Mastica di politica da quando aveva i pantaloni corti. Un'attitudine sviluppatasi nell'associazionismo cattolico e sfociata negli anni ‘80 nel contenitore partitico più naturale, la Democrazia cristiana.
Silvio Bisotti, assessore alla pianificazione territoriale, al demanio e patrimonio, al progetto Smart city e ai rapporti con il consiglio comunale, è la persona giusta per un'analisi ponderata e a mente fredda delle turbolente giornate di formazione della giunta Dosi.
Un'analisi politica, da uno che viene considerato tra i più vicini al neo sindaco, condividendone per molti versi il percorso formativo e culturale; da uno che quelle roventi trattative all'interno di un Partito democratico sballottato dalla ruvida contrapposizione tra l'area Cacciatore e l'area Dosi le ha vissute in prima persona. «Credo che le tre settimane del dopo-ballottaggio siano state condizionate da due elementi. Il primo, come già ha riconosciuto il sindaco, l'aver cercato di coniugare il fare presto e il fare bene non è stato un buon consigliere in una fase così complessa. In secondo luogo, si sono forse sovraesposte delle letture troppo condizionate delle vicende degli ultimi mesi». Bisotti la spiega meglio e parte dalla conflittualità alle primarie del centrosinistra tra l'area Dosi e quella di Cacciatore: «Al momento di fare la giunta sono riemerse aspettative che la campagna per le primarie e poi quella per le elezioni hanno accantonato, e sono riemerse non secondo corrette valutazioni». Aspettative con al centro la carica di vicesindaco contesa da entrambe le correnti del Pd. E se, da un lato, «è vero che c'è chi le primarie le ha perse (Cacciatore, ndr) e che per chi ha alle spalle già due mandati da assessore, l'ultimo dei quali da vicesindaco, fare di quella carica un totem indiscutibile poteva apparire non opportuno (riferimento sempre a Cacciatore, ndr) », è anche vero, dall'altro lato, che «se si pensa di fare a meno di una intera componente del partito», oltretutto guidata da un recordman di preferenze quale si è dimostrato il vicesindaco uscente, il rischio di una spaccatura è il minimo da attendersi. Impraticabile, dunque, la prima giunta con l'esclusione dei "cacciatoriani" sull'onda di veti arrivati dall'area Dosi: «In quella fase credo che siano prevalse le emozioni, i protagonismi, chiamiamoli pure personalismi, senza tenere conto delle 1.200 preferenze prese da Cacciatore». Ma «alla fine si è trovato un equilibrio incoraggiante per la coesione del Pd e della giunta e per un'azione di governo in linea con gli impegni della campagna elettorale», si dice convinto l'assessore che indica nel successivo accordo sulla presidenza del consiglio comunale e sul capogruppo democratico «un segnale di questa ricomposizione». «Ciò che mi preoccupa di più è la percezione dei cittadini, che quanto avvenuto possa aumentare già l'immagine negativa dei partiti, la disaffezione dalla politica. C'è peraltro da considerare che le nostre difficoltà iniziali sono dovute anche al fatto che sentiamo forte la responsabilità di non disperdere il patrimonio di buon governo degli ultimi dieci anni, e nel contempo di dimostrare che davvero ce lo mettiamo tutta per fare in modo che i migliori anni siano davanti a noi».
L'urbanistica è una delle deleghe pesanti attorno alle quali hanno ruotato parte delle conflittualità nella formazione della giunta. Bisotti risponde così a chi storce la bocca perché è stata assegnata a un non tecnico: «Sono fra coloro che pensano che all'urbanistica non vadano messo gli architetti, meglio qualcuno senza condizionamenti legati al settore. Quanto alla gestione di problemi complessi, mi sono fatto una buona esperienza sia nella professione sia in altri ruoli. E comunque qui ci sono uffici con ottime competenze e una macchina amministrativa rodata che mi sento perfettamente in grado di gestire. Anche perché, in generale, mi propongo di muovermi secondo un'ottica di collegialità». Sul tavolo dell'assessore c'è una pratica più pesante delle altre, il Piano strutturale comunale (Psc) lasciato in eredità dalla giunta Reggi. Va adottato dal consiglio comunale, «andrà avanti il percorso iniziato, appena dopo l'estate ritengo che verrà ripreso a tutto tondo», fa il punto Bisotti: «Sono in corso di analisi le riserve presentate dalla Provincia e da altre istituzioni e categorie, ma nella sostanza mi pare che i suoi contenuti siano diffusamente apprezzati. Non mancherà dunque l'occasione di riaprire il dibattito, ma sarei prudente a parlare (come chiedono invece le associazioni ambientaliste, ndr) di una nuova fase di consultazioni allargata che già c'è stata». In agenda, poi, qualche pratica più spinosa delle altre. Borgo Faxhall ad esempio: c'è una convenzione siglata dodici anni fa e mai compiutamente applicata, prevede interventi urbanistici a carico di una proprietà privata che ha cambiato nome in questi anni e che paga, come tanti, lo scotto della crisi economica generale. Interventi a servizio del centro commerciale (parcheggio interrato per la clientela), ma pure per i pendolari (ancora parcheggi), e soprattutto la realizzazione della nuova autostazione delle corriere. «Occorre cercare di chiudere in tempi brevi questa partita dal momento che il cantiere per i lavori in piazza Cittadella (parcheggio interrato e riqualificazione in superficie, ndr) inizierà tra non molto costringendoci a trovare un'alternativa credibile al terminal dei bus».
Tra i dossier «delicati» Bisotti indica anche quello dell'ex Acna, l'area di via Tramello il cui intervento urbanistico è rimasto impantanato in un contenzioso giuridico tra Comune e proprietà con al centro la bonifica del terreno.
Quanto al tormentato progetto di palazzo uffici, «bisogna rimettervi mano verificando la sostenibilità economica, fermo restando che la vera sfida di questa operazione sono gli ingenti esborsi dalle nostre casse per la manutenzione delle attuali vetuste sedi comunali».
La partita più importante che Bisotti è chiamato a giocare è però quella delle aree militari e demaniali. «Finalmente qualche significativo passo avanti verso la possibilità di valorizzazione di beni dello Stato si sta vedendo per quanto attiene gli immobili demaniali, dodici dei quali sono in un elenco che sarà la base di un protocollo d'intesa con l'Agenzia del demanio». Quanto alle aree militari, il Psc «già comprende il tema portante della tutela del verde e dell'occupazione negli stabilimenti tenendo in dovuto conto le istanze di entrambe le controparti (Difesa e Comune, ndr) nonché l'esito del referendum per il parco alla Pertite a cui ci sentiamo moralmente e istituzionalmente vincolati. Nessuno però qui ha la verità in tasca, sarà fondamentale un'azione congiunta e sinergica con tutti i soggetti che insieme al Comune possono assumere dei ruoli, dalle altre istituzioni ai parlamentari piacentini e alle generalità delle forze politiche: chi ha idee da proporre si faccia avanti, nessuno vuole ergersi a protagonista unico».
Una ricerca del dialogo che è complessivamente nelle corde di Bisotti. E', non a caso, l'approccio con cui intende declinare la delega ai rapporti con il consiglio comunale: «Mi sforzerò di rendere il più possibile continuativo il rapporto tra la giunta e il consiglio, che le nostre proposte siano inoltrate nei tempi corretti. Mi impegno a fare in modo che non solo la maggioranza, ma anche la minoranza, sia sempre puntualmente coinvolta, cercando di stemperare tensioni e pregiudizi e di superare un vecchio stile antagonista di confronto, sfruttando la freschezza delle new entry consiliari tra i banchi dell'opposizione che hanno la disponibilità a intraprendere un'esperienza collaborativa e non barricadera, in una logica anche di riavvicinamento dei cittadini alla politica». Gustavo Roccella LIBERTA' 15/06/2012
CHI E' SILVIO BISOTTI. (guro) Cinquantasette anni, sposato con Silvana (insegnante), tre figlie: Cecilia, 18 anni, frequenta la quinta liceo scientifico; Laura, 26 anni, laureata all'Accademia d'arte di Bologna; Maria Chiara, 28 anni, educatrice in una cooperativa. Silvio Bisotti, diploma di maturità scientifica e studi filosofici alle spalle, è assessore alla pianificazione territoriale, al demanio e patrimonio, al progetto Smart city e ai rapporti con il consiglio comunale. L'unico suo precedente in un organismo elettivo risale all'85: capogruppo della Democrazia cristiana nel consiglio di Circoscrizione 3. Nel 1992 è stato eletto segretario provinciale della Dc. Nella seconda metà degli anni ‘80 è stato presidente del'Azione cattolica diocesana, a fine anni ‘90 del Consiglio scolastico provinciale. Dal 2002 al 2001 (per quasi tre mandati) ha ricoperto l'incarico di presidente di Piacenza Expo. Di professione bancario: nel 1978 vinse un concorso alla Cassa di Risparmio, dove è sempre rimasto occupandosi di marketing e relazioni esterne. Oggi è un quadro direttivo di Cariparma, in attesa di entrare in aspettativa a seguito della nomina nella giunta Dosi.
15/06/2012
|