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Berlusconi : "non molllo"

di AMEDEO LA MATTINA

Un messaggio drammatico, il più drammatico della sua vita politica e personale.
A momenti la voce rotta, Berlusconi è commosso quando ringrazia i suoi figli per l’amore che gli hanno mostrato.
Ringrazia gli avvocati e tutti coloro che gli sono stati accanto.

La bocca che si storce in una smorfia di dolore interiore quando ricorda che in cambio di 20 anni di sacrifici per il nostro Paese il «premio» è una sentenza che gli toglie la libertà personali e i diritti politici.

La bandiera tricolore accanto a quella dell’Unione, il testo tra le mani, una penna sul tavolo, legge il gobbo.
Il videomessaggio di Berlusconi è un capolavoro di comunicazione e di rilancio politico per un leader di partito interdetto dai pubblici e uffici, che non potrà candidarsi alle prossime elezioni. Rimarrà in campo, alla guida del centrodestra, mettendo il suo nome nel simbolo del partito che non sarà più Popolo della libertà. «Rimetteremo in campo Forza Italia e chiederemo agli italiani di darci quella maggioranza che è indispensabile per modernizzare il Paese».

Sembra l’apertura di una lunga campagna elettorale.
Non una parola sul governo, sulla necessità di andare avanti e sostenere Enrico Letta, nonostante tutti coloro che sono stati a Palazzo Grazioli, dopo la lettura della sentenza della Cassazione, hanno sostenuto che non ci saranno terremoti.
Le larghe intese proseguono, ma è evidente che il suo cammino sarà più difficile perché il Pdl-Fi alzerà la posta, batterà cassa sui temi economici e soprattutto sulla giustizia, sull’ineludibile necessità di riformarla «per evitare la privazione della libertà». «Ciò che è accaduto alla mia persona nessuno può comprenderlo, nessuno può comprendere la carica di violenza vera e propria riservata a me in seguito a una serie incredibile di accuse e processi infondati».

La strategia del Cavaliere è quella di mostrarsi responsabile, di buttare la palla nel campo avversario, attendere la reazione del Pd e già si è vista la reazione di Epifani che chiede di eseguire la sentenza in tutte le sue conseguenze.
Anche fino alla decadenza da senatore. Dovrà pronunciarsi la giunta di Palazzo Madama, poi l’aula e potrebbe essere chiesto lo scrutinio segreto: saranno a quel punto i Democratici a decidere la sorte non solo di Berlusconi ma della coalizione e del governo Letta. «

Non dobbiamo essere noi a provocare la crisi - ha detto l’ex premier - ci penseranno loro se ne hanno il coraggio, e se ne prenderanno la responsabilità. Io sono qui - ha detto ai ministri, ai capigruppo e a tutti coloro che sono andati a trovarlo - continuerò la mia battaglia con voi , anche se in questo Paese è difficile vivere. Ma non scappo, non tolgo il disturbo».

Si aspettava un esito diverso in Cassazione.
Coppi gli aveva dato un pizzico di fiducia in più rispetto a Ghedini che è sempre rimasto pessimista. Avevano ragione quest’ultimo e i falchi del Pdl. Così una parte della magistratura è ritornata ad essere «irresponsabile, una variabile incontrollabile e incontrollata» che avrebbe condizionato la vita politica da Tangentopoli a oggi. «Dal ’92-’93 c’e’ stata un’azione condizionante e fuorviante da parte della magistratura che ha preteso di assurgere a un ruolo di rinnovamento morale in nome di una presunta innovazione etica».

Accanimento permanente, «accuse senza fondamento», una sentenza, quella Cassazione, «fondata sul nulla», un Italia che non riconosce «i suoi figli migliori». È così che autodefinisce, perché ha contribuito alla «ricchezza del Paese versando miliardi e miliardi di imposte», garantendo con le sue tv maggiori libertà e pluralità di informazione. Tutto questo «senza mai licenziare un collaboratore».

Toni da campagna elettorale, del martire che invita gli italiani che condividono le sue preoccupazioni a muoversi.
Speriamo, ha detto Berlusconi, che «la sentenza faccia aprire gli occhi agli italiani finora inconsapevoli della realtà del Paese o che, addirittura, hanno sprecato il loro voto. Tutti insieme recupereremo la libertà per noi e per i nostri figli». Ora, a settembre, verrà rimessa in moto Forza Italia, un ritorno alla prima discesa in campo del Cavaliere.

I berlusconiani dicono che si tratta invece di un ritorno al futuro, la preparazione di un cammino con il loro leader.
«Diremo agli italiani - ha detto il Cavaliere nel videomessaggio - di darci la maggioranza per modernizzare il Paese a partire dalla più indispensabile che è quella della giustizia per evitare che un cittadino sia privato della libertà».

Insomma la riforma della giustizia entra in maniera prepotente nell’agenda politica e dei lavori parlamentari, ma proprio questo potrebbe essere uno dei terreni di scontro con il Pd. Per non parlare dal voto del Senato sulla decadenza del senatore Berlusconi.

Amedeo La Mattina,
www.lastampa.it del 2 agosto 2013


pubblicazione: 02/08/2013

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