Dopo il “no” del Consiglio di Stato ipotesi di un rappresentante degli immigrati in Consiglio
Dopo il parere negativo del consiglio di Stato di tre giorni fa, ieri è stato il consiglio dei ministri a bocciare la proposta di estensione del diritto di voto ai cittadini stranieri nelle elezioni circoscrizionali, formulata dal Municipio di Genova.
Una strada che, al pari di diverse altre amministrazioni comunali italiane, anche Piacenza aveva deciso di imboccare: con l'obiettivo di chiamare per la prima volta alla partecipazione democratica diretta le comunità immigrate presenti sul territorio. Una strada che, dopo gli altolà giunti da Roma, si fa irta di ostacoli.
Se le urne fossero state aperte nel giugno scorso, i cittadini extracomunitari maggiorenni potenziali elettori, con almeno sei anni di permanenza regolare in città, sarebbero stati esattamente 1.445, sul totale rispetto agli 8.778 residenti. Un numero non trascurabile e certamente destinato a crescere nei prossimi mesi, dato che l'immigrazione è un fenomeno relativamente recente e ormai strutturale della nostra società.
«La maggioranza di centrosinistra - spiega l'assessore ai servizi sociali Leonardo Mazzoli - aveva già preso la decisione politica di pervenire alla concessione del diritto di voto agli stranieri nelle prossime elezioni dei consigli di circoscrizione del 2007. Avevamo già deciso anche il percorso di carattere tecnico, partendo da alcune esperienze già avviate come quella di Forlì: in quel caso l'accesso alle urne, sia in termini di elettorato attivo che passivo, è stato consentito agli stranieri con almeno 6 anni di residenza. I passaggi concordati riguardano l'introduzione delle modifiche necessarie allo statuto comunale, attraverso il lavoro congiunto di vari uffici, quelli che si occupano di immigrazione, l'anagrafe e gli affari istituzionali. Il traguardo che ci siamo dati è l'estate del 2006, da quel momento in poi diventa indispensabile aggiornare la macchina del voto, risolvendo alcuni problemi meramente pratici come la compilazione delle nuove liste elettorali, in vista dell'appuntamento con le urne del 2007. Da decidere anche la procedura per chiamare i nuovi elettori, su base volontaria o attraverso l'invio dei certificati appositi».
Ora questa programmazione rischia di essere vanificata dal pronunciamento del governo, che ha stabilito come il diritto di elettorato ai cittadini stranieri possa configurarsi solo nell'ordinamento statale, tagliando fuori i comuni.
«Analizzeremo a fondo il parere del consiglio di Stato - conclude Mazzoli - e cercheremo di agire secondo i margini consentiti dalla legge». Diverse le amministrazioni comunali che avevano già iniziato l'iter per il riconoscimento del suffragio agli stranieri nelle circoscrizionali: Genova, Torino, Forlì, Cesena, Venezia.
In altri enti locali sono state scelte altre modalità di coinvolgimento democratico della popolazione extracomunitaria, che non confliggono con la normativa esistente: ad esempio, l'elezione di un rappresentante degli immigrati nell'assemblea comunale, un consigliere “aggiunto” privo del diritto di voto. Anche l'amministrazione piacentina aveva esaminato questa possibilità: a seguito dei pareri giunti da Roma, questa ipotesi potrebbe tornare in auge.
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