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Al Jazeera fa festa nella città delle Crociate

di ANDREA MORIGI

Pubblichiamo a scopo informativo il "duro" l'articolo apparso sulla prima pagine del quotidiano Libero del 29 ottobre 2006, a firma Andrea Morigi.


Arrivano gli islamici di Al Jazeera, invitati dall'amministrazione locale a una festa per il decennale della tv del Qatar.
L'invasione culminerà il prossimo primo novembre nella conquista del teatro comunale, ma il centro della città in cui nel 1095 fu bandita la prima Crociata è già occupato da anni.

All'imbrunire, piazza Cavalli si trasforma in una casbah piena di immigrati (in città sono il 9,3% dei residenti), che si alimentano negli spacci di kebab di via Roma.

Mentre i piacentini abbandonano il capoluogo e si trasferiscono in campagna, gli unici in grado di tener testa agli islamici sembrano essere i negozianti cinesi di via XX settembre.

In occasione del grande evento multietnico che si svolgerà guardacaso il giorno della festa di tutti i Santi, sarà precluso invece l'accesso ai cittadini che intendono protestare contro quella che il senatore leghista Massimo Polledri definisce «una televisione fiancheggiatrice dei terroristi». Dalla Questura, sebbene informalmente, arriva il veto assoluto.
C'è molta più libertà sotto le dittature islamiche, che almeno lasciano bruciare in effigie il Papa e le bandiere danesi perché recano una croce.

Qui solo il quotidiano "La Cronaca" esce dal coro, con due articoli di Gianfranco Salvatori che danno voce alle critiche del centrodestra.
L'altra testata locale, infeudata all'Unione, fa finta di nulla.

«Ma questo è l'Occidente buonista che confonde il dialogo con la resa», attacca Polledri, ricordando che uno Stato a maggioranza islamica come la Tunisia ha ritirato il proprio ambasciatore in Qatar per reazione all'ininterrotto incitamento jihadista, che manda continuamente in onda le immagini di bambini adorni di cinture esplosive, quasi fossero un modello di educazione per le giovani generazioni di musulmani.

Dettagli ignorati dall'assessore comunale Giovanna Calciati che, in un'intervista concessa a Il Federalismo, nega che l'amministrazione sia la promotrice dell'iniziativa. Scarica la responsabilità sulla dirigenza del teatro, ma ne difende le ragioni.
Sostiene che «in termini di ritorno d'immagine» la città avrà «solo guadagni», senza costare un centesimo ai cittadini.
I costi, 80mila euro, pare li paghi tutti Al Jazeera, in collaborazione con Rai Trade che si occuperà anche delle riprese tv.
Com'era prevedibile, saranno rigorosamente escluse dal menù le specialità locali: a partire dai vini Gutturnio, Ortrugo, Barbera, Malvasia dolce, ai piatti tipici, gli anolini in brodo, i pisarei e fasö, la coppa arrosto e il mitico liquore Bargnolino.
Alcool e carne di maiale sono tabù per la sharia perfino nell'Emilia dove tutto è permesso.

A Piacenza si può circolare legalmente contromano, purché in bicicletta, nelle vie del centro.
Ma sono le solite trovate progressiste che nascondo no le più assurde proibizioni.
Ufficialmente si vuole incrementare l'utilizzo del velocipede.
Così si chiudono le corsie per le automobili per aprire piste ciclabili.
La viabilità è ostruita da mercatini ecosolidali, fiere di beneficenza, campi di calcio e di basket improvvisati sulla strada, con tanto di strepiti degli atleti in gara.
Bloccati tutti i permessi di accesso al centro, rimasto completamente senza parcheggi e costellato di fioriere semovibili che ostacolano la consegna delle merci ai commercianti.

Tutte misure che hanno ottenuto il magico risultato di desertificare le vie principali dai negozi per consegnarle alle orde di incivili che hanno preparato il terreno ad Al Jazeera.

Del resto, non è la prima volta che qui si sperimenta il trapianto di culture esotiche.
In piazza San t'Antonino campeggia un inquietante ma simbolico ulivo importato dalla Spagna al costo di 17mila euro.
Schiatterà entro la primavera, come l'Ulivo, visto il clima poco mediterraneo della Pianura Padana.

Ma l'oltraggio al bel canto, i melomani locali non lo accettano, in uno dei grandi templi della lirica, che ospita l'orchestra giovanile Cherubini, diretta dal maestro Riccardo Muti.
Non capiscono come la Giunta comunale abbia potuto permetterlo.

Eppure non è la prima sfida clamorosa al patrimonio storico, culturale e religioso locale.
Provocatori sì, ma fino a un certo punto e sempre in un'unica direzione, è la parola d'ordine della coalizione di centrosinistra guidata dal sindaco Roberto Reggi.
Il 17 luglio 2004, a Soarza di Villanova, l'assessore ai Servizi demografici Manuela Bruschini aveva organizzato un'altra sontuosissima festa dove veniva messo alla berlina un invitato vestito da Gesù Cristo.
Bravate da borghesucci di provincia, capaci di prendersela solo con chi non li minaccia.
Di certo non oseranno tanto con i fondamentalisti, anche se ad Al Jazeera avevano definito suor Leonella Sgorbati - la suora uccisa il 17 settembre scorso in Somalia dai terroristi islamici - un bersaglio da condannare a morte perché diffondeva il cristianesimo.
Del resto, l'unità d'intenti anticristiana è palese. Per il centrosinistra in crisi d'identità l'ultima spiaggia del nichilismo sconfina con la legge coranica.
Andrea Morigi, Libero del 29 ottobre 2006


pubblicazione: 29/10/2006
aggiornamento: 14/01/2007

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