e' quanto emerso dalla riunione a porte chiuse in via Garibaldi
Referendum e “Grande Emilia” addio, avanti tutta verso l’accorpamento con Parma.
Sembrano essere queste le indicazioni emerse dall’incontro, in mattinata, tra il presidente della Provincia, Massimo Trespidi e i sindaci del territorio.
Un incontro a porte chiuse, che però non ha evitato a qualche primo cittadino di esprimersi sulla riunione, una volta all’uscita.
E così si è scoperto che “la Lombardia non ci vuole”, ha sussurrato qualcuno a denti stretti, o che “Modena ha dimostrato di non avere nessun interesse a spostare il proprio potere decisionale a Parma”.
A parte qualche comprensibile eccezione, la maggioranza dei quarantotto sindaci del piacentino si è quindi dichiarata concorde, seppur a malincuore, al ritorno a un ipotetico “Ducato di Parma e Piacenza”.
“E’ la soluzione più funzionale, pur andando a testa alta. Tutti i comuni della provincia hanno bilanci sani e quindi il nostro peso economico dev’essere garantito”, ha specificato Gabriele Girometta, sindaco di Cortemaggiore che ha poi giustificato la sua propensione con un tuffo nel passato: “Noi avevamo uno stato insieme con Busseto, per cui non ho limiti a pensare di essere nella provincia di Parma. Posto che sono preoccupato per la chiusura di un ente con il quale ci trovavamo bene. Speriamo di replicare con questa soluzione”.
Una pietra tombale sulla “Grande Emilia” è arrivata anche dal sindaco di San Giorgio, Giancarlo Tagliaferri: “Si stanno delineando visioni più realistiche e lontane dalla “Grande Emilia”, che è un’assurdità” ha confermato, sottolineando che la fusione con Parma è invece ben più di un’ipotesi, anzi, un vero e proprio auspicio dei primi cittadini piacentini: “Si, il discorso lombardo è da tenere in considerazione ma da parte loro non c’è nessun interesse nei nostri confronti. Eventualmente l’unica soluzione è verso Parma”.
Più pragmatico il primo cittadino di Caorso, Fabio Callori, il quale ha messo in guardia dalle ripercussioni che avrà una mancata decisione in tempi brevi, pur riconoscendo che il Referendum è una possibilità che non è stata presa in considerazione: “Le proposte sono state tutte diverse dal Referendum, mentre la maggioranza è indirizzata a mettere insieme Piacenza e Parma”, chiosando: “Cerchiamo di concretizzare e andare compatti per evitare lo spezzatino della provincia. Anche perché, per ora, l’unanimità non c’è ancora”.
Sembra infatti che, dall’incontro in via Garibaldi, come già emerso nei mesi scorsi, alcuni comuni siano intenzionati ad andare avanti pensando al proprio interesse particolare. Si tratta principalmente di Ottone (indirizzato verso la Liguria), Castelvetro e Pecorara (rispettivamente verso Cremona o la Lombardia più in generale).
Nel pomeriggio il presidente della Provincia Massimo Trespidi, che in mattinata non ha rilasciato dichiarazioni, ha in programma un incontro dell’Upi (Unione province italiane) e successivamente potrebbe annunciare la linea che adotterà l’ente piacentino in questa intricata riorganizzazione del territorio.
Gianmarco Aimi Piacenza 24 (da www.piacenza24.eu del giorno 11-09-2012)
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