di RENZO ROSATI
Ieri mattina una sfilza di telefonate dell’intero stato maggiore di Forza Italia ha rovinato la penultima domenica d’agosto di Silvio Berlusconi. Tutti a chiedergli, tra lo stupefatto e l’irritato, se davvero voleva fondare un nuovo partito con lui stesso presidente e – soprattutto – Michela Vittoria Brambilla (MVB) segretaria.
E il Cavaliere, naturalmente, a smentire.
Alla fine una nota ufficiale ha definito “fantasie di Ferragosto” quelle pubblicate da La Stampa, nonostante l’autorevolezza anche presso Forza Italia del suo autore, Ugo Magri.
Dunque conviene mettere tra parentesi le reazioni degli interessati più o meno diretti, e concentrarsi sull’ipotesi in sé. Il Partito della Libertà non sostituirebbe le altre formazioni della Cdl, ma dovrebbe essere– nelle intenzioni – un movimento “dal basso” per scavalcare apparati riottosi, gelosi e poco inclini allo spirito unitario che gli elettori moderati vorrebbero. E tutto questo in vista di un’imminente caduta del governo Prodi e di elezioni nel 2008.
Senonché il Cavaliere appunto smentisce: “Forza Italia è insostituibile”.
Dunque cosa c’è di vero? Punto primo. Berlusconi ha deciso di riprendere su di sé l’attenzione mediatica, ancora di più in coincidenza con le primarie del Partito democratico del 14 ottobre. Secondo. Il Cav è insoddisfatto del disimpegno dei suoi due maggiori alleati, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini. Più di Fini (il cui partito giudica in disfacimento) che di Casini. Terzo. Dentro la Cdl giudica strategico il rapporto con Umberto Bossi e con tutto ciò che si muove nel Nord. Anche per questo, in Forza Italia, il vero numero due resta Giulio Tremonti, l’uomo più vicino alla Lega (ma anche uno dei più scettici verso MVB). Quarto. La Brambilla è particolarmente invisa a tutto il resto della Cdl, dentro e fuori Forza Italia. La sua rapidissima ascesa veniva infatti data per conclusa. Quinto. Dunque perché rilanciare MVB? Potrebbe essere un modo tipicamente berlusconiano di richiamare all’ordine le nomenclature del centrodestra. Il progetto di Partito della Libertà, infatti, esiste da tempo, e dovrebbe riunire proprio i circoli della Brambilla. Senonché è destinato a fare da supporto alla Cdl e a Forza Italia, non prenderne il posto. Nei sondaggi preelettorali l’ipotesi di neo-partito veniva accreditato di un un 3-4 per cento, voti aggiunti e non sottratti a FI, Lega, Udc, An. Sesto. I sondaggi, appunto. D’estate hanno poco senso. Ma Berlusconi ne ha commissionato uno su un campione molto ampio (si parla di 25.000 elettori) per l’autunno. Sarà quello il test vero. Ultimo punto. La nascita del Partito democratico non lascia affatto indifferente il Cavaliere. Per quanto convinto che sia destinato a restare minoranza, specie se si voterà con un legge elettorale più o meno come l’attuale, Berlusconi è convinto che rappresenti una novità significativa. Alla quale, in qualche modo, occorra contrapporre un “prodotto politico” altrettanto nuovo. Ma è deluso dalla scarsa reattività degli alleati.
Vera o forzata che sia la notizia del nuovo partito, non può essere del tutto archiviata come una bufala. Diciamo che segna la fine della ricreazione per i leader moderati, e l’inizio di un autunno politico decisamente caldo. (da Panorama, 20 agosto 2007)
|