IL DIBATTITO (da Libertà del 22 agosto 2007)
Pochi giorni fa sia la stampa nazionale che quella locale hanno riportato la classifica stilata dalla Cgia di Mestre sulla pressione tributaria delle grandi città italiane.
Piacenza si piazzerebbe al 28° posto sul totale delle 107 provincie italiane. A livello regionale Parma, Reggio, Rimini, Forlì e Ravenna avrebbero una pressione fiscale inferiore alla nostra. Uso il condizionale, perchè subito l'Assessorato al bilancio del Comune di Piacenza si è affrettato a precisare che la classifica non è esatta. Il neo-assessore Paola De Micheli ha anche affermato: «È bene fare chiarezza su questo tema, al fine di evitare la divulgazione di informazioni imprecise su una questione di grande importanza per tutti i cittadini, quall'è quella dei tributi».
La pressione tributaria operata dal Comune nel 2005 non sarebbe stata di 536 euro ma di 495 euro. Motivo che avrebbe provocato l'«errore», l'inserimento nelle entrate tributarie (in ossequio alla nuova Finanziaria) di un importo in precedenza mai inserito, importo che fa riferimento ai contributi di costruzione senza vincolo di destinazione (oneri di urbanizzazione) pari a 5 milioni 46mila euro. I dati risulterebbero per Piacenza quindi non omogenei con altre realtà.
La questione della pressione fiscale a Piacenza non è nuova. Personalmente la porto avanti dal febbraio 2004, con frequenti "battibecchi" sulla stampa ed in aula consigliare con i rappresentanti della maggioranza. Riconosco che il cittadino potrebbe confondersi, ricevendo dati mai uniformi e spesso contrastanti. E allora per una volta tengo anch'io buono il dato dei 495 euro/pro capite per il 2005.
Ma chiedo: qual'è stato l'aumento della pressione tributaria nel periodo 2002-2005? Quanto è aumentata a Piacenza la pressione tributaria in valore assoluto, e quanto in rapporto a quello hanno fatto le altre città emiliano-romagnole? Teniamo buono il dato di 495 euro e compariamolo con quello degli altri comuni capoluogo della nostra regione. Piacenza si piazza al 1° posto in Regione per aumento della pressione tributaria con +147 euro, contro i +99 di Forlì, i +92 di Parma e i +80 di Reggio Emilia. Addirittura Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Rimini riducono la pressione tributaria (in quote variabili da -44 a -156 euro sul periodo 2002-2005). Nel 2006 la pressione è ancora salita raggiungendo i 500,53 euro (sempre scorporando l'importo degli oneri di urbanizzazione).
Ma, e ancora, di quanto è aumentata a Piacenza in valore assoluto la pressione tributaria? Basta leggere i Bilanci Consuntivi ufficiali del Comune di Piacenza.... Nel 2001 (ultimo anno "pieno" dell'amministrazione di centro-destra) era di 219 euro per abitante. È passata nel 2002 a 347 euro, per arrivare nel 2003 a 471 euro. Nel 2004 è cresciuta a 474 euro, fino a raggiungere i contestati 546 euro del 2005. Pur considerando il valore di 495 euro della nostra premessa, dal 2001 al 2005 la differenza è di +276 euro. Dal 2001 al 2006 la differenza diventa di +281 euro a persona..... Un aumento del +130%!!!
Anche questo, per completezza d'informazione, avremmo voluto sentire dire dal neo-assessore De Micheli.
Tuttavia mi piace concludere con una considerazione.
È da ritenersi vincente la strategia di una parte politica che si candida a governare promettendo di non aumentare le tasse locali, e "punta" su questo argomento, se non sulla riduzione ulteriore della pressione fiscale, per vincere le elezioni? A Piacenza sembrerebbe di no, visto l'esito delle recenti consultazioni elettorali che hanno vista riconfermata l'amministrazione uscente di centro-sinistra.
E ancora, uno dei motivi grazie ai quali è stata riconfermata la fiducia all'amministrazione uscente nonostante il consistente aumento della tassazione locale, è stata la percezione dei più che molto era stato fatto soprattutto dal punto di vista viabilistico ed urbanistico. Non bisogna allora dimenticare che l'aumento delle entrate tributarie consente, oltre ad implementare la spesa corrente (gestione, personale, spesa a favore del sociale, etc), di utilizzare parte dei proventi per per il "rientro" dai prestiti e mutui, che a loro volta assieme agli oneri di urbanizzazione e ai trasferimenti statali e regionali sostengono le spese di investimento. Come dire: maggiori tasse in cambio di maggiori servizi ed opere. Che sia a Piacenza la ricetta vincente?
FILIBERTO PUTZU, Consigliere di Forza Italia al Comune di Piacenza
|