Il Presidente del Consiglio Romano Prodi è stato accolto da contestazioni e fischi dagli spettatori del Motor Show di Bologna.
Prodi aveva accolto l'invito del presidente della Promotor, la società organizzatrice del Motor Show, Alfredo Cazzola, a visitare il salone in corso nel quartiere fieristico di Bologna.
Appena entrato nell'area, accompagnato dalla scorta, nei confronti di Prodi è partito qualche fischio. Quando il premier è arrivato tra gli stand, i fischi e le contestazioni sono aumentate con grida di "buffone" e "mortadella" e Prodi è stato costretto a rifugiarsi nei locali del blocco servizi della manifestazione, scortato da Cazzola e da numerosi agenti delle forze dell'ordine, che hanno formato una barriera di protezione per evitare problemi di sicurezza.
Secondo Prodi si è trattato di "un attacco di propagandisti": "Quando siamo arrivati - ha raccontato il presidente del Consiglio - abbiamo visto che eravamo attesi da un gruppo di propagandisti, appartiene alla democrazia, anche se non ho sentito contenuti ma solo insulti. Agli insulti non si risponde, si continua la visita. Guai se la democrazia si ferma davanti agli urli organizzati".
Poi la visita è proseguita, e il Professore ha sostato nei vari stand del salone attorniato da un nutrito gruppo di agenti delle forze dell' ordine, giornalisti e giovani visitatori del salone bolognese. "C'erano 20 persone che ci hanno ricevuto fischiando in un modo assolutamente maleducato", ha concluso tornando sull'episodio: "Adesso che sto girando nei padiglioni c'è affetto e simpatia. L'unico problema è che tutti vogliono fotografarci con il telefonino, questo rende la vita un po' più complicata ma è solo questo: una prova di affetto".
dalla Prima pagina di Libertà del giorno 11 dicembre 2006:
BOLOGNA - Fischi, urla, cori da stadio e grida: «Scemo, buffone, vai a casa». È stata questa l'imprevista accoglienza che ha investito il presidente del Consiglio Romano Prodi appena è sceso dalla macchina davanti all'ingresso del Motor Show di Bologna. Diverse decine di giovani hanno cominciato a contestare il premier appena è arrivato fra gli stand, poi gli insulti si sono estesi a macchia d'olio tanto da costringere Prodi, scortato dal patron del Motor Show Alfredo Cazzola, a rifugiarsi nel centro servizi del quartiere fieristico bolognese. «Eravamo attesi da un gruppo di propagandisti - ha commentato Prodi a caldo - erano insulti organizzati». Tutto è cominciato poco dopo le 15, quando il presidente del Consiglio è arrivato alla Fiera per visitare il salone motoristico. Il premier, in una lettera al Resto del Carlino, ha sottolineato «la penosa situazione in cui ormai il nostro Paese si trova a vivere la quotidianità: o bianco o nero, il tutto avvelenato dalla maleducazione».
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