Cade l'ipotesi di scambio di aree e volumi tra Besurica e via Tramello
Niente delocalizzazioni, ripartire con una pianificazione secondo le regole dell'attuale Prg.
Questo l'orientamento dell'amministrazione comunale per l'ex Acna, l'area dismessa di via Tramello (40mila metri quadrati) che da 30 anni attende di essere riqualificata urbanisticamente, nonché bonificata dopo essere stata sede di un colorificio dalle emissioni non innocenti.
Definitivamente accantonata, dunque, la proposta di delocalizzazione, ossia di trasferimento di volumi edificati dall'Acna a un'area periferica alla Besurica (Cà degli Ossi), presentata a inizio 2004 dalla proprietà, proposta caldeggiata dalla giunta, che per farla camminare avviò un'apposita conferenza dei servizi, ma assai osteggiata da ampi settori della maggioranza il cui tiro incrociato ne provocò l'accontanamento quando, lo scorso dicembre, approdò in consiglio comunale.
Tutto è rimasto sin qui lettera morta, compresa la redazione di quel Piano strutturale comunale (Psc) che, fissando i paletti di una complessiva revisione del Prg, della partita dell'Acna dovrebbe costituire la cornice di riferimento.
Del Psc la giunta è tornata a occuparsi nel recente ritiro di Mareto; ma nel frattempo qualche ragionamento, nello specifico, anche sull'area di via Tramello ha preso forma. Nel senso che si diceva, come hanno annotato il sindaco Roberto Reggi e l'assessore al territorio Pierangelo Carbone: «Si pensava non praticabile l'attuazione del piano per l'Acna sulla base del Prg», ha considerato quest'ultimo, «invece abbiamo studiato una previsione che resti dentro al Piano regolatore, attendiamo quindi dalla proprietà una proposta che stia tutta là dentro, e nel corso dell'istruttoria terremo in debito conto quanto dovesse emergere durante il percorso amministrativo (esame di giunta, quartiere, commissione, consiglio, ndr) e partecipativo».
Palla che passa dunque alla proprietà - le società Porta Borghetto srl, Freudenstein Partecipations s.a., Paolo Francesco Calmetta, New Co srl e Gilberto Barabaschi - chiamata a depositare per l'Acna un piano particolareggiato, cioè di edificazione, secondo gli standard volumetrici del Prg. Che in via Tramello significano, in sostanza, 16mila metri quadrati (mq) di superficie utile dove troverebbero posto due strutture commerciali di 1.500 mq ciascuna nonché case, parcheggi e quote di verde. Non tanto, il verde, per la verità, se la preoccupazione principale che portò inizialmente il Comune a sposare la tesi della delocalizzazione fu proprio l'eccessiva cementificazione che si sarebbe appropriata di una delle poche aree libere rimaste nel centro storico e oltretutto a un passo dalle mura farnesiane (è affacciata su Bastione Borghetto). Meglio, si disse, alleggerirla dalle costruzioni trasferendo rilevanti quote in periferia. Una soluzione che, però, fu bocciata dalle componenti più ambientaliste della maggioranza per la contropartita ritenuta troppo alta in termini di terreno agricolo sacrificato alla Besurica.
Lo scambio di aree avrebbe fatto scendere a 6mila mq la superficie utile nell'ex Acna (un solo centro commerciale di 1.200 mq, un grande parcheggio pubblico da 500 posti) e salire il verde, mentre a Cà degli Ossi si sarebbero lottizzati tra i 156mila e i 183mila mq, con superficie utile di 43mila mq (a terziario e commerciale 5.200 mq, il resto residenziale con quote di edilizia pubblica). Il privato si sarebbe anche fatto carico di contribuire alla viabilità (tre rotonde e un raccordo) per oltre 2 milioni di euro.
Prospettiva a cui la proprietà deve però rinunciare anche se, fa sapere uno dei rappresentanti, l'avvocato Calmetta, dal Comune non sono mai arrivate missive ufficiali che sanciscano la chiusura senza esito della conferenza dei servizi per l'ipotesi di delocalizzazione. «Certo, informalmente qualche segnale l'abbiamo avuto, ma attendiamo che il procedimento amministrativo si concluda con un atto finale», considera Calmetta.
Che, pur non sbottonandosi, definisce come «una delle opzioni probabili», la presentazione «in tempi brevi», quando quell'atto arrivasse, di un piano particolareggiato per l'ex Acna che descriva «che cosa ci facciamo e come lo facciamo». Fermo restando che prima di tutto occorrerà procedere alla bonifica dell'area (costo sul milione di euro) che, comunque, resta in carico alla proprietà.
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