La giunta di Palazzo Mercanti ha discusso e approvato la realizzazione del piano urbano del traffico
Tra qualche mese il Piano Urbano del Traffico (Put) fermerà alla “stazione” al consiglio comunale e da novembre dovrebbero viaggiare a tutto ritmo, con l'entrata in vigore delle molte novità previste per far di Piacenza - è la filosofia dichiarata - una città meno trafficata, meno inquinata, meno congestionata nei parcheggi. Diciamo subito che un cambiamento annunciato e ormai vicino è la chiusura alle auto di via Roma, a partire da piazzetta Santa Maria. Resteranno liberi e praticabili via Trebbiola, via Benedettine e viale Risorgimento. Cambiano però anche alcuni sensi di marcia. Un esempio: arrivando da via Roma, si potrà imboccare via Trebbiola per raggiungere viale Sant'ambrogio. Ma si potrà anche svoltare - dal lato opposto - per raggiungere i chiostri del Duomo dove i parcheggi diventano “ad alta rotazione” (più costosi) e da lì dirigersi verso via Scalabrini. E' uno dei frammenti di quella rivoluzione del traffico a cui il Comune sta lavorando da tempo, con il supporto di Agenda 21 e delle consulte («tanti gli incontri svolti con i rappresentanti dei cittadini» riassume l'assessore). Ieri Pierangelo Carbone (Mobilità e Ambiente) ha illustrato alla giunta il piano finito e completo, ora sarà presentato - a fine mese - alla Conferenza dei servizi per i pareri dei soggetti pubblici direttamente interessati, quindi verrà depositato a disposizione dei cittadini per un mese, infine deve essere rivisto dalla giunta e portato in consiglio comunale per l'approvazione definitiva. Una procedura che potrebbe concludersi ad ottobre-novembre. La chiusura di via Roma punta a sollevare il centro città dalle auto, in particolare la storica e pregevole via Borghetto, che accusa oggi un pesante inquinamento per il passaggio di circa 5.500 veicoli in media al giorno. Ma ogni misura adottata deve avere un suo bilanciamento, spiega Carbone, e quindi la chiusura di via Roma significa anche, in un sistema complesso, assicurare un'alta rotazione di auto ai chiostri del Duomo, a servizio delle attività commerciali, incrementando il turn over delle soste con tariffe più elevate rispetto a quelle di altre zone della città meno problematiche. Piacenza, sulla carta, diventerà anche una città ciclabile su quattro direttrici: le piste “verdi” per collegare i parchi urbani Galleana e Montecucco fino all'Ipercoop, e quelli fluviale e del Trebbia; una pista anulare lungo tutto il parco delle Mura; le piste radiali extraurbane, dalla tangenziale alle frazioni esterne e un collegamento di tutta la cintura della periferica. «Oggi siamo al 20/30 per cento dello sviluppo complessivo delle ciclabili, previsto in 85 chilometri in città, rispetto a 314 chilometri di strade comunali». Ciclabili a parte, in certe aree si lavora anche su una protezione più pedonale, con piccole isole intercluse al traffico alla Besurica e alla Farnesiana. Altro tema noto: le rotatorie. Tante, una cinquantina a progetto finito. «Sono in gran parte già finanziate su programmi d'area e privati, ma per il 2005 partiranno le rotatorie di Barriera Genova, via X Giugno, via XXI Aprile, via Abbondanza». «Il piano ha una visione strategica proiettata sul 2010 - spiega Carbone - l'anno fissato dalla Commissione europea per il miglioramento dei trasporti in città da 100mila abitanti». I fondamenti sono noti: potenziamento del trasporto pubblico, limitazione di auto private, interventi graduali e contestuali a valide alternative in termini di mobilità. Il piano, ci tiene a sottolineare Carbone, è ritagliato sulla grande viabilità nord-sud, le interconnessioni autostradali, la soppressione dei passaggi a livello e la forte trasformazione urbana in atto, è fatto per una «città in movimento».
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