Un milione e seicentomila euro di disavanzo nel bilancio di previsione 2014 dell'Asp Città di Piacenza, che gestisce fra l'altro il Vittorio Emanuele e gli Ospizi civili.
Uno scossone che non può lasciare indifferenti, perchè se nell'arco degli anni il "rosso" in bilancio (ripianato anche per il 2013 con l'alienazione di immobili) è stato sempre presente, il volume del "rosso" assunto nel nuovo documento finanziario per il 2014 ha connotati assolutamente inediti (il 2013 si era chiuso con un disavanzo di 1,1 milioni di euro).
Due giorni fa l'assemblea dei soci (socio di maggioranza è il Comune, c'è anche la Provincia) ha chiesto al Cda (in scadenza, in attesa del nuovo amministratore unico previsto dall'altrettanto nuovo statuto, che arriverà dalla Regione) di avanzare proposte per uscire dal tunnel. Proposte che potrebbero andare nella direzione di una verifica e di una ridefinizione dell'assetto gestionale conseguente al processo di accreditamento.
L'elemento di novità è che da giugno la gestione dei servizi offerti dall'Asp Città di Piacenza, tuttora retta dal presidente Leonardo Mazzoli, è divisa (spartiti gestione e incassi delle rette) tra Asp stessa e privato sociale (al Vittorio Emanuele, è subentrata una Ati formata da due cooperative, agli Ospizi civili opera una cooperativa).
Ma nell'equazione costi- ricavi i conti non tornano, almeno non quelli dentro le tasche dell'Asp. Così il presidente Mazzoli, partendo dal bilancio consuntivo 2013: «Avremmo chiuso a -820mila euro, abbiamo tuttavia ritenuto di produrre degli accantonamenti, il rosso 2013 si è chiuso a 1,1 milioni di euro. Un dato che ci ha detto esistere difficoltà dell'ente, come tutti gli enti di questa tipologia, difficoltà dovute alla insufficiente copertura di questi servizi: la tariffa riconosciuta non è adeguata, le rette che incassiamo sono rimaste ferme al 2005. E quindi - avverte Mazzoli - le entrate sono bloccate a discapito della crescita dei costi del servizio».
Ma il peggio arriva con il 2014. Peggio in termini finanziari, perchè le previsioni parlano di un passivo in procinto di lievitare a 1,6 milioni di euro. «Dopo l'uscita di scena della cooperativa estromessa dal Comune - prosegue Mazzoli - il piano di accreditamento ha introdotto una doppia gestione dei servizi, una in capo all'Asp, una al privato. La drastica riduzione delle entrate, per Asp, non è stata controbilanciata da una proporzionale riduzione dei costi. Da giugno in poi - prosegue Mazzoli - l'Asp ha perso ogni mese 150mila euro. I dati forniti all'assemblea dei soci fanno dire che forse bisognerà riflettere su questa situazione. I soci hanno dato mandato al Cda di fare proposte. Oltre ad una verifica dell'assetto gestionale conseguente al processo di accreditamento, credo sarà importante riflettere sull'affido ad Asp di nuove funzioni, in una concezione del Welfare più ampia dell'attuale».
Lo stesso sindaco Paolo Dosi non ha nascosto «molta preoccupazione da parte dei soci». «Non da oggi - prosegue Dosi - ci siamo attivati per mettere in campo azioni di contenimento dei costi e per una riorganizzazione interna».
Simona Segalini LIBERTA' del 29/08/2014
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