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Berlusconi, si tratta sulla decadenza. Per ora il voto slitta.

Far slittare un voto che comporterebbe la fine immediata delle larghe intese.
Derubricare le pregiudiziali a semplici «argomentazioni preliminari» della relazione.

A poche ore dalla riunione della Giunta per le immunità del Senato, e quando è ormai chiaro che i numeri per salvare Berlusconi non ci sono, il Pdl ottiene un piccolo ma prezioso allungamento dei tempi della discussione. «Passerà qualche giorno - dice Guglielmo Epifani - ma alla fine la Giunta prenderà la sua decisione: noi ribadiamo che la legge è uguale per tutti. Non siamo nella "repubblica delle banane" dove il diritto è piegato agli interessi di qualcuno, sarebbe come affermare la legge del più forte, la legge della giungla».

Così, nelle stesse ore in cui i maggiorenti del Pdl minacciavano la crisi di governo, il presidente della Giunta, Dario Stefàno (Sel), era chiuso in una stanza insieme ai tecnici del Senato per capire se era possibile far diventare le tre questioni pregiudiziali presentate due giorni fa dal relatore Andrea Augello (Pdl) semplici questioni «preliminari» ma integrative della sua stessa relazione. Una fattispecie che non trova riscontro nei regolamenti e che richiede un voto della Giunta. Ma che offrirebbe l'apertura di un piccolo spiraglio: non sarebbe necessario votare separatamente le questioni preliminari ma si aprirebbe il dibattito sulla relazione di Stefàno.

Una bocciatura delle pregiudiziali ieri sera avrebbe costretto il relatore alle dimissioni e avrebbe portato allo scontro frontale Pd e Pdl. Con il ritorno allo schema della relazione, invece, i tempi si allungano perché si procederebbe con la tempistica dettata dall'articolo 10 del regolamento del Senato e non con quella prevista dall'articolo 93 che disciplina le questioni pregiudiziali.

Non è una differenza di poco conto perché non ci sarebbero più dieci minuti di intervento a gruppo, con voto unico che esaurisce tutte le questioni pregiudiziali, ma venti minuti per ciascuno dei 23 commissari e con la possibilità di chiedere integrazioni e approfondimenti alla relazione. Risultato: il passaggio dalle pregiudiziali alla relazione (comprese le questioni preliminari) consentirebbe di guadagnare una settimana, forse due. Un'opportunità da non perdere per il relatore Andrea Augello, che apre i lavori della Giunta mettendo sul piatto la sua proposta (avanzata anche dal senatore di Scelta Civica, Benedetto Della Vedova) e proponendo una tabella di marcia che prevede come alla fine della discussione non ci sia solo il voto sulla decadenza di Berlusconi ma anche il voto sulle questioni poste due giorni fa come pregiudiziali.
Il senatore berlusconiano Lucio Malan fa subito sapere che se fosse accettato il passaggio dalle pregiudiziali alle argomentazioni preliminari, lui rinuncerebbe a presentare una quarta pregiudiziale sulla presunta natura amministrativa della misura della decadenza, che secondo il senatore azzurro, ha invece «natura penale» perché afflittiva quanto il carcere.

Quel che è certo è che il M5s non vuole concedere nemmeno un minuto in più al Pdl. Vito Crimi lo dice chiaro e tondo: «Preliminari? Ma non scherziamo. I preliminari non esistono, non ce n'è traccia nei regolamenti.
Esistono invece le tre pregiudiziali presentate da Augello, atti formali e regolarmente depositati in Giunta. Noi non vogliamo allungare il brodo e perdere tempo». Appena un po' più morbida è la posizione di Felice Casson, che comunque non sembra intenzionato a fare grandi sconti al Cavaliere. Il senatore del Pd, ex magistrato e membro della Giunta, non sembra disposto a concedere più di 8-9 ore al Pdl.
Intanto il presidente del Consiglio, che ieri ha incontrato Alfano, «resta fiducioso sul fatto che alla fine il senso di responsabilità prevarrà e che ci siano le condizioni per andare avanti con l'esperienza di governo», riferiscono fonti di governo.
Gabriele Rizzardi


11/09/2013


pubblicazione: 11/09/2013
aggiornamento: 15/09/2013

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