Inefficace il blocco totale della circolazione.
Che un solo giorno di blocco totale della circolazione veicolare in città non sarebbe bastato a levare l'assedio delle polveri sottili, ormai perdurante da due settimane, era stato messo in conto dall'amministrazione comunale.
Ma una tiepida speranza di allentare per lo meno la morsa dell'inquinamento, c'era.
Invece le pm10, registrate dall'Arpa, non solo non si sono diradate, ma anzi sono cresciute rispetto ai valori di mercoledì. Un effetto apparentemente nullo, dunque, dello stop alle auto, che accomuna un po' tutti i capoluoghi emiliani (sei su nove) che si sono visti costretti ad imporlo ai propri cittadini.
Secondo l'assessore comunale all'ambiente Pierangelo Carbone e i tecnici dell'Arpa, i 75 microgrammi al metro cubo di pm10 rilevati sul Pubblico Passeggio dimostrano come un qualche beneficio sia comunque arrivato. Questo in considerazione delle stime di questi giorni che accreditavano la possibilità di superare la barriera dei 100. «La situazione ambientale - ha precisato l'assessore - resta molto critica, anche se attendiamo di verificare anche domani (oggi ndr) le concentrazioni di inquinanti, per comprendere se si sia verificata una ricaduta lunga dello stop ai veicoli».
Il passaggio successivo sarà il summit convocato lunedì mattina in Provincia, a cui parteciperanno quattordici sindaci dei comuni di pianura, da Castelsangiovanni ad Alseno, più i rappresentanti di Arpa e azienda Usl: l'obiettivo è analizzare con dati più dettagliati il quadro e mettere a punto una strategia concertata di contrasto dello smog. «In quella sede ragioneremo insieme sul da farsi - ha puntualizzato Carbone - e qualora non vi sia un mutamento dello scenario, senza dubbio replicheremo lo stop giovedì prossimo. Ci consulteremo anche con la Regione sull'ipotesi di prolungarlo a partire dal venerdì successivo, finché non ci sarà una riduzione delle polveri fini».
Stefano Biasini, dell'Arpa, afferma che i laboratori dell'agenzia stanno eseguendo valutazioni più approfondite per capire la reale incidenza, anche oraria, delle 10 ore di divieto di circolazione. «Le nostre previsioni - fa notare - dicevano che i valori di pm10 di giovedì avrebbero dovuto superare i 100 microgrammi al metro cubo, come del resto è accaduto in Lombardia, dove a Codogno si è raggiunta quota 112, a Cremona 100 e a Lodi 118. Rispetto a mercoledì, nella giornata del blocco abbiamo registrato una maggiore calma di vento e quindi condizioni più favorevoli all'accumulo di pm10».
Non potevano le polemiche. Secondo il consigliere comunale di Forza Italia Filiberto Putzu, l'esito dei divieti «non poteva altro che essere modesto. Non si è ottenuta la riduzione del 20-25% delle polveri fini - fa notare -, ma addirittura un aumento di circa un 10%. Per Piacenza entrano in gioco più fattori di inquinamento, ma l'amministrazione ha puntato solo a ridimensionare il traffico».
Critico anche il consigliere regionale di Forza Italia Luigi Francesconi. «Più che contenti, i piacentini sono stati rassegnati - sostiene - ma lo stop ai veicoli è stato inutile: l'inquinamento non diminuirà, ma l'amministrazione imporrà nuovi drastici provvedimenti a danno dei cittadini». Mauro Ferri, Libertà del 14 gennaio 2006
IL TRAFFICO SCENDE, L'INQUINAMENTO SALE.
Il dato di fatto, tanto paradossale quanto per certi versi inquietante, è comunque innegabile : proprio ieri, quando tutti i piacentini sono dovuti andare a piedi, il livello di Pm10 nell'aria è salito alle stelle. Piu' ancora del giorno precedente, quello senza nessuna limitazione al traffico. Da qui a pensare che il blocco voluto dall'accordo tra Regione e Comuni non serva a nulla, è molto breve. Anche se alcuni preferiscono dire che è "insufficiente" anzichè "inutile". "Bisogna evidentemente pensare a provvedimenti aggiuntivi perchè un giorno di blocco non basta - ha detto l'assessore Pierangelo Carbone.
A puntare il dito contro l'operato della Giunta Reggi, è stata gran parte della minoranza che non ha rinunciato a tirare le somme di un provvedimento i cui risultati sono parsi a tutti per lo meno deludenti. Andrea Pollastri ha attaccato i criteri in base ai quali alcuni mezi possono circolare e altri no.
Filiberto Putzu ha sottolinetao come i fattori da prendere in considerazione siano soprattutto altri, rispetto al traffico. "Andrebbe finalmente valutata correttamente l'incidenza dell'industria, visto che centrali e stabilimenti sono praticamente localizzati nel tessuto urbano della città, oltre ad usura del manto stradale e pulizia delle vie : in questi anni l'amministrazione non ha certo brillato in questo". (da La Cronaca di Piacenza del 14 gennaio 2006)
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