«Non abbandono la nave a pochi mesi dalla fine del mandato. Inizio col 2014 una nuova stimolante esperienza professionale» Entro la fine dell'anno Andrea Paparo, assessore provinciale a Politiche del lavoro, Sistema scolastico e della formazione, Sostegno all'artigianato e al commercio e Innovazione tecnologica, consegnerà ufficialmente le sue dimissioni dall'incarico. Il 2014, per lui, sarà quindi l'anno dell'inizio di una nuova attività professionale. Una notizia che circola da parecchi giorni negli ambienti politici piacentini e sulla quale abbiamo chiesto allo stesso assessore di fare chiarezza.
Assessore Paparo, lascia la nave, anche se a soli cinque mesi dalla fine del mandato. Le Province sembrano arrivate alla fine, e tanti, sempre più spesso, paiono in generale impegnati a ricollocarsi altrove: in questo scenario la sua sembra una scelta in controtendenza...
Un politico storico, non anagraficamente parlando, che ha iniziato a masticar politica a 14 anni, sceglie di staccare per un'attività professionale. È la fine di un'era o semplicemente la voglia di una vita più tranquilla? «Non abbandono la nave in quanto si tratta solo di anticipare di poco la naturale scadenza dell'incarico e sono attualmente impegnato a chiudere entro fine anno tutti gli impegni da assolvere. Comincio con l'inizio dell'anno nuova una stimolante ed impegnativa esperienza professionale, una fase della mia vita nuova, che non mi permetterebbe di fare bene entrambe le cose».
Lei fa parte anche dell'Ufficio di presidenza dell'Upi, l'Unione Province d'Italia. Sulle Province, a proposito, il teatrino dell'abolizione "sì o no" continua. Che idea si è fatto su questo confuso iter di riforma istituzionale? Perché tanti annunci e mai un punto d'approdo? «Mi sono convinto che questa vicenda sia diventata un simbolo della poca serietà del dibattito sulle riforme nel nostro Paese. Ipotesi fatte con superficialità, in assenza di dati oggettivi che provino i vantaggi prospettati, incertezza su funzioni e tempi che rischiano di fare maggiori danni, rendendo inoltre particolarmente difficile lavorare bene con obiettivi a medio termine. Colgo solo la volontà di buttare in pasto all'opinione pubblica un trofeo pur di non toccare i veri privilegi e i veri sprechi di cui l'Italia è ancora, purtroppo, piena».
Come assessore alle Politiche del Lavoro, tenuto stretto il contatto in questi anni con i sindacati e le forze imprenditoriali del nostro territorio, come immagina il futuro per le sue figlie? «Credo che in Italia ci sia necessità di una forte dose di realismo e di ottimismo. Il primo, perchè ci imponga di guardare in faccia la realtà e i veri problemi, assumendoci responsabilità, dicendo le cose come stanno ai cittadini senza facili e dannose promesse e confrontandoci su come affrontare, anche con sacrifici, i problemi assieme. Il secondo per tornare a sognare, creare, intraprendere, reagire e battersi. Ci vogliono volontà e coraggio per fare scelte anche difficili che guardino al futuro, per difendere l'Italia e l'Europa dal declino».
La sua decisione avrà conseguenze anche in Comune, dove è consigliere di minoranza? «Non lo escludo».
Elisa Malacalza, Libertà del giorno 08/12/2013
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