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giovedì
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Sant'Ambrogio



Batteri, non solo “armi” di guerra.

di Filiberto Putzu, medico-chirurgo estetico

LIBERTA' del 27/10/2001

Il botulino, per la Cia già negli arsenali di Saddam, serve anche a curare: in particolare può essere utilizzato per spianare le rughe.
E nella New York ferita molti ora ricorrono alla siringa-botulino per avere volti più lisci

Dopo l'attentato criminale alle Torri Gemelle di New York dell'11 settembre scorso, quotidianamente leggiamo preoccupati le notizie riguardanti la guerra al terrorismo di Osam Bin Laden ed i raid aerei statunitensi sull'Afghanistan, immaginiamo gli scontri tra marines in tenuta tecnologica da combattimento e talebani armati fino ai denti.

Dall'informazione giornalistica e televisiva siamo anche “bombardati” in merito all' argomento guerra chimica, terrorismo tecnologico, armi batteriologiche inquinanti aria ed acqua.
Conosciamo tutto ormai dell'antrace o carbonchio che dir si voglia, e seguiamo allarmati gli sviluppi della contaminazione che sembra diffondersi a macchia di leopardo negli USA.

Ci ritorna alla mente Renzo dei Promessi Sposi, che mentre infuria la peste a Milano viene rincorso e per un soffio non acciuffato col grido: “Dagli all'untore!”
Anche da noi in Italia, per ora fortunatamente non direttamente interessata dal conflitto, la “polvere bianca” non è più lo zucchero vanigliato che si spolverizza sul pandoro, nè tantomeno quella da togliere col brill-mobili e neppure quella pericolosa e peccaminosa che qualcuno propone a tarda ora per rivitalizzare un party un po' fiacco.
Abbiamo purtroppo a che fare col pericolo carbonchio, ed all'orizzonte compaiono il vaiolo, il virus Ebola, il botulino.

Botulino? Ma non è quella cosa pericolosa da temere solo quando zia Giovannina ci regala il vasetto delle sue saporite cipolline sott'olio?
“Sono fatte in casa, con le mie mani” ci dice ogni autunno in tono rassicurante.
Ahimé no, per botulino si intende una tossina pericolosissima per nervi e muscoli prodotta da un batterio che vive anche in mancanza di ossigeno, il Clostridium Botulinum.

Proprio ieri il Ministro della Sanità Girolamo Sirchia ha diramato alle Regioni, istruzioni per fronteggiare eventuali attacchi col botulino, raccomandando ai cittadini di verificare la chiusura ermetica di bottiglie e barattoli prima del consumo.
E dalla Cia veniamo a sapere che l'Irak di Saddam Hussein disporrebbe addirittura di 38.000 litri di tossina botulinica.

Tuttavia come tutte le sostanze, la tossina botulinica serve anche a curare.
Avete mai sentito parlare ad esempio della digitale?
A forti dosi velenosa, a giuste dosi salvavita per il malato di cuore.

Nel 1989 proprio la Food and Drug Administration (il maggiore ente di controllo sanitario statunitense) ha consentito l'utilizzo della tossina botulinica in alcune malattie, quali lo strabismo, lo spasmo palpebrale e dell'emifaccia, il torcicollo spasmodico ed altre rare patologie).
Nel 1992 addirittura è stato proposto il suo utilizzo “estetico - cosmetico” per le rughe degli occhi e della fronte.

E vengo quindi ora al titolo di queste mie considerazioni: “C'è la guerra? Allora io mi stiro le rughe!”.
Nei giorni scorsi abbiamo appreso che nella New York ferita dal crollo delle torri, e fortemente rallentata nella sua abituale vivace attività sociale, culturale e commerciale, è scoppiato il “boom” del botulino (botox) per spianare le rughe d'espressione più o meno profonde della parte alta del viso. Come mai c'è da chiedersi, le impiegate di Manhattan assieme alle commesse di Soho ed ai manager della City hanno deciso di farsi iniettare dal chirurgo estetico il botulino?
Si tratta forse di un tentativo di esorcizzare un pericolo immanente (forse imminente), sottolineando la parte positiva del pericolo stesso, sfaccettatura ulteriore dell'eterno ed ennesimo "conflitto bene - male"?
Più della paura ha funzionato il condizionamento subliminale della pubblicità e del marketing: “in un modo o nell'altro, purchè se ne parli?”.
Ha vinto il desiderio di annullare, col ricorso alla siringa - botulino ed il blocco dei piccoli muscoli facciali, la possibilità di corrugare il sopracciglio, azzerando quindi la mimica della preoccupazione e del disagio?
Oppure infine ha prevalso l'indifferenza, perchè “la vita deve continuare?”.
Speriamo che questa sia la vera ragione, e nel medesimo tempo speriamo ancora di poter continuare ad immaginare il botulino episodico, solitario, timido frequentatore delIe cipolline sott'olio di zia Giovannina.


pubblicazione: 27/10/2001
aggiornamento: 31/07/2007

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