Un software per attrarre turisti e uomini d'affari su "Destinazione Piacenza" e un marchio del territorio affidato alla creatività dei giovani e destinato a durare nel tempo anche dopo l'esposizione universale milanese per la quale nasce. Infine, una previsione di spesa globale di 2,5 milioni di euro.
C'è questo ed altro nel masterplan destinato all'Expo 2015 ("Nutrire il pianeta - Energie per la vita") che è piaciuto a tutte le categorie economiche locali.
Infatti lo hanno approvato all'unanimità nel corso della riunione dell'Ats Expo, associazione temporanea di scopo, tenutasi ieri al quartiere fieristico di Le Mose sotto la regia del presidente Ats, Silvio Ferrari.
C'è anche una valutazione di massima di quanto costa mettere in cantiere l'operazione Expo a Piacenza: dai 2 ai 2,5 milioni di euro, incluso il costo della Piazzetta in fiera. Grosso modo l'investimento verrebbe fatto per il 75 per cento dal pubblico e per il 25 per cento dal sistema privato.
Alla riunione di Ats non mancava nessun socio, commenta lo stesso Ferrari con una certa soddisfazione. Il carattere plenario delle riunioni «è un segnale di attenzione e di coinvolgimento» che fa ben sperare sulla coesione delle forze impegnate nel progetto. Martedì prossimo in Provincia il masterplan verrà presentato al Consiglio di indirizzo formato dagli esponenti delle istituzioni. Sempre Ferrari riassume alcuni capisaldi del piano generale elaborato in queste settimane, per esempio è stato tracciato tutto il percorso dei primi quattro mesi alla Piazzetta Piacenza, già acquistata dalla nostra comunità. La struttura operativa incaricata di svolgere questo compito non è stata ancora individuata ma ci sono alcune candidature. Era necessaria vista l'ampiezza dei progetti e delle rappresentanze che vanno dalla città alla provincia.
Il contenitore della proposta turistico-economica è una Dmo, termine molto usato oggi e che diversi territori italiani stanno mettendo in campo per promuoversi, Dmo è l'acronimo di un'espressione inglese: Destination Management Organization, si tratta di un contenitore della progettualità, struttura che non si occupa solo di turismo e promozione, sarà gestita per lo più da privati e dentro vi stanno iniziative con programmi turistici e convegnistici, anche di business. C'è una parte software e c'è chi la governa. Dmo Piacenza potrà anche agganciarsi ad altre Dmo regionali (e non) per avere più visibilità.
E' stato poi messo in cantiere il progetto del marchio Piacenza che verrà affidato a un vivaio di giovani: «Avranno loro il compito di definire questo brand, deve rimanere come un lascito per il futuro, avremo un logo che racchiude la promessa del territorio Piacenza per un potenziale visitatore universale, oltre il tema del cibo».
Se ne saprà di più la prossima settimana, intanto si va avanti nella selezione dei progetti della comunità piacentina arrivati in abbondanza sui sei tavoli tematici (più uno generale): «Adesso i tavoli hanno finito di valutare i progetti, in via di massima passano quello che hanno capacità di autofinanziarsi - ripete Ferrari - oppure se non si autofinanziano hanno però le caratteristiche di impatto per chiedere un finanziamento, oppure hanno priorità progetti che entrano in sinergia con altri».
Pat. Sof. LIBERTA' 13/03/2014
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