Reggi li convoca: «Le loro proposte avranno spazio nel Psc»
Definire con il contributo degli artisti piacentini dei criteri sulla progettazione dell'arredo urbano e sulla qualità architettonica della città, da inserire nelle linee guida del Piano strutturale comunale (Psc) - il nuovo strumento urbanistico territoriale - che saranno portate in consiglio comunale a metà marzo.
È l'obiettivo del sindaco Roberto Reggi, che in questi giorni ha convocato in municipio un gruppo di artisti. C'erano Giorgio Milani, Armodio, William Xerra, Alberto Esse (Spagnoli), Francesco Ferrari, e con loro il presidente dell'ordine degli architetti Benito Dodi. Il sindaco ha dato così seguito a quanto preannunciato nei mesi scorsi nel pieno delle polemiche sugli arredi delle rotonde, in particolare le quattro finite nel mirino di Vittorio Sgarbi prima e di Striscia la Notizia poi, quella cioè tra via XXI Aprile e via Campagna , le due di barriera Torino e quella della Besurica. «Farò un appello agli artisti piacentini che si sono distinti per meriti e amore civico», disse Reggi, «li convocherò a breve per chiamarli a contribuire a un ragionamento complessivo sull'estetica della città, che, a partire dall'allestimento delle rotonde, ci porti a definire un piano dell'arredo urbano, una programmazione ad ampio raggio per mettere ordine in una materia sviluppatasi negli anni in modo spesso disomogeneo».
L'appello c'è stato e anche il primo incontro. Che Reggi inquadra così: «Il tema dell'arredo urbano e della qualità architettonica non può più essere gestito in maniera estemporanea. In Comune non ho trovato nessuna carta organica e invece vorrei lasciare in eredità qualcosa di concreto. Ho chiesto aiuto ad alcuni artisti piacentini, che sono stati anche critici su varie questioni, rondò e non solo, così da avere da loro un contributo da inserire negli indirizzi del Psc per dare criteri univoci alla prossima aministrazione, cercando di valorizzare i segni della storia locale anche con le opere di arredo architettonico e non solo con azioni culturali». Gli artisti hanno fatto proposte che «mi sono già impegnato a inserire nel Psc», spiega il sindaco, altre ne attende per «integrare il documento tenendo conto della loro sensibilità».
E gli artisti (oltreché gli architetti rappresentati da Dodi) hanno apprezzato l'attenzione nei loro confronti. Almeno i due che abbiamo sentito, Esse e Xerra, che parlano di un'iniziativa per certi versi «epocale» di un sindaco che convoca gli artisti, che ha un solo precedente con Giacomo Vaciago. «Sono state accettate le tesi che in vari avevamo avanzato e cioè che su queste cose non c'è stata una visione d'insieme», è la sintesi che fa Esse. E sulle rotonde, da cui tutto è partito, l'orientamento di gran lunga prevalente è stato che per arredarle è bene che il profilo resti basso, «servono per fare circolare le auto quindi un arredo più semplice possibile, verde, magari fontane, ma non opere d'arte, specie se regalate da donatori». Ciò premesso, ci sono rotatorie che "salvare" è davvero complicato: sotto accusa è soprattutto quella di barriera Torino all'imbocco di via Taverna con le alte pale in ferro che, è stato fatto rilevare al tavolo, stonano innazitutto dal punto di vista urbanistico impedendo la visuale verso il centro città. Lo stesso sindaco, che pure in passato aveva messo in conto possibili rifacimenti per i casi critici, serebbe per sostituire quell'ingombrante arredo, ma rinviando a dopo le elezioni l'opportunità di una scelta di questo tipo. In generale. ha riferito ancora Esse, è stata sottolineata la necessità che ci sia «un quadro di riferimento normativo, con una commisisone ristretta che esamini le varie questioni e magari un soggetto che faccia da consulente artistico del sindaco anche se le decisioni spettano al consiglio comunale».
Artisti e architetti rivendicano attenzione (e non solo sull'arredo urbano: molto criticata la mancanza di uno spazio permanente per le arti visive) e la volontà di coinvolgerli di più pare reale. Esse resta guardingo («Vediamo gli sviluppi concreti»), Xerra concede credito parlando di «incontro propositivo e molto buono anche per il futuro della città, con dei suggerimenti importanti». « Il mio», ha spiegato, «è di impostare finché si può il futuro della città che si allarga, di identificare nuovi centri satelliti con nuovi elementi indicatori, altrimenti rischiamo di perderci nella periferia tra una rotonda e l'altra. Le rotonde vanno benissimo, solo che occorre qualche elemento visivo importante, che non siano sculture però». Gustavo Roccella
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