Passo in avanti significativo nella delicata partita dello spostamento di alcuni importanti e storici stabilimenti militari oggi nel cuore della città. Superato lo scoglio delle intenzioni della Difesa, si entra nel vivo dell'argomento con gli aspetti più squisitamente tecnici, primo fra tutti le dimensioni delle aree di cui l'Esercito ha bisogno per liberare in cambio spazi strategici come l'ex Arsenale di viale Malta, un'enorme porzione di terreno in centro storico, contrassegnata anche dalla presenza del castello farnesiano. Si sono incontrati in municipio il generale Mario Morelli e il colonnello Gian Roberto Cossu in rappresentanza dell'Ispettorato logistico dell'Esercito con l'assessore al Demanio Francesco Cacciatore, il direttore generale del Comune Massimo Gambardella e il dirigente del settore Territorio del Comune, Claudio Maccagni. Il tema affrontato non è certo nuovo, ma questa volta i presupposti sembrano i migliori. L'Esercito si è impegnato a fornire, a breve, una definizione dettagliata delle aree in uso e quindi dei bisogni. Si parla di grandi cifre, in metri quadrati. Una stima molto sommaria oscilla dai 200mila ai 400mila metri. Infatti le dimensioni attualmente occupate di superfici sono imponenti, ma non è detto che tutto serva, anzi, a quanto pare - come nel caso dell'ex Arsenale - l'utilizzo effettivo attuale sarebbe molto più ridotto rispetto all'area a disposizione, basti pensare - nel caso del Polo di mantenimento pesante nord - come tutta la fascia degli antichi bastioni farnesiani non sia utilizzata. Dunque, se gli appezzamenti occupati sono enormi, meno estesa è l'area effettivamente necessaria dalle forze militari, per cui si valuta che, grosso modo, servano perlomeno 200mila metri quadrati utili da offrire in cambio. E c'è chi ricorda, come l'architetto Maccagni, che la questione - in passato - aveva già trovato soluzioni, poi sfuggite di mano per il prolungarsi dei tempi. Per esempio, nel vecchio piano regolatore della città, siamo nel 1980, era inserita una grande area a disposizione dei militari e precisamente quella dove è poi sorto il primo grande magazzino di Ikea a Le Mose. Collocazione, quella vicina al polo logistico, che appare ancora fra la più idonee anche per la presenza dell'intermodalità (ferrovia più strada). E si questo terreno il Comune potrebbe valutare anche una variante al piano regolatore. In quanto al clima degli incontri, oggi l'aria sembra cambiata. Solo pochi giorni fa il dialogo svoltosi a Roma tra amministratori piacentini, fra cui il sindaco Roberto Reggi e l'onorevole Tommaso Foti, con il ministro della Difesa Antonio Martino non solo sembra aver sgombrato il campo dai timori sul futuro anche occupazionale del Polo di Mantenimento, ma ha aperto sostanziosi spiragli sulle opportunità di delocalizzare l'ex Arsenale, lo stabilimento Macra di via Emilia Parmense e il Laboratorio del Genio Pontieri di piazza Cittadella per i quali sono peraltro in predicato forti investimenti tecnologici. L'assicurazione del valore del polo militare piacentino, del mantenimento dei livelli occupazionali e infine del potenziamento produttivo, vanno ormai di pari passo con la consapevolezza che tenere stabilimenti militari in pieno centro è per lo meno obsoleto e sul medio periodo va cercata una valida alternativa.
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