Giunta al lavoro sulla manovra 2005.
I vari assessori che presentano le schede con i loro fabbisogni e il “guardiano” del bilancio, Francesco Cacciatore, che li bacchetta uno ad uno ripetendo all'ossessione: tagliare, tagliare, tagliare. Caricaturando un po', si potrebbe descrivere in questo modo la giunta di ieri pomeriggio. Il sindaco Roberto Reggi e la sua squadra sono alle prese con la formazione del bilancio di previsione 2005 e si stanno confrontando con la legge finanziaria varata dal governo, giudicata dagli enti locali particolarmente dura nei loro confronti.
Il grido di dolore per i nuovi vincoli introdotti, a partire dal tetto di spesa (il 4,8% sul consuntivo del 2003), Reggi l'aveva levato alto lunedì scorso in consiglio comunale parlando di «situazione drammatica» per i conti che non tornano. E, da quanto si è appreso, è risuonato bello forte anche ieri in giunta.
La linea è: tagliare la spesa corrente per rientrare nei parametri del rinnovato, e irrigidito, Patto di stabilità cercando così di penalizzare il meno possibile gli investimenti, già sottoposti a una ferrea dieta. Scure, dunque, sulla spesa corrente, per un ammontare di oltre tre milioni di euro rispetto al fabbisogno totale prospettato dai vari settori del Comune. Gli assessorati sono chiamati a ridurre le loro richieste di almeno il 10% per ciascuno, significa limare di qua e di là, tagliare gli acquisti, contrarre meno mutui, rinviare progetti, insomma volare molto basso.
Sul versante delle entrate ci si muove lungo le direttrici già preannunciate. Riguardo all'Ici, si taglierà, come promesso l'aliquota sulla prima casa, ma in compenso sulle seconde e terze case e sugli immobili sfitti la mano sarà più pesante. L'obiettivo è riorganizzare l'imposta secondo una logica di bilanciamenti e di maggiore equità fiscale che possa contenere la riduzione del gettito complessivo o anche azzerarla. Si potrà poi contare sull'addizionale Irpef, sbloccata dal governo. Farà il suo debutto a Piacenza con aliquota dello 0,2% e porterà entrate stimate in 2,1 milioni di euro. Che, però, non basteranno a far fronte al fabbisogno di un'amministrazione determinata a mantenere i servizi sociali agli attuali livelli. Si azionerà, dunque, un'altra leva fiscale a disposizione degli enti locali, ossia le tariffe sui servizi a domanda individuale. Anche qui il principio ispiratore, ha fatto sapere il sindaco lunedì in consiglio, è una maggiore equità fiscale grazie all'utilizzo dell'Isee come indicatore delle disponibilità economiche dei cittadini, in modo di avere tariffe diversificate secondo un più efficace criterio di progressività. Da nessuna parte si dice che questo porterà a maggiori entrate, ma l'impressione è che si vada in questa direzione con un incremento medio dei corrispettivi chiesti all'utenza per asili nido, scuole materne, mense scolastiche e quant'altro. La sessione di giunta sul bilancio riprenderà la prossima settimana, partendo dalle nuove schede di fabbisogno degli assessorati rivedute e corrette al ribasso.
Ma in questi giorni la giunta si è occupata anche di targhe alterne, che dal 21 ottobre ci terranno compagnia ogni giovedì. Va emanata l'ordinanza con le prescrizioni nel dettaglio, se ne sta occupando l'assessore all'ambiente Pierangelo Carbone che dovrà tenere conto anche di una richiesta emersa in giunta e cioè una mano meno pesante per i “pre euro”, ossia i veicoli immatricolati prima del 1° gennaio 1993 che sono i più penalizzati dal protocollo regionale sulla qualità dell'aria: oltre ad essere sottoposti alla misura delle targhe alterne tutti i giovedì, fino al 7 gennaio dovranno stare fermi il lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 8,30 alle 10,30 e dalle 17,30 alle 19,30, con ulteriore recrudescenza a partire dal 10 gennaio quando il divieto di circolazione si amplierà (dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19,30), anche se l'area di stop sarà probabilmente quella ristretta al centro storico. La mitigazione delle limitazioni per i “pre euro” risulta premere in particolare a Rifondazione comunista (Prc) sulla base della considerazione che a essere colpito sarebbe un nutrito gruppo di veicoli (il 20-25% di quelli circolanti, pari, a Piacenza, a circa 19mila unità) i cui proprietari non andrebbero ascritti alle fasce sociali benestanti, ma alle deboli, almeno per la gran parte. Ma che l'istanza del Prc venga accolta non pare automatico e la cosa potrebbe creare tensioni nella maggioranza.
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