Lo smog è già alle stelle Superata la soglia d'allarme. Arpa: misure locali non bastano.
Sembra preistoria, ma ancora oggi per battere le micidiali polveri fini non resta che alzare la testa e spiare le condizioni meteorologiche, sperando che piova. Solo la pioggia, e solo per poco, ci può liberare dalle Pm10 che, puntuali, tornano ad assediarci. Mercoledì hanno superato il livello d'allarme. Non eravamo più abituati a vedere comparire sui tabulati dell'Arpa le terribili quattro stelle (indice di concentrazione maggiore) vicino a tutte le centraline cittadine (dal Pubblico passeggio al Capitolo) e a Cortemaggiore.
E in quanto ad aria cattiva, abbiamo surclassato, si fa per dire, le altre città emiliano-romagnole, con una media di 87 microgrammi al metro cubo di concentrazione di polveri (il limite è 55) di fronte ai 78 di Parma, inferiori tutti gli altri. E spulciando nei dati singoli, si scopre che al Capitolo la concentrazione sfiora i 103 microgrammi, il doppio di quanto sarebbe consigliabile per la salute pubblica. In attesa delle limitazioni del traffico a targhe alterne (dal 21 ottobre), ci si interroga su cosa fare.
Per Arpa non sono più possibili interventi solo locali, si deve ragionare a largo raggio. Purtroppo, archiviata l'estate, con l'autunno l'inquinamento legato soprattutto al traffico e in certa misura alle emissioni industriali e del riscaldamento, diventa un appuntamento fisso. «Siamo al 38° superamento dagli inizi del 2004 - specifica Sandro Fabbri, direttore di Arpa, l'Agenzia di prevenzione ambientale -, mentre ne sono ammessi al massimo 35». E novembre e dicembre non ci risparmieranno, come pure i primi mesi dell'anno, tradizionalmente difficili per la polveri fini e il loro ristagno. Peraltro nel 2004 il valore tollerato - per una convenzione europea - è di 55 microgrammi al massimo, mentre nel 2005 entra in vigore il limite ultimativo di 50 microgrammi. Un'ulteriore stretta di vite, anche se niente cambia nell'atmosfera. E dopo? Dopo, al danno si aggiungerà la beffa. Perché non solo la salute continua a soffrire, ma l'Unione Europea dal 2005 sanziona gli Stati che non attuano politiche di risanamento, e a cascata la mannaia potrebbe cadere sulle amministrazioni locali, sui Comuni non in grado di migliorare l'aria. Cosa ci può aiutare? «Le targhe alterne sono un provvedimento che dà un piccolo contributo, interventi più sostanziali si legano alla attuazione dei piani urbani del traffico - prosegue Fabbri - ma sono azioni che non hanno una efficacia risolutiva, anche se non si può prescindere dal metterle in atto, però occorre di più a questo punto, con azioni di ampio raggio per tutta l'area padana, da affrontare su scala regionale e interregionale e anche lo Stato deve fare la sua parte». Per Fabbri, interventi limitati a Piacenza, Parma e Reggio possono rivelarsi di efficacia limitata, specie in un quadro generale dove il trasporto-merci su gomma ha assunto dimensioni ragguardevoli, e dove ancora tanti sono i diesel di vecchia generazione altamente inquinanti (Piacenza nei provvedimenti prevede una limitazione più restrittiva di questi mezzi).
C'è da tener conto che, ben presto, gli enti locali, come la Provincia, dovranno dotarsi di loro strumenti di lotta allo smog. In via Garibaldi l'ufficio ambiente fa notare come si sia in attesa dei risultati di una campagna di misura e di simulazione del traffico a cui Arpa ha collaborato. Una volta completo il quadro provinciale, si metteranno a punto strategie per un piano di risanamento della qualità dell'aria, con probabile contenimento del traffico sull'agglomerato urbano, ovvero tutta la fascia di pianura. «Quello firmato a Bologna - spiega Gianluigi Ziliani, assessore provinciale all'Ambiente - è il terzo ed ultimo accordo regionale sull'inquinamento, dal 2006 dovranno essere pronti i piani di risanamento della qualità dell'aria, verranno fatte indagini puntuali, saranno modellate le emissioni delle industrie, i provvedimenti presi fino ad oggi sono efficaci fino ad un certo punto, andrà fatto uno sforzo ulteriore sul traffico che è solo una delle componenti in gioco». Oggi sulle limitazioni del traffico solo Piacenza «è obbligata ad aderire» per le sue dimensioni di oltre 50 mila abitanti, mentre in altri Comuni piacentini che vivono lungo importanti direttrici di traffico diventa più problematico decurtare la circolazione con targhe alterne. Si vedrà. Tra le soluzioni, il potenziamento del servizio pubblico e la sua velocità commerciale restano invece prioritari per tutti. pat.sof.
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