Il bene più prezioso, l'acqua, da settembre diventa ancor più "prezioso" per i piacentini.
Pagheremo il 7,7 per cento in più per questo insostituibile liquido.
E nel lasso di tempo da qui al 2012 gli aumenti viaggeranno, anno dopo anno, mediamente sul 5 per cento, con incrementi iniziali più bassi solo per i Comuni montani.
Inoltre sono stati decisi aumenti percentualmente più contenuti per chi consuma meno e più elevati in caso di consumi alti o di utilizzi d'acqua non essenziali, tariffe speciali vengono riservate alle famiglie numerose. Un esempio della svolta: la famiglia che consuma 175 metri cubi l'anno passerà da 177 euro a 193 (vd. tabella a lato), inflazione inclusa. «Per molti utenti - esemplifica il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, ridimensionando l'impatto della percentuale - si tratta di pagare un euro in più al mese». E dopo il 2012 potremo consolarci pensando che la tariffa piacentina si stabilizzerà come la più bassa in regione Emilia Romagna.
Progetto da 240 milioni . Scattano, dunque, a fine estate, le nuove tariffe rimodulate alla luce dell'imponente piano idrico licenziato ieri a Palazzo Mercanti dai sindaci della provincia riuniti nell'Ato (Agenzia d'ambito). Si parla di un progetto ad ampio respiro che allunga la sua azione fino al 2023 e prevede ben 240 milioni di investimenti, tutti finanziati tramite tariffa, per migliorare acquedotti, fognature e depurazione (100 milioni), sistemare le reti (60), attivare manutenzione straordinaria (65) e ottenere maggior qualità dell'acqua in pianura, quest'ultimo obiettivo troverà la sua attuazione nei futuri pozzi profondi di Mortizza a cui si lavorerà a partire da settembre. In generale, si parte, il primo anno, con un finanziamento da 15 milioni per avviare progetti che non si limitano a manutenzioni ma creano interconnessioni di rete e puntano ad uno sfruttamento più corretto dei due invasi delle nostre valli. A carico dei Comuni restano le opere di drenaggio urbano, anche se c'è chi, come il sindaco Danilo Dovati (Caminata) ha chiesto e ottenuto un'attenzione ad hoc dell'Ato sui piccoli comuni che mancano di risorse proprie. Da rilevare che il direttore dell'Ato, Vittorio Silva, ha pure annunciato l'avvio del censimento di impianti e reti per il pieno affidamento al gestore. Reggi, presidente Ato, definisce il piano un atto «fondamentale» per il futuro di Piacenza, l'acqua è risorsa limitata, non più sprecabile e la sua corretta amministrazione è sicuro indice della qualità di un territorio.
Rivoluzione in atto La provincia di Piacenza ha già compiuto una rivoluzione rispetto a tre anni fa, quando - è stato ricordato - avevamo un'amministrazione acquedottistica frantumata in trentaquattro gestioni con diversi standard erogativi. Poi si è lavorato all'unificazione con un investimento di 30 milioni di euro (22 di opere già realizzate o in via di completamento e 8 in corso di attuazione). E se pure ci sono stati alcuni ritardi, questi non entrano nel computo delle nuove tariffe, ma sarà il gestore Enìa ad accollarseli.
Tutti d'accordo La seduta dell'Ato ha portato in luce, pur nella discussione franca di quanto non funziona tra Comuni e gestore, anche una notevole sintonia d'intenti sull'obiettivo finale, che ha superato a piè pari le divisioni politiche. E Reggi dà atto dell'efficacia dell'azione comune già nei tre anni trascorsi, spesi, per l'appunto, ad unificare una gestione frantumata, sottolineando come questa unità di intenti sia un buon segno.
Molti interventi Il dibattito non è mancato. Sono intervenuti gli amministratori di Borgonovo, Caminata, Caorso, Castelvetro, Fiorenzuola, Coli, Morfasso, Lugagnano, Calendasco, Villanova. Il tema più "caldo" sembra essere quello delle opere pubbliche eseguite (posa di reti, scavi etc.) affidate in appalto a grandi imprese, poi spezzate in troppi subappalti, con qualità spesso carente nei risultati. Ma si viaggia verso un nuovo bando d'affidamento (l'attuale scade a dicembre) che verrà ben soppesato e dovrebbe limitare i subappalti a non più di tre, come ha annunciato Gabriele Gualazzini, presidente del consiglio provinciale. Patrizia Soffientini da Libertà del 2 luglio 2008
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