Pierluigi Bersani e Roberto Reggi incrociano lo sguardo e si salutano con un cenno della mano, da distante. L'abbraccio arriverà solo alle 23, quando è l'ex sindaco ad andare a cercare il segretario nazionale del Pd. Ma la complicità del passato è solo un ricordo.
Reggi, braccio destro di quel Matteo Renzi che vorrebbe "rottamare" la classe dirigente del Pd (a partire dal segretario nazionale che sfiderà alle Primarie), alle 21 era in prima fila nella sala coperta di Bastione Borghetto, dove è in corso la Festa democratica e del Terzo settore.
Bersani, ospite d'onore intervistato dal comico Dario Vergassola, viene accolto dall'ovazione della platea, che si scalda ancora di più sull'introduzione del segretario provinciale Vittorio Silva. «Vogliamo che torni l'anno prossimo come presidente del consiglio», e scatta il boato.
Reggi sorride, tutto lo stato maggiore del Pd piacentino applaude, dalla parlamentare Paola De Micheli al sindaco Paolo Dosi e al vicesindaco Francesco Cacciatore.
Il primo duello a distanza, a Piacenza, vede la netta prevalenza dei "bersaniani", ma i "renziani" sembrano tutt'altro che scoraggiati. «Sono venuto a sentire le parole del mio segretario nazionale - precisa Reggi - e, perché no?, ad ascoltare un possibile rivale di Renzi alle Primarie. Mi spiace per il clima che qualcuno vuole creare, non c'è tensione, l'esempio Piacenza parla chiaro: il confronto è una ricchezza, poi chi perde si mette a disposizione. Ma un certo ragionamento di rottura con il passato e di rinnovamento solo Matteo può farlo».
Bersani non si sottrae: «Ma quale derby? Io ho sempre pensato che a me Reggi andava proprio bene come sindaco e anche come cantante, dato che ci ho fatto qualche serata assieme in piazza Cavalli dopo le sue vittorie. Lui evidentemente ritiene che Renzi sia meglio per fare il capo del governo, ognuno ha le sue idee: siamo un partito indipendente e libero, ci stimiamo e ci vogliamo bene comunque. L'unica cosa da chiarire bene è questa: non saranno le primarie del partito (che si faranno l'anno prossimo contestualmente al congresso), ma le primarie per scegliere un candidato premier per portare i progressisti al governo. Non esiste che passi come una questione interna al Pd, l'Italia non potrebbe sopportarlo».
La serata decolla, prima dello show dello scatenato Vergassola spazio al confronto con Cecilia Carmassi (anima della festa del Terzo settore) e Andrea Olivero (presidente del Forum del Terzo settore).
Poi arriva il ciclone Vergassola: «Bersani, Grillo le ha dato del morto vivente: è per questo che ci tiene tanto alla legge sul biotestamento? E' vero che non scambierebbe Vendola con Casini, ma per due fustini di detersivo ci penserebbe? ». Ma le battute si fanno anche più pungenti: «Il Governo Monti lotta contro il lavoro sommerso: per questo sta chiudendo la miniera del Sulcis? ». Bersani si fa serio e risponde: «I miracoli non li fa nessuno, lo spread conta, ma l'economia reale e il lavoro delle persone meritano i riflettori ancora di più». Parte un applauso di solidarietà ai minatori. Ma quello più lungo è per lo scomparso cardinal Martini. Michele Rancati Libertà 02/09/2012
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