Luigi Bonini (Assoindustria) racconta il recente viaggio in Estremo Oriente e le possibili ricadute
Il recente viaggio ad Osaka, in Giappone, delle autorità piacentine ha portato buoni frutti anche al mondo dell'impresa, rappresentato da Luigi Bonini, vice-direttore dell'Associazione Industriali di Piacenza. Gli incontri in programma con interlocutori privilegiati giapponesi hanno visto la presenza di rappresentanti del mondo economico ed industriale del Kansai (la regione cui appartiene Osaka) e quindi l'occasione di presentare a questi potenziali partners una realtà industriale interessante come quella piacentina, «saggiando più direttamente anche le concrete possibilità di penetrazione su quel mercato da parte delle nostre imprese» osserva Bonini. Dottor Bonini, che impressione ha avuto dell'economia e della società giapponese? «Il Giappone è la seconda potenza economica mondiale e questa ricchezza appare evidente anche a prima vista. Questo Paese, come ci hanno riferito molti interlocutori tra cui il nostro Console ad Osaka, sta superando una grave crisi economica recessiva durata parecchi anni. Ora il Pil è in ripresa e sono in ripresa i consumi interni. I giapponesi hanno come modello di comportamento lo stile di vita e l'immagine occidentale. Ne consegue che le importazioni di beni dal nostro Paese riguardano prevalentemente quelli di consumo quali abbigliamento, mobili, generi alimentari. Purtroppo le importazioni dall'Italia rappresentano ancora soltanto l'1,60 per cento circa delle importazioni complessive del Giappone». Quali contatti ha avuto con istituzioni o personaggi del mondo economico? «Gli incontri più importanti sono stati con l'Associazione degli Industriali del Kansai alla quale abbiamo illustrato, nel dettaglio, le principali caratteristiche del nostro sistema industriale elencando le principali produzioni e la loro diffusione nei Paesi maggiormente industrializzati. Abbiamo, in particolare, presentato le produzioni di una quindicina di aziende che ci avevano incaricato di rappresentarle in questa “missione”, consegnado materiale illustrativo ai nostri interlocutori. La relazione è stata ascoltata con molto interesse e ci è stato manifestato il desiderio di mantenere vivo il contatto fra le due Associazioni per poter sfruttare al meglio eventuali possibilità di interscambio commerciale fra le realtà produttive delle nostre rispettive province. A questo proposito, ci è stato segnalato, da parte giapponese che nell'autunno prossimo, a Milano, verrà organizzata una Fiera del Kansai che potrebbe rappresentare l'occasione per incontri d'affari fra aziende piacentine e giapponesi. In quella circostanza si potrebbe anche ipotizzare una visita di imprenditori giapponesi ad imprese piacentine». Incontri su ambiti specifici? «Un altro incontro importante lo abbiamo avuto a Tokio presso la Jetro, l'Ente giapponese che favorisce le importazioni di merci straniere in Giappone. In questa sede è stato manifestato particolare interesse per i prodotti alimentari e della moda e la segnalazione dei nostri prodotti, con consegna dei relativi cataloghi, verrà fatta alle trading companies specializzate nell'importazione di tali prodotti. Durante i numerosi incontri organizzati dal Consolato in Italia ad Osaka e da Masatoshi Makiguchi - l'esclusivista dell'orafo Giulio Manfredi ad Osaka, che ha facilitato ed aiutato l'organizzazione della missione - abbiamo poi avuto l'occasione di avere contatti con numerosi operatori economici che si sono mostrati interessati alle nostre produzioni». Quali prospettive ci possono essere per i nostri prodotti? «Come mi è stato più volte segnalato dagli operatori economici incontrati, le maggiori possibilità penso siano da riservarsi ai settori della moda e al settore alimentare. Come dicevo, l'imitazione dello stile di vita occidentale porta i giapponesi a tenere in altissima considerazione la moda italiana di cui apprezzano la fantasia, la qualità e l'accuratezza delle rifiniture. Anche per il settore alimentare le prospettive sono buone perché i giapponesi sono sempre più incuriositi dalla dieta alimentare occidentale e da quella mediterranea in particolare. Quindi anche per questo settore le prospettive sono rosee». Ci saranno altri contatti con operatori economici giapponesi? «Contiamo, come Associazione, di tenere vivi i contatti avviati in questa occasione e cercheremo di sfruttare tutte le possibilità che si presenteranno. Siamo stati anche invitati ad una esposizione che si terrà ad Osaka l'anno prossimo. Si tratta di una fiera di prodotti alimentari che si svolge ogni quattro anni, popolarissima e seguitissima in Giappone, tanto che all'ultima edizione è stata registrata un'affluenza di 700mila presone. Forse questa potrebbe essere una buona vetrina per i prodotti piacentini». Come giudica l'esperienza nel suo complesso? «La “missione” aveva come scopo principale quello di illustrare Piacenza nelle sue caratteristiche paesaggistiche e culturali ad un pubblico privilegiato di addetti ai lavori affinché Piacenza possa essere inclusa nei tour italiani organizzati per turisti giapponesi. Credo proprio che queste caratteristiche siano state apprezzate dagli operatori turistici, dai giornalisti e dagli addetti ai lavori presenti agli incontri che hanno visto nella nostra provincia un luogo di relax e di cultura molto interessante per il pubblico giapponese. Il turista giapponese sembra infatti orientato ora non solo a visitare le grandi città d'arte ma a cercare nei piccoli centri, nel paesaggio verde collinare e nel sapore antico dei piccoli borghi, un momento di riposo e di stacco dalla caotica vita di ogni giorno. Anche sotto questo aspetto mi pare che la nostra offerta abbia tutte le carte in regola per essere giustamente apprezzata da parte dei giapponesi».
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