E' stato venduto il 40 per cento della società piacentina di acqua e rifiuti.
Pronostici rispettati: Agac ce l'ha fatta. La municipalizzata di Reggio Emilia ha tirato la “volata finale“ aggiudicandosi il 40 per cento di Tesa Spa, di cui il Comune è socio di maggioranza (58 per cento) per la bellezza, pare, di 40 milioni e 5mila euro. Quasi dieci milioni in più rispetto a quanto inizialmente richiesto da Camuzzi-Enel. Insomma, dall'asta per la prima vendita di Tesa, il 13 dicembre 2001, a cui anche Agac partecipò - tirandosi però indietro subito e lasciando che la partita dei rilanci si giocasse a ritmo serrato tra Camuzzi e Asm Brescia - ad oggi, la società reggiana ha moltiplicato il suo interesse e il suo impegno per Piacenza. Con un'offerta così, con un incremento del 30 per cento, si direbbe che Agac abbia sbaragliato letteralmente gli altri competitori che miravano ad entrare nella nostra società di acqua e rifiuti, vale a dire Asm Brescia, a cui si sarebbero alleati anche dei piacentini, e la fidentina Esafin Spa, distributrice di gas.
La lettera I fatti: mercoledì a Roma Lazard, la banca d'affari che ha seguito per mesi Camuzzi-Enel nei passi della vendita, ha aperto le buste con le ultime offerte, frutto dei rilanci voluti da Enel, dopo una prima fase di gara partita sulla base d'asta di 30,5 milioni di euro richiesti per Tesa, poco più di quanto speso a suo tempo per acquistarla dal Comune. E ieri mattina Vincenzo Cannatelli, amministratore di Camuzzi - che nel 2001 comprò per prima il 40 per cento di Tesa, salvo poi a portarlo in dote ad Enel - ha scritto a Guido Ramonda, presidente di Tesa e per conoscenza al sindaco Reggi spiegando che l'offerta presentata da Agac aveva soddisfatto le aspettative anche economiche e che ora risulta vincolante fino al 28 febbraio. Di fatto, ha chiesto implicitamente al consiglio di amministrazione di Tesa di far in modo di affrettare la chiusura dell'operazione messa a segno, esprimendo la clausola di gradimento che Tesa ha nei confronti del nuovo partner. Così ieri, nel primo pomeriggio, si è diffusa in Comune la notizia dell'avvenuta cessione. Stando alle indiscrezioni, pare che gli altri pretendenti si siano fermati un bel po' prima di Reggio, Brescia avrebbe messo lo stop a «solo» 33 milioni di euro.
E Parma? Agac (che ha una dimensione di 300 milioni di euro di fatturato, rispetto ai 700 di Brescia e ai 50 di Fidenza) ha corso da sola, in questa fase, ma dovrebbe entrare anche Amps di Parma nella partnership per Tesa. E proprio la costituzione di un asse Reggio-Parma e Piacenza potrebbe essere stata all'origine del forte rilancio di Agac, come ultima occasione per costituire un polo delle multiutily in Emilia, e forse nel timore che - ma sono pure illazioni - potesse partire favorita Brescia, affiancata anche da una cordata piacentina, con Giglio Spa tra le presenze forti.
I passaggi formali Ora Tesa deve ricevere da Camuzzi-Enel l'intera documentazione della cessione, poi Ramonda convocherà il Consiglio di amministrazione e il cda dovrà esprimere il famoso gradimento motivato, da questo momento in poi i tempi dipendono da Camuzzi, che dovrà formalizzare la vendita e quindi comunicare l'avvenuto passaggio delle azioni. Quindi si andrà al rinnovo del consiglio di amministrazione di Tesa, oggi composto da sette membri: quattro comunali, uno del Consorzio ambientale Pedemontano e due in quota Camuzzi-Enel. Andranno surrogati i due consiglieri Camuzzi-Enel: Pier Matteo Codazzi e Robertino Donato Brusamolino.
La vicenda Risale all'amministrazione Guidotti la prima operazione di cessione del 40 per cento di Tesa Spa, ex Asm, la municipalizzata di acqua e rifiuti. Dopo un lungo lavoro, svolto dall'advisor scelto, l'Università Cattolica, fu indetta un'asta pubblica con il sisatema della “candela vergine” e a quell'asta parteciparono Asm Brescia, Camuzzi e Agac con Amps. Vinse Camuzzi contro Brescia con un rilancio spinto a 59miliardi di vecchie lire, Acag e Amps si defilarono subito dalla gara. In seguito, a marzo del 2002, Camuzzi è stata ceduta dalla famiglia Garilli all'Enel Spa. Ma Enel, ben presto ha comunicato la volontà di cedere un'attività non strategica e così è stato, con un guadagno sorprendente di venti miliardi di lire
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