Piacenza seconda nel registro dell'Emilia Romagna
Piacenza è la seconda provincia dell'Emilia Romagna a rischio tumori causati dall'amianto.
Si sta parlando del mesotelioma maligno, il tumore alla pleura.
Da un'indagine effettuata dal Servizio sanitario regionale dell'Emilia-Romagna (l'aggiorna, Piacenza ha il secondo tasso di incidenza più alto di tutta la regione (assieme a Ferrara) dopo quello di Reggio Emilia.
Lo studio è stato redatto dall'unità di epidemiologia del Dipartimento di sanità pubblica dell'Azienda Usl di Reggio Emilia, in particolare da Antonio Romanelli, Lucia Mangone, Cinzia Storchi e Silvia Candela.
Il dato si riferisce alla popolazione maschile e presenta un tasso medio di 3,2; a Reggio Emilia hanno un 4,4. Diverso il tasso piacentino riguardante la popolazione femminile: 1,3. Meno della metà dell'incidenza maschile ma un preoccupante terzo posto in regione, dopo Reggio Emilia e Parma.
«È un dato costante dal 1995 ad oggi - spiega la dottoressa Anna Bosi, responsabile del settore che si occupa dell'amianto per il dipartimento di sanità pubblica dell'Ausl -. Secondo l'indagine di aggiornamento del registro regionale il dato non risulta facilmente interpretabile per le province di Piacenza e Modena, dove non esistono luoghi di fabbricazione di eternit». «Quello alla pleura - continua l'esperta - è un tumore che ancora si riesce a tracciare con certezza costituendo una prova le scaglie di amianto nei polmoni. Diversamente, per altri tipi di tumore, tipo quello al polmone, non esiste una certezza che ci porti ad una determinata causa».
Il mesotelioma maligno a Piacenza ha colpito 96 volte dal 1996 ad oggi, ovvero dall'introduzione del registro regionale dei mesoteliomi. Rimane una malattia terribile - viene spiegato - con una sopravvivenza molto bassa a 6 mesi dalla diagnosi. La mortalità è pressoché totale. I dati di incidenza nella popolazione generale sono di 1-7 casi per milioni di persone all'anno, mentre nelle persone esposte ad amianto l'incidenza è di cento-mille volte superiore.
L'insorgenza si manifesta nell'85 per cento dei casi dopo 25 anni dall'inizio dell'esposizione. «La patologia può insorgere anche per esposizioni ad amianto modeste e limitate nel tempo - evidenzia la dottoressa Bosi, citando lo studio reggiano -: sono stati descritti casi in lavoratori esposti a dosi persumibilmente basse ed in familiari di esposti che si occupavano, in ambiente domestico, della pulizia degli ambienti di lavoro contaminati. Sono stati documentati inoltre casi insorti per esposizione ambientale nei residenti in zone adiacenti ad insediamenti industriali».
«Non è possibile sapere perché Piacenza si colloca in una posizione così alta in regione - ribadisce -. Noi abbiamo fatto un censimento sull'amianto intorno agli anni duemila, sul friabile. Un censimento su chiamata (per enti pubblici e aziende) al quale ha risposto il 30 per cento degli intervistati. Quasi tutti coloro che hanno risposto hanno rimosso l'amianto o lo hanno tenuto sotto controllo. Il Comune di Piacenza lo ha rimosso dalle scuole e sta continuando con le coperture, rimane però il problema dei privati».
I dati piacentini, secondo la dottoressa Bosi, sono preoccupanti e «ci chiamano ad una sempre maggiore attenzione, occorre tenere sotto controllo i propri materiali contenenti amianto, verificare chiamando un tecnico il quale dovrà poi comunicare all'Azienda Usl (che ha compito di vigilanza) il piano di lavoro». A l momento sono circa 250 all'anno i piani di intervento che vengono comunicati all'ufficio di piazzale Milano. Ma le coperture private in eternit sfaldato potrebbero essere molte di più. Federico Frighi
AMIANTO E CANCRO. L'amianto rappresenta un pericolo per la salute a causa delle fibre di cui è costituito e che possono essere presenti in ambienti di lavoro e di vita e inalate. Il rilascio di fibre nell'ambiente può avvenire o in occasione di una loro manipolazione o lavorazione o spontaneamente, come nel caso di materiali friabili, usurati o sottoposti a vibrazioni, correnti d'aria, urti, ecc. L'esposizione a fibre di amianto è associata a malattie dell'apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi). Insorgono dopo molti anni dall'esposizione: da 10 - 15 per l'asbestosi ad anche 20 - 40 per il carcinoma polmonare ed il mesotelioma. L'asbestosi è una patologia cronica, ed è quella che per prima è stata correlata all'inalazione di amianto. Consiste in una fibrosi con ispessimento ed indurimento del tessuto polmonare con conseguente difficile scambio di ossigeno tra aria inspirata e sangue. Si manifesta per esposizioni medio-alte ed è, quindi, tipicamente una malattia professionale che, attualmente, è sempre più rara. Il carcinoma polmonare si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Questa grave malattia è causata anche da: fumo di sigarette, cromo, nichel, materiali radioattivi, altri inquinanti ambientali (idrocarburi aromatici di provenienza industriale, derivati del catrame, gas di scarico dei motori). Il fumo di sigarette potenzia enormemente l'effetto cancerogeno dell'amianto e quindi aumenta fortemente la probabilità di contrarre tale malattia. Il mesotelioma è un tumore raro, della membrana di rivestimento del polmone (pleura) o dell'intestino (peritoneo), che è fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi. Sono state descritte, inoltre, patologie al tratto gastrointestinale e alla laringe per le quali l'associazione con l'asbesto è più debole e resta da stabilire in via definitiva una sicura dipendenza.
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