L'ANTEFATTO. «Il nome non è ancora deciso, stiamo lavorando anche sul simbolo e io sono ottimista. Pensavo di chiamarlo Partito Repubblicano, però mi sono ricordato che il Pri di Spadolini non è mai andato oltre il 5%. E allora credo che sia meglio mantenere il nostro brand, lavorando su una sigla, come potrebbe essere Alleanza per la Libertà». (Silvio Berlusconi in un'intervista al settimanale Gente)
Nel 2006 si voterà Unione o Alleanza. Questo è almeno l'auspicio di Silvio Berlusconi che insiste con il disegno di ristrutturare il centrodestra per farne un unico partito e mette sul piatto la nuova griffe (o «brand» come ha sottolineato il premier) : Alleanza per la libertà. Tuttavia, Forza Italia a parte, il nome proposto dal presidente del Consiglio lascia un po' freddi gli alleati. Se Alfredo Biondi applaude per la scelta del termine che è «felice sintesi di tre umanesimi, quello liberale, quello cristiano e quello sociale», gli accenti nel resto della Cdl sono tutt'altro che entusiasti.
Le forti resistenze dell'Udc a confluire nel partito unico si associano infatti ai dubbi sulla sigla berlusconiana. Il ministro per i beni culturali, Rocco Buttiglione si esprime così sulla questione del nome: «Libertà è una bella parola; fa venire in mente il motto Libertas di un grande partito del passato. Forse però dei nomi è bene parlare dopo».
La vicenda non appassiona nemmeno la Lega Nord, nonostante la strategia ad includerla di Berlusconi. In attesa che si pronuncino i vertici lùmbard, Calderoli e soci fanno capire di non aver alcuna intenzione di abbandonare il Sole delle Alpi che campeggia sul simbolo del Carroccio per sciogliersi nel nuovo contenitore berlusconiano. «Cosa ne penso del partito unico? Non sono contrario, basta che non ci riguardi», taglia corto Roberto Calderoli. Quanto sul nome, è inutile persino cimentarsi, perché per usare le espressioni di Calderoli «prima di decidere se avere il tettuccio apribile o metallizzato, bisogna avercela la macchina...».
Nemmeno in An «l'Alleanza per la libertà» riceve un 'accoglienza calorosa. Il capo della segreteria politica di via della Scrofa, Carmelo Briguglio diffida delle «fughe in avanti» e dalle «accelerazioni». Insomma «adelante con juicio», sintetizza il dirigente aennino. Per di più, se proprio si vuole discutere di nomi allora resta in piedi la proposta di Gustavo Selva che tre giorni fa, ben prima dell'esternazione del premier, aveva lanciato l'ipotesi di chiamare la casa comune dei moderati semplicemente "Libertà".
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