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Addizionale Irpef, c'è il via libera dalla Finanziaria.

da Libertà del 1/10/2004

Un punto fermo sembra proprio averlo trovato l'amministrazione comunale impegnata in queste settimane nella stesura del bilancio di previsione 2005: lo sblocco dell'addizionale Irpef.

Istituita per la prima volta nel 2002 e prevista nella manovra 2003 di palazzo Mercanti, la nuova tassa si è vista sin qui impedire il debutto dal governo che ne ha congelato l'applicazione per gli ultimi due anni, 2003 e 2004.
Ma la legge finanziaria 2005 approvata l'altra sera a Roma ha dato il via libera alle addizionali Irpef per Comuni e Regioni.
E l'amministrazione di Piacenza ha già le carte in regola per introdurla nel prossimo anno con aliquota dello 0,2%.

La volontà politica c'è tutta: nei giorni scorsi, in attesa di avere lumi da Roma, sia il sindaco Roberto Reggi sia l'assessore al bilancio Francesco Cacciatore, hanno ribadito l'intenzione di avvalersi dell'addizionale se la cosa fosse stata possibile.
E lo hanno fatto al termine di consulti di maggioranza sui programmi per il prossimo anno, dunque con la condivisione della coalizione.
Del resto si tratta di recuperare risorse per dare fiato alle casse comunali, hanno spiegato, compensando la diminuzione di entrate prevista sul fronte sia dei trasferimenti statali sia dell'Ici sulla prima casa, di cui è stato preannunciato il taglio (pur se ancora da quantificare).

Il gettito stimato dalla nuova tassa è di 2,1 milioni di euro, frutto dell'applicazione dell'aliquota dello 0,2% sui redditi imponibili dei piacentini.
Un computo basato, però, su dati non aggiornati e che, dunque, potrebbe subire non trascurabili variazioni all'insù.
Quando venne istituita e prevista (ma poi bloccata) per il 2003, l'imposta era stata concepita con una progressione di aliquota negli esercizi successivi: lo 0,2% del primo anno (gettito di 2,1 milioni di euro) avrebbe fatto posto allo 0,4% il secondo (4,2 milioni di euro) per arrivare a uno scatto allo 0,5% il terzo anno (5,25 milioni).
Una pianificazione puramente indicativa, aveva spiegato a suo tempo, l'amministrazione, di cui dunque va verificata, a maggior ragione oggi, la validità.

Il tetto alla spesa
Ma le novità per gli enti locali contenute in Finanziaria non riguardano solo lo sblocco delle addizionali. Per tre anni dovranno fare i conti con il “tetto” all'aumento della spesa.
Sarà del 4,8% nel 2005 e parametrato sul 2003, non si dovrà cioè superare oltre quella soglia quanto speso nel consuntivo dell'anno scorso.
Ma il “tetto” sarà più rigido, ossia al 2%, nei due anni successivi.
Al vincolo non sono sottoposte le spese di personale e quelle derivanti dall'acquisizione di partecipazioni azionarie o di altre attività finanziarie, dai conferimenti di capitale e dalle concessioni di crediti. Dal “tetto” si potrà derogare solo per finanziare investimenti e nei limiti delle maggiori entrate ottenute da maggiorazioni di aliquote e tariffe delle imposte e tasse locali.


Negative le prime reazioni dei rappresentanti nazionali degli enti locali alla manovra del governo.
Si associa l'assessore Cacciatore, seppur in un giudizio ancora sommario prima di un'analisi approfondita della Finanziaria (che oltretutto per diventare legge deve passare al vaglio del parlamento):
«Non ci si allontana da un modello sempre centralista, mi sembra che non ci siano scelte strutturali che diano davvero l'attuazione del federalismo fiscale, non c'è traccia di compartecipazioni all'Irpef o all'Iva che suppliscano al venir meno dei trasferimenti statali, che è una delle grandi richieste avanzate dalle autonomie locali».
Più in generale, considera l'assessore al bilancio, «risulta paradossale che, mentre da una parte si punta a costruire le condizione per ridurre a livello nazionale la pressione fiscale, si costringano dall'altra parte i Comuni a mettere mano a tasse e tariffe».

Aree militari in vendita
La Finanziaria potrebbe, però, aprire nuovamente anche opportunità interessanti per palazzo Mercanti in chiave di acquisizione di immobili dallo Stato.
Il governo vuole infatti, per fare cassa, tornare a spingere sulla dismissione del suo patrimonio, tra cui anche quello stock di beni militari («non più utile ai fini istituzionali») che conterebbe ben 18mila unità. E nel novero ci potrebbero stare anche alcune delle aree della Difesa di cui Piacenza è ricca e che di cui il Comune potrebbe vedere bene l'acquisizione.
«Ovvio che per noi le aree militari rivestono un interesse particolare», ha considerato sul punto Cacciatore, «ma si tratta di vedere come sarà la fase operativa».
Anche in questo caso, occorrono approfondimenti.


Il blocco del turn over
Negativo invece il giudizio dell'assessore su un'altro punto della Finanziaria, il blocco delle assunzioni: «Il turn over è una costante direi, ma ogni anno che passa diventa sempre più insopportabile per i Comuni».


pubblicazione: 01/10/2004
aggiornamento: 08/12/2004

Cacciatore aumenta anche l'IRPEF. 4083
Cacciatore aumenta anche l'IRPEF.

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