Scena in un giorno di piena estate: un'auto in transito all'intersezione tra via Gregorio X e via Genocchi. Una bici che sbuca all'improvviso. Svolta, controsenso, in accelerazione. Rischiando di andare a sbattere. Contro l'auto che viaggia nel senso di marcia opposto. Succede una volta. Poi una seconda. Tutto nel giro di pochi secondi. E' il racconto di un automobilista che si dice esasperato. La sua segnalazione arrivata al giornale nei giorni scorsi è una sentenza: di condanna nei confronti di un provvedimento della Giunta che prevede il transito controsenso delle bici nelle vie della città. "Libertà" è andata in giro per le principali strade piacentine cercando di capirne di più. Ascoltando la gente, il quadro che emerge è quello di una paura generalizzata: di rischio di scontro frontale praticamente ogni volta che un'auto incrocia una bici. Non tutti, però, sono contrari al provvedimento preso dalla Giunta comunale. Sicuramente promosso dai ciclisti. Rimandato invece dagli automobilisti. Molti, non tutti. Perchè c'è chi approva anche tra gli amanti del volante. Quelli favorevoli sono dell'idea che bisognerebbe comunque regolamentare meglio il provvedimento. Piazza Duomo: sole a picco alle 11 del mattino. Andrea Ciucci è in sella alla sua bici col figlioletto. Pone l'accento sulla mancanza di segnaletica: «In effetti mi sono reso conto solo da poco che questo problema esiste. Sto cercando di capire come funziona questo discorso delle bici controsenso. Resto convinto che regolamentare meglio questo provvedimento sia un'arma vincente. Come? Magari obbligando le bici ad andare sì contromano ma obbligatoriamente a destra o a sinistra. E ancora: rinforzare la segnaletica verticale. Quasi inesistente. Quando un'auto si ritrova ad un incrocio deve guardare da tutte le parti. A destra, a sinistra. E' il caos». Qualche metro di asfalto più in là, in via Roma, il discorso non cambia. Dice l'avvocato Claudio Tagliaferri: «Fosse per me andrei sempre e solo in bici. Da automobilista un po' mi arrabbio, ma non sono contrario. Certo, bisognerebbe modificare qualcosa. Magari stabilendo con certezza dove le bici posso circolare: se a destra o sinistra». Continua Tagliaferri: «Piuttosto il pericolo vero viene dalle biciclette che circolano nelle zone pedonali, tipo via XX Settembre. Sbucano da tutte le parti, e il rischio di centrare un pedone è altissimo». Si continua. Direzione via XX Settembre: funziona esattamente così. Bici dappertutto che zigzagano tra i pedoni. «Di mio non sono contrario a far circolare le bici né controsenso né in zona pedonale. Purchè si usi il buonsenso - sostiene Luigi Scarpetta - Quando sono in auto? Si, è vero: un po' mi arrabbio con i ciclisti ma fino a un certo punto». All'incrocio con via Trebbiola c'è Ileana Gallesi: «Ordinanza sbagliata, punto e basta. E' pericoloso per tutti. Ciclisti e automobilisti». Più diplomatica Laura Pizzali: «Da ciclista e da automobilista non la boccio, ma serve buon senso». Chiude Valerio Pagano: «Uso quasi sempre l'auto e diverse volte ho rischiato il frontale con una bicicletta. Sbucano da tutte le parti. Servirebbero regole più precise e magari rendere off limits alle bike le vie dove il loro passaggio in un senso unico diventa veramente impossibile». Paco Misale Libertà 23/07/2014
Cisini: «Fra due mesi alcune vie off limits» (pa. mi.) - «A settembre cambieranno alcune cose. La delibera che permette alle bici di viaggiare controsenso subirà modifiche chiave». Di fatto, spiega l'assessore comunale alla Viabilità, Giorgio Cisini, dal provvedimento saranno tagliate alcune vie. Che per i ciclisti diventeranno off limits. «Ci adegueremo al codice della strada - continua Cisini - Oggi esiste una nuova regolamentazione che stabilisce una serie di caratteristiche geometriche delle strade in grado di stabilire se una bici possa andare controsenso oppure no. I parametri presi in esame per le modifiche che in città partiranno a settembre con la nuova cartellonistica, andranno dalle dimensioni della via al fatto se esistano posteggi o meno, fino alle auto in sosta». Sono ben 130 le vie del centro sotto osservazione. «Ma non chiedetemi di anticipare i nomi delle vie che saranno tagliate. Ci sono in ballo diversi interessi, non ultimo quello assicurativo. Diremo tutto a cose fatte». Cisini si appella infine ai cittadini: «Una volta stabilita la nuova regolamentazione chiediamo il rispetto delle regole da parte di tutti: automobilisti e ciclisti. Se valuteremo l'opportunità di rendere visibile il lato percorribile dai ciclisti? Non è necessario. Ribadisco il concetto del rispetto e del buon senso. Non possiamo permetterci un vigile ad ogni incrocio».
Nani: «Pochissimi incidenti, nessuno grave». Il presidente Fiab "Amolabici" taglia corto: i numeri sono dalla nostra parte . (pa. mi.) - «I numeri sono dalla nostra parte. Da quando è stato istituito il provvedimento che permette alle bici di andare controsenso per le vie cittadine, soprattutto dalle parti del centro storico gli incidenti verificatisi sono stati pochissimi. E quei pochi registrati di scarsa entità». Angelo Nani, presidente di Fiab Piacenza "Amolabici", non retrocede di un centimetro rispetto alla validità di un provvedimento che continua a spaccare ciclisti e automobilisti. Per lui il problema non sussiste e porta sul tavolo della controversia prove basate su dati e statistiche. «Piacenza - continua - è stata tra le prime città a livello nazionale ad adottare un provvedimento del genere. E ha fatto bene. L'impostazione della città è questa e dentro l'area a traffico limitato, nel centro storico, non si sono mai verificati incidenti gravi. Questo è dovuto alla ridotta velocità dei mezzi motorizzati. Molto importante è anche il discorso del buon senso: rallentare e, in certi casi fermarsi, diventa fondamentale. E questo vale sia per gli automobilisti ma anche per chi sta in sella a una bici». Nani aggiunge: «Il tema della ciclabilità in città è molto sentito. Non abbiamo ricevuto molte lamentele, quelle poche che arrivano sono mosse soprattutto dagli anziani. Grossi problemi insomma non ce ne sono stati. Secondo me questo provvedimento è anche un modo per abituare la gente ad andare più piano». Diversa la questione se ci si sposta in periferia: «Lì gli incidenti gravi ci sono, causati dall'alta velocità dei mezzi. E' molto più pericoloso. Necessario intervenire».
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