LIBERTA' del 17/09/2003 : Saranno più salati gli affitti per chi abita negli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma l'amministrazione comunale si è impegnata e stendere un piano dettagliato degli interventi di manutenzione che saranno effettuati sugli immobili nei prossimi tre anni, con i maggiori introiti provenienti dall'inasprimento dei canoni. Al nuovo sistema tariffario per gli inquilini Erp, che ha ottenuto il definitivo via libera dal consiglio comunale lunedì notte, la maggioranza ha voluto affiancare un ordine del giorno contenente la richiesta di precise garanzie sull'utilizzo delle maggiori risorse in entrata, di vincolare la giunta a una verifica (da attuare entro sei mesi) rispetto all'impatto degli aumenti e a un'eventuale modifica delle distorsioni possibili. I nuovi canoni, che entreranno in vigore dal prossimo 1° ottobre, sono stati al centro di una seduta animata a Palazzo Mercanti, con le opposizioni che hanno contestato i rincari, distribuiti sulle varie fasce di reddito, ma mediamente pari al 20%. La scelta è stata difesa dall'assessore alle abitazioni Leonardo Mazzoli, il quale ha ricordato come le tariffe introdotte siano meglio ponderate in relazione alla ricchezza posseduta, tali da consentire una diminuzione per il 52% degli attuali inquilini che verranno inseriti nella fascia di reddito più bassa, quella di protezione. Alla base della riforma vi è un nuovo criterio di calcolo degli affitti, non più rapportati al reddito, ma al nuovo parametro Ise (indice di situazione economica) che considera il patrimonio e la composizione del nucleo familiare. «I nuovi canoni a cui saranno assoggettati gli attuali inquilini - spiega Mazzoli - e quelli in graduatoria per l'assegnazione di una casa saranno quantificati con esattezza la prossima settimana, quando la giunta licenzierà la delibera con l'elenco definitivo di tutte le tariffe». Secondo il centrodestra il riassetto tariffario non è una riforma, ma una semplice imposizione di affitti più cari. «Il provvedimento - ha rimarcato Massimo Trespidi (Forza Italia) - non affronta le vere questioni nevralgiche dell'Acer, che avrebbe potuto recuperare risorse per esempio dai circa 2 miliardi di lire di morosità che ha con i propri inquilini, oppure andando a snidare gli abusi attraverso verifiche più puntuali di quelle possibili oggi, con un solo ispettore di servizio». Anche Carlo Mazza (gruppo misto) ha contestato il provvedimento: «La presunta perequazione dei canoni - ha sostenuto - non è altro che una lotta fra poveri. Di fatto siamo costretti ad adeguarci a una legge approvata dalla Regione, la quale viene a raccogliere risorse in periferia, invece di utilizzare quelle proprie». A difesa del nuovo sistema sono intervenuti Gianni D'Amo (Ds) e Paolo Dosi (Margherita), che hanno ricordato l'esigenza di farsi carico delle forme inedite di povertà.
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