Direzioni sanitarie a Castelsangiovanni e Fiorenzuola, si cambia. Anzi si azzera. In questa direzione infatti andrebbe la riorganizzazione aziendale interna all'Ausl - che non riguarda solo i vertici, ma anche il personale infermieristico e i tecnici. Il progetto sarebbe in una fase piuttosto avanzata e i due dirigenti medici, prima di essere ufficialmente estromessi dal proprio ruolo, avrebbero preferito lasciare l'incarico, ma certamente non senza malumori da parte delle intere direzioni dei due presidi sanitari periferici. Di fatto, nel progetto di cui si diceva le direzioni sono azzerate: la prima conseguenza un accentramento direzionale su Piacenza, ma si tratta di ipotesi ancora in corso di definizione. Precisamente, sui tavoli dell'azienda sanitaria, vi sarebbe una proposta, presentata al Collegio di direzione, che garantirebbe un unico nucleo di coordinamento, al posto dei tre distinti attuali, nei poli di Piacenza, Castelsangiovanni e Fiorenzuola. Alle viste, dunque, un unico "super direttore". La notizia, mai condivisa con i sindaci della Conferenza sociosanitaria e le organizzazioni sindacali, ad eccezione - pare - di quelle mediche, si è diffusa nei territori dei due distretti, dove già nei giorni scorsi è stato lanciato un primo allarme, aggravato dal fatto che i cittadini hanno già segnalato un progressivo impoverimento delle strutture. Ad esempio, da circa un anno, a Castelsangiovanni manca già la guardia cardiologica notturna. C'è chi sottolinea come un sacrificio possa essere necessario, se consente di salvaguardare i servizi, ma c'è anche chi ribadisce come dall'operazione non deriverebbe un risparmio consistente. La scelta aziendale sarebbe dunque dettata unicamente da una logica di efficientamento interno. Ma di certo non vi è nulla, almeno in forma ufficiale. La certezza è che nel giro di pochi giorni due figure di riferimento e di primo piano dei due ospedali sarebbero saltate. Si tratta di due professionisti assunti a tempo indeterminato, presenti da anni nei due presidi. Sia il presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, Francesco Rolleri, sia le organizzazioni sindacali territoriali, interpellati ieri da Libertà, precisano di non sapere nulla sulle scelte in corso di definizione. «Noi abbiamo incontrato l'azienda sanitaria per discutere una riorganizzazione che riguarda infermiere, operatori sanitari e tecnici e che è partita dall'inizio dell'anno - commenta Stefania Pisaroni (Cgil) -. Non abbiamo trattato l'area medica. Nella riorganizzazione di cui siamo a conoscenza vengono rivisti alcuni dipartimenti, per riformarne altri, con nuove figure di riferimento, stabilite sulla base dell'intensità della cura. Se la riorganizzazione sulle figure dei due direttori fosse confermata dall'azienda, ne saremmo preoccupati. Sia perché sarebbe testimonianza di decisioni prese altrove, fuori dai tavoli, sia per le ricadute su tutto il sistema». Elisa Malacalza LIBERTA' 28/10/2014
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