Un incontro informale, cordiale e propositivo, nonostante sul tavolo ci fosse un argomento spinoso per l'amministrazione comunale; il futuro di Ca' Buschi e del Parco del basso Trebbia.
Il sindaco Roberto Reggi ha ricevuto ieri mattina il presidente di Legambiente Piacenza Marco Natali e Nanda Montanari, esponente dell'associazione Ambiente e lavoro.
«Abbiamo proposto i nostri temi, ora ci vuole una valutazione amministrativa attraverso il consiglio comunale - ha commentato al termine Natali - il nodo da sciogliere rimane la concertazione tra gli otto Comuni interessati e l'ente provinciale, tutti devono fare la propria parte per individuare gli spazi fondamentali da dedicare al Parco. La sede proposta, quella di Borgotrebbia, è una sede prestigiosa che deve essere un "ingresso" al Parco, ma altri luoghi del parco, vanno costituiti a Rivergaro, a Travo e in tutti gli otto Comuni rivieraschi toccati dal progetto, le strutture e gli spazi museali sono imprescindibili nella costituzione del Parco del basso Trebbia». «Comunque durante l'incontro - ha proseguito Natali - sono affiorati percorsi ampiamente condivisi». Dunque sembra approvata, almeno in ambito ambientalista, la proposta del primo cittadino di individuare il Museo del fiume a Borgotrebbia, alla foce. Un centro che ospiti la memoria del territorio trebbiense e che divenga punto d'incontro e d'ingresso, era la struttura fondamentale richiesta per la costituzione del parco. «Ci sono numerosi problemi, e numerose soluzioni», ha detto Natali in merito a Ca' Buschi, una questione che rimane comunque sul tavolo. «Quel luogo è fantastico ed emblematico - ha continuato sull'argomento il rappresentante di Legambiente - ma dobbiamo considerare che al momento della decisione di vendere del Comune, non c'era la partecipazione e la sensibilità che vediamo oggi nei cittadini».
Sulla vicenda, intanto, Rifondazione continua a ritenere che «una maggiore cautela - spiega una nota firmata dal segretario cittadino Roberto Montanari - da parte dell'amministrazione comunale in carica fosse opportuna e che l'alienazione di un bene pubblico, per quanto considerato non strategico e oltretutto di valore economico relativamente così esiguo, possa essere evitata in attesa di una valutazione condivisa sul suo futuro utilizzo». «Manteniamo le nostre perplessità - prosegue Montanari - sul metodo utilizzato, sulla non concertazione e sulla mancanza di una discussione tecnica che coinvolgesse tutti gli attori interessati: quelli istituzionali (Provincia, Comuni rivieraschi ecc.) e la società civile piacentina nelle sue varie articolazioni che hanno espresso competenze e sensibilità circa il tema del parco fluviale, rinnovando pertanto la richiesta a sindaco e Giunta affinché tentino ulteriormente di superare gli eventuali ostacoli burocratici che si frappongono ad una sospensione della gara d'asta per favorire appunto una decisione partecipata e condivisa, libera ed aperta».
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