Già quindici "sforamenti" delle polveri sottili (pm10) messi a segno dall'aria di Piacenza dall'inizio dell'anno (sui 35 permessi dalla Ue per l'intero anno).
La Primogenita, purtroppo, si colloca ai primi posti della classifica delle città italiane dove dall'inizio del 2010 la qualità dell'aria che respiriamo è peggiore (quarti, a pari merito con Rovigo, mentre la top-ten è guidata da Milano). Nè conforta aver la conferma (dalle anticipazioni del report Mal'aria di Legambiente) che nel 2009 gli sforamenti erano stati meno che l'anno prima. Positivo frutto dei blocchi al traffico riproposti anche oggi dalla città emiliano-romagnole, per qualcuno, ma anche di una più fausta coincidenza meteo (il 2009 è stato generoso di precipitazioni), evento questo non certo programmabile.
Piacenza, secondo le anticipazioni della ricerca di Legambiente (che verrà presentata a febbraio) figura al 17esimo posto in Italia per maggiore inquinamento (ovvero 83 superamenti), e prima, purtroppo, in Emilia Romagna.
Male sul fronte delle pm10, male, conseguentemente anche sul fronte del particolato più fine, le pm2,5, per le quali la direttiva europea non è stata ancora recepita dall'Italia ma prevede un valore limite di 25 milligrammi per metro cubo al 2015. Arpa sta misurando due postazioni, Besenzone (bassa vicino Villanova) che misura il fondo, zona non particolarmente inquinata, e dal 2009 Montecucco, vicino alla città. Due giorni fa, il 25 gennaio, la media delle pm2,5 registrata a Montecucco è risultata pari a 68 microgrammi per metro cubo, e 63 microgrammi nella stazione Arpa di Besenzone.
«In questi ultimi giorni - fa il punto la presidente di Legambiente Piacenza Laura Chiappa - abbiamo registrato una serie notevole di sforamenti: per le pm10 15 giorni su 26, per le pm2,5 abbiamo visto 19 superamenti del limite fissato dalla direttiva europea, non ancora recepito dall'Italia, pari a 25 microgrammi per metro cubo. Con alcuni picchi estremi come il 25 gennaio, quando le pm2,5 hanno toccato 68 microgrammi. Se li confrontiamo con gli 83 sforamenti del 2009, dobbiamo riconoscere che abbiamo uno stato dell'aria grave per la salute. Le pm2,5 - avverte la presidente piacentina di Legambiente - hanno effetti gravi sull'organismo, ancora più delle pm10, in quanto penetrano in maggiore profondità dentro ai polmoni e quindi provocano problemi sia dal punto di vista respiratorio che cardiocircolatorio. Questo non lo dice solo Legambiente ma varie ricerche epidemiologiche e, soprattutto, l'Ordine dei medici compresi quelli di Piacenza. A questo punto siamo preoccupati del silenzio delle istituzioni, e torniamo a chiedere un intervento che non sia soltanto la questione delle targhe alterne, del blocco parziale o anche totale, che ormai si è dimostrato superato. Vorremmo dunque misure più incisive nella fase dell'emergenza, cioè blocchi auto più prolungati, ma soprattutto misure più incisive a lungo termine: necessitiamo di una riorganizzazione della mobilità nella città. Certo, occorrono alternative alle auto private: quindi un efficiente sistema trasporto pubblico e su rotaia, pensando sistemi alternativi quali il car sharing. E vanno potenziati i parcheggi scambiatori dove la gente sostituisca l'auto col bus-navetta, possibilmente gratuito. Pensiamo inoltre sia necessario estendere il protocollo con le industrie, perchè un altro dato dello smog è quello delle industrie intorno e fuori dalla città».
dal Quotidiano LIBERTA' del 27/01/2010
|