di MICHELE RANCATI
E' l'unica donna in lizza per la poltrona di Governatore dell'Emilia Romagna, scelta personalmente dal premier Silvio Berlusconi per sostituire il candidato originale del centrodestra Giancarlo Mazzucca, che ha deciso di correre come sindaco a Bologna. Anna Maria Bernini, 45 anni, deputata del Popolo della libertà, è anche un avvocato in carriera, balzata agli onori della cronaca perchè assieme al padre Giorgio (ministro per il commercio estero nel primo governo Berlusconi) è stata il legale di Luciano Pavarotti e ha assistito la vedova Nicoletta Mantovani alla morte del tenore nella battaglia per l'eredità.
Anna Maria Bernini, aveva mai pensato di potersi candidare alla presidenza dell'Emilia Romagna? «Chi, facendo politica, non vorrebbe amministrare la Regione in cui è nato e cresciuto? Non posso dire che fosse un mio obiettivo immediato: devo questa opportunità ai due cofondatori del mio partito, al presidente Berlusconi, che ha pensato che io potessi essere la persona giusta, e al presidente della Camera Gianfranco Fini, che mi ha molto incoraggiata».
Quanto può influire sul voto lo scandalo Delbono e quanto può farlo il caso delle liste Pdl contestate in Lazio e Lombardia? «Speriamo non ci sia troppo astensionismo. Anzi, a tal proposito, colgo l'occasione per fare un accorato appello al voto. Decidere di non votare è decidere di far decidere qualcun altro. Il motto della nostra campagna elettorale e' chiaro: "Invece decidi tu". Mi spiace che la discussione sul merito delle questioni e il dibattito sui programmi sia stato nell'ombra. E' importante che in questi ultimi giorni riusciamo a riprendere questa dimensione, a discutere di quale Emilia Romagna vorremmo. E' fondamentale perché il giorno delle elezioni si può votare pensando alle liste, ma il verdetto delle urne consegnerà al vincitore precise responsabilità di governo».
Ha parlato spesso della necessità di portare aria nuova in Regione dopo i due mandati di Errani: come giudica il lavoro del presidente uscente e quali sono le principali novità che intendente portare in caso di elezione? «Non voglio parlar male del mio avversario, anche se mi dispiace che non abbia voluto confrontarsi con me. Mi dispiace non avere avuto modo di discutere pacatamente con lui sulle diverse opzioni ideali che rappresentiamo, e sulle diverse strategie d'azione che proponiamo. Quello che rimprovero ad Errani è proprio questa protervia. La stessa protervia che lo ha portato a procrastinare il confronto proprio il penultimo giorno di campagna elettorale, la stessa che lo ha condotto a governare l'Emilia Romagna con modi da feudatario, senza creare condizioni effettive di trasparenza. Se vinceremo le elezioni, sarà proprio questa la prima cosa da cambiare: attueremo una trasparenza vera, perché tutti i nostri concittadini si ricordino di avere espresso una scelta democratica e non possano confondersi, immaginando di essersi limitati a fare un cenno di consenso a un satrapo, come avviene ora».
Piacenza è stata spesso considerata la "periferia trascurata" dell'impero: è d'accordo? Quali sono le sue intenzioni per valorizzare e sostenere il nostro territorio? «Il Piacentino è un territorio di importanza fondamentale, per la nostra Regione. Non è né sarà mai una "periferia dell'impero". Le eccellenze di Piacenza nell'agroalimentare, il suo patrimonio imprenditoriale così vibrante, le sue bellezze di città d'arte. Tutto questo deve essere opportunamente valorizzato in un'ottica di sistema che faccia perno su ricette che possano aiutarci a migliorare la performance della Regione in frangenti fondamentali ovunque: come il turismo, come la cultura. Ma questo è anche e soprattutto un territorio industriale, che deve riprendersi dalla crisi attraverso un uso opportuno della leva fiscale (abbasseremo quanto più possibile l'Irap) e attraverso politiche per la formazione che riqualifichino l'offerta di lavoro sulla base della domanda di competenze delle imprese».
Po, pendolari e infrastrutture: tre temi centrali per Piacenza. Che proposte avete? «Puntiamo sulle liberalizzazioni per aprire il trasporto pubblico locale alla concorrenza, stimolando l'arrivo di privati di qualità, a vantaggio di tutti gli utenti. E puntiamo sulle semplificazioni per rendere l'evoluzione infrastrutturale della nostra Regione più semplice, lineare ed agevole di quanto non sia stata in passato. Molti autorevoli esponenti del centrodestra sono convinti che mai come in questa occasione è possibile battere il centrosinistra Ma possiamo farcela solo se lottiamo tutti assieme».
LIBERTA' del 25/03/2010
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