Sì della maggioranza, dal 2003 la nuova tassa al debutto
«Negli ultimi anni vi hanno fatto credere che le tasse comunali non sarebbero mai più aumentate, potevamo continuare a farlo anche noi, ma avremmo dovuto tagliare servizi e prestazioni essenziali per la collettività». Ha usato queste parole, l'assessore al bilancio Francesco Cacciatore, nel corso delle seduta consiliare di ieri, per cercare di convincere i piacentini della necessità di mettere ordine nei conti comunali mediante l'introduzione di una nuova tassa dal 2003, l'addizionale Irpef (per la prima volta a Piacenza). Il provvedimento è stato approvato dalla maggioranza, con l'opposizione arroccata sul “no”. Cacciatore ha tracciato un quadro del bilancio dell'amministrazione contraddistinto dalla presenza di «uno squilibrio strutturale, una situazione anomala in grado di pregiudicare le possibilità di investimento futuro». «In passato - ha detto - si è fatto un uso eccessivo, come fonte di finanziamento per la spesa corrente, degli oneri di urbanizzazione, mentre occorre ripristinare un sistema di entrate certe in vista dell'approvazione del bilancio previsionale 2003, per far fonte a un fabbisogno che si aggira attorno ai 6 milioni di euro». Il gettito presunto derivante dalla nuova imposizione fiscale (la cui aliquota sarà fissata allo 0,2%) dovrebbe ammontare a 2,1 milioni di euro: in via del tutto ipotetica - ha, però, precisato Cacciatore - poiché sull'addizionale pende la spada di Damocle della legge finanziaria che è in corso di approvazione e potrebbe bloccare l'utilizzo di quella leva fiscale messa a disposizione degli enti locali, o comunque restringerne i margini di manovra; è dunque «difficile pervenire a una stima delle entrate».
Tommaso Foti (An) ha definito l'addizionale «provvedimento immotivato», auspicando «un Comune più disposto a delegare a terzi la gestione dei servizi, e al contempo in grado di esercitare una funzione di controllo». Foti ha, poi, difeso la politica fiscale della giunta Guidotti («In questi anni la Corte dei Conti ha più volte premiato il bilancio del nostro Comune come uno dei migliori d'Italia») e se con la riforma fiscale in fase di approvazione non è possibile fare calcoli certi sulle previsioni d'entrata, perché dunque, ha domandato, non compiere una stima prudenziale, introducendo una percentuale di tassazione più bassa, pari allo 0,1%? Anche Carlo Mazza (gruppo misto) ha fornito una lunga lista di spese «non prioritarie» che potrebbero essere depennate dal bilancio, mentre Carlo Berra (Ds), «contro le fallimentari ricette liberiste» ha invocato un uso della leva fiscale teso a«una politica pubblica più forte, per governare la modernità.
|