Apparentamenti, si aprono i giochi
Nel giorno in cui il candidato del centrodestra incassa un risultato negativo al primo turno di voto, ma accede comunque al ballottaggio, il fratello Alberto Squeri (assessore al Commercio e Cultura della Giunta Reggi) ufficializza una decisione che era già nell'aria. E cioè che appoggerà Dario nella corsa verso Palazzo Mercanti.
«E' una scelta libera e coerente - spiega dalla Squeri Point di largo Battisti - come tutte quelle che ho preso, fin da tre mesi fa quando sono uscito dalla Margherita e il giorno successivo mi sono dimesso dall'incarico di assessore. Dopo di che ho scelto di non candidarmi, nonostante entrambe le liste me lo proponessero, perché preferivo rimanere defilato».
Ma adesso Alberto Squeri ha deciso di "scendere in campo" in un «ballottaggio importante, che - spiega - mette a confronto due modelli di città molto diversi con due persone entrambe valide e degne». «Questa città - aggiunge - ha la possibilità di scegliersi il proprio futuro con chiarezza e, spero, senza interferenze "tattiche" e"strategiche" finalizzate solo ad assommare voti».
Alla causa del leader di Piacenza Libera, Alberto Squeri ritiene di portare «un significativo contributo di idee e di moderazione, che non significa essere un conservatore, credo di averlo dimostrato come assessore. Essere un moderato vuol dire avere un atteggiamento di ascolto e di rispetto verso tutti, anche di quelli più antipatici, quelli che sai che non ti ascoltano, perfino quelli che sai essere in malafede, ma che comunque sono cittadini e che vanno rispettati». Non crede per questa sua decisione di essere etichettato come "voltagabbana". «Voglio essere coerente, come lo sono sempre stato - spiega - nessuno può pretendere di ingabbiare le idee altrui. E se Follini, che faceva il vicepresidente del Consiglio con Berlusconti, oggi diventa l'eroe osannato dal centrosinistra, qualcuno mi deve spiegare perché non si possa fare - altrettanto legittimamente - un percorso come il mio. Io Follini lo rispettavo allora e lo rispetto anche oggi e chiedo altrettanto rispetto per le mie scelte». Per ora comunque non abbraccerà il progetto del Cpe. «Questo è un passaggio successivo - precisa - oggi si parla di ballottaggio e di due scelte politiche diverse. Io non rinnego quello che ho fatto, ma guardo al futuro e sinceramente questa coalizione di centrosinistra non mi convince, così come non mi convince - come vorrebbe qualcuno - un consiglio comunale con una maggioranza di trenta voti. Sarebbe troppo comodo. Ho sempre rispettato le minoranze perché ritengo il loro lavoro sia importante e debba essere tutelato». gielle
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