L'uscita di Forza Italia dalla commissione speciale per le aree militari ha aperto un caso all'interno del Partito Democratico. Durante il consiglio comunale di lunedì, il capogruppo Pierangelo Romersi ha invitato il vicepresidente e compagno di banco Christian Fiazza a convocare l'organismo (il presidente Gianni D'Amo di PiacenzaComune si è dimesso). Il diretto interessato, però, non è intenzionato ad ascoltarlo: «Ho ascoltato l'invito di Romersi e di esponenti di altri partiti - spiega Fiazza - ma non ritengo che sia mio compito riunire la commissione per compiere una valutazione sul suo destino. Si tratta di un organismo speciale, che è nato formalmente in consiglio comunale e che lì deve tornare: è intera l'aula che deve decidere se chiuderlo, modificarlo o farlo sopravvivere alle vicende di questi mesi. La palla - conclude - è in mano alla conferenza dei capigruppo, che dovrà decidere se e quando inserire la discussione in un ordine del giorno di un futuro consiglio comunale».
Ma l'addio degli azzurri Filiberto Putzu e Sandro Ballerini ha lasciato altri strascichi, ben più polemici.
In particolare, l'ex presidente D'Amo non ha gradito le parole con cui il primo ha motivato le dimissioni: «Consentire al consigliere Putzu di farmi passare per il "presidente di Reggi", "voluto da Reggi per pagare un debito elettorale" - scrive D'Amo - mi sembra francamente eccessivo e ingiusto: nei confronti del sindaco e miei, oltreché della realtà dei fatti. Senza eccessivo sforzo di memoria, non sarà difficile al consigliere e già candidato-presidente Putzu ricordare quanto segue: la commissione, proposta in campagna elettorale del sindaco, è poi nata per decisione e conseguente delibera del consiglio comunale, non del sindaco o della giunta. Il consiglio stesso - aggiunge - in seduta plenaria ne ha eletto il presidente: a quella seduta il sindaco-consigliere Roberto Reggi non era presente e dunque non ha votato, i consiglieri del suo partito (il Pd) si sono astenuti, dei consiglieri della lista civica che reca il suo nome, due si sono astenuti, due hanno votato D'Amo e tre hanno votato Putzu. Non ho mai avuto e non ho crediti da riscuotere o debiti da onorare con chicchessia - conclude - e non sono stato né avrei accettato di essere un presidente di commissione alla Villari: non appena è venuto meno il carattere bipartisan della Commissione speciale, nella sostanza ancor prima che nella forma, ne ho preso atto, dimettendomi».
LIBERTA' del 26/11/2008
IL COMUNICATO DI GIANNI D'AMO Anche se la considero un errore politico, prendo atto serenamente e con la coscienza tranquilla della decisione di Forza Italia di uscire dalla Commissione speciale aree militari, che ho presieduto fino a un mese fa. Ma consentire al Consigliere Putzu di farmi passare - come ho letto sulla stampa - per il "Presidente di Reggi", "voluto da Reggi per pagare un debito elettorale", mi sembra francamente eccessivo e ingiusto: nei confronti del Sindaco e miei, oltrechè della realtà dei fatti. Senza eccessivo sforzo di memoria, non sarà difficile al Consigliere e già Candidato-presidente Putzu ricordare quanto segue. Primo. La Commissione, proposta in campagna elettorale del Sindaco, è poi nata per decisione e conseguente delibera del Consiglio comunale, non del Sindaco o della Giunta. Secondo. Il Consiglio stesso in seduta plenaria ne ha eletto il Presidente nella mia persona il 18 dicembre 2007: a quella seduta il Sindaco-consigliere Roberto Reggi non era presente e dunque non ha votato; i Consiglieri del suo partito (il Pd) si sono astenuti; dei Consiglieri della lista civica che reca il suo nome, due si sono astenuti, due hanno votato D'Amo e tre hanno votato Putzu. Stando così le cose dalle parti di Reggi, il mancato-presidente Putzu avrebbe dovuto allora, e tanto più dovrebbe riflettere oggi, sul seguente inoppugnabile fatto: l'aver egli raccolto solo quattro (4) dei quindici potenziali voti del Centro-destra (ai quali ha poi disinvoltamente aggiunto il suo). Quanto a me, non ho mai avuto e non ho crediti da riscuotere o debiti da onorare con chicchessia. L'unico debito elettorale da me contratto è quello con gli elettori (e non solo i miei, ma tutti), cioè con la città. Cerco di farvi fronte quotidianamente, con quanta energia e intelligenza mi ritrovo. Non sono stato né avrei accettato di essere un Presidente di Commissione alla Villari: non appena è venuto meno il carattere bipartisan della Commissione speciale, nella sostanza ancor prima che nella forma, ne ho preso atto e immediatamente tratto le conseguenze, dimettendomi dalla presidenza. A Filiberto Putzu e a molti altri potrà pure sembrare strano, ma non di sole cariche è fatto l'impegno politico. Mi consento di dirlo (rischiando la retorica, ma senza timore di smentita), visto che tale convinzione orienta i miei comportamenti politici e personali ormai da parecchi decenni. Gianni D'Amo, Consigliere comunale di Piacenzacomune
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