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2023
San Matteo, Apostolo ed Evangelista
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Bondi, Scajola, Pisanu
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dal Corriere della Sera del 10/9/2004
«Più che un seminario di studio mi sembra un vero e proprio congresso». Il senatore Cosimo Ventucci commenta così l' intervento del ministro Beppe Pisanu al convegno di Forza italia dedicato alla formazione che da tre anni si tiene in questa cittadina umbra. Quello del ministro dell' Interno ma anche gli interventi Sandro Bondi, di Roberto Formigoni e Renato Schifani hanno tutte le caratteristiche di fare discutere il partito e gli alleati della Casa delle libertà. Il coordinatore fa un appello a Claudio Scajola, considerato il regista della dissidenza interna: «C' è bisogno di tutti, nessuno dimentica il contributo determinante che egli ha dato al partito».
Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni usa invece un linguaggio più duro. Accusato di volere creare una sua corrente proprio da Scajola, respinge di avere queste intenzioni e lo attacca: sei tu casomai a coltivare questo proposito.
Schifani propone tra gli applausi che i coordinatori regionali che hanno cariche di governo o siano parlamentari si dimettano. In ogni caso sono le parole di Pisanu - con una certa civetteria ricorda che il suo è un discorso da «semplice militante» - che riaprono il dibattito nella maggioranza dopo le fibrillazioni di luglio. Fibrillazioni che dentro Forza Italia sono culminate nell' invio a Silvio Berlusconi di una lettera, da parte di un gruppo di parlamentari, fortemente critica nei confronti della gestione del tandem Bondi-Cicchitto.
Beppe Pisanu dice «chiaro e tondo» che a lui non piacciono «né le correnti, né le correntine». E accusa chi coltiva questo progetto di «pochezza intellettuale e di sottovalutare la determinazione di Berlusconi». Il partito, ricorda, ha vinto perché c' è stata «la leadership forte e indiscussa di Berlusconi». Occorre tornare a stringersi attorno a lui, fare sentire la voce del partito, «spalancare porte e finestre a chiunque voglia entrare», e «riprendere a dialogare con quel blocco sociale che, dandoci il voto, ci ha fatto vincere le elezioni». «Dobbiamo acquisire - dice tra gli applausi - una nostra soggettualità politica senza curarci troppo degli altri. Prima vengono le nostre opinioni, poi ci sono le mediazioni con gli alleati e il confronto con gli oppositori». Pisanu insiste su questo aspetto. Forza Italia, osserva, «è alleata con An, ma non è un partito di destra. Siamo anche alleati con un partito territorial-populista come la Lega ma siamo un partito nazionale che ha a cuore l' unità e l' identità della nazione. Se perdiamo questi connotati, perdiamo anche i voti». Che fare? Il «militante» Pisanu propone «di rimettere la barra al centro». Il che si traduce nella «costruzione della casa comune dei moderati che si riconoscono nel Ppe». E ipotizza «di dare vita in ogni regione a costituenti per il Ppe in vista delle Regionali 2005», magari gettando lo sguardo ai «moderati dell' altro campo per evitare che siano consegnati in via definitiva alle sinistre». Lorenzo Fuccaro
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pubblicazione: 10/09/2004
aggiornamento: 07/10/2004
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