelli. E questa scelta non dispiacerebbe probabilmente nemmeno ad Ubaldi, anche se Andrea Allodi avrebbe nei giorni scorsi, dopo le dimissioni di Cantarelli, contattato 18 banche d'investimento italiane ed estere invitandole a presentare le loro proposte per assumere il ruolo di coordinatore globale dello sbarco di Enìa in Piazza Affari. Il coordinatore globale è il soggetto responsabile del collocamento dei titoli sul mercato. Alle banche Allodi ha chiesto però preliminarmente una sorta di check up sui conti e sulle prospettive di Enìa, per capire se sia idonea per la quotazione o se sia meglio puntare su un partner di carattere industriale a cui cedere una quota di minoranza.
La deludente conclusione è che gli equilibri politici sembrano giocare un ruolo molto piu' determinante rispetto a quelli economici che in una "spa normale" dovrebbero invece prevalere. Eventuali nuove aggregazioni dovrebbero essere ricercate al di là di assurde logiche regionali o ancor peggio, di affinità politica....
Quale soluzione quindi ? Probabilmente, vista l'attuale debolezza di Enìa, la quotazione in Borsa potrebbe venir penalizzata dal mercato. Il partner industriale è già presente, ed è Edison con il quale vanno consolidati e migliorati i rapporti. Non potendo produrre direttamente energia e gas, Enìa può approvigionarsi direttamente dal secondo produttore italiano di energia elettica e di gas, con considerevoli risparmi sui prezzi di acquisto delle materie prime. La ricerca di un partner finanziario che acquisti il 10%, consentendo ai Comuni di avere risorse fresche e all'azienda di prepararsi con calma alla quotazione, potrebbe essere una ipotesi per uscire dall'empasse.
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