Presentate le osservazioni sul piano Acna-Ca'degli Ossi: il termine è scaduto il 3 maggio
La città perde abitanti, ma si allarga in estensione urbana. Una contraddizione? Forse. Di certo un “nodo” per l'Amministrazione che ha messo a punto un accordo innovativo con dei privati su cui si va accendendo la discussione politica. Eccolo: si costruisce meno nell'area ex Acna a ridosso delle Mura, occupandola con parcheggi, e si trasferiscono le case in un'area agricola alle spalle della Besurica, oltre quel limite virtuale della Tangenziale sempre rispettato. E' una “compensazione” spiega l'assessore Pierangelo Carbone, praticata in città come Parma, Roma stessa. L'ultima novità sul progetto che tocca centro città e periferia è la netta presa di posizione di Francesco Serio, segretario provinciale dei Comunisti Italiani, partito che in Giunta esprime l'assessore Manuela Bruschini. Serio, in un lettera a Libertà condivide le posizioni di diverse associazioni cittadine contrarie al piano: «Cercheremo di spostare il giudizio a favore del mantenimento dell'area a vocazione agricola» afferma. Non c'è una volontà di porsi in contrasto con la giunta che, a quanto si sa, ha comunque orientamenti diversi nel merito - puntualizza - ma si vuol ragionare su questa delicata partita. «Sia l'ex Acna, sia l'area vicina alla Besurica, sono importanti. L'ex Acna va recuperata e salvaguardata, in accordo con la proprietà, preoccupa però il traffico in zona e oltretutto l'area (che dovrebbe ospitare 500 parcheggi, ndr) non è poi così a servizio dell'ospedale». Il nuovo quartiere alla Besurica? I Comunisti Italiani chiedono il rispetto del Piano regolatore, che non prevede espansione. Sull'argomento abbiamo sollecitato un parere anche a Carlo Berra, capogruppo Ds. «Nessuna decisione è scontata su questo piano - sostiene Berra - ma da tempo si parla di Acna senza riuscire a risolvere la questione». La proprietà è in difficoltà sulla gestione di un “fazzoletto” strategico del centro storico, a ridosso delle mura, vincolato dalla Soprintendenza in larga parte. «Sull'accordo di programma non ho obiezioni, si poteva seguire altre strade, forse più complesse». Il problema di fondo? «E' il futuro di Piacenza, a fronte di una riduzione della popolazione e di una rinnovata sensibilità sui temi ambientali, il paesaggio agricolo. Ci si chiede che garanzie ci siano sull'espansione esterna della città». C'è un aspetto commerciale, diritti acquisiti dalla proprietà, ma va cercato un punto di equilibrio. «Personalmente - avverte Berra - sono più sensibile al tema ambientale e non solo per la barriera psicologica della Tangenziale da non superare». Comunque sia, è doveroso discuterne per Berra «ma senza archiviare la questione con veti».
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