«Entro pochi mesi, magari ad inizio del prossimo anno, potrebbero partire i lavori di ristrutturazione per il recupero dell'ospedale militare». Le parole sono di Roberto Reggi, direttore dell'Agenzia del Demanio, ieri sera protagonista a Telelibertà a "Fuori Sacco". Si è parlato della Piacenza del futuro; inevitabile che il dibattito, coordinato dai conduttori e autori del programma Nicoletta Bracchi e Michele Rancati, puntasse forte sulla destinazione dell'ormai famigerato «milione di metri quadrati» di proprietà demaniale e militare. Un tasto che tiene banco ormai da mesi e che, qualcuno dice, potrebbe rappresentare «un problema più che una risorsa». Un concetto che non ha ovviamente trovato d'accordo l'ex sindaco: «Iniziamo ad utilizzarli e a sfruttare la disponibilità degli investitori istituzionali, come Cassa Depositi e Prestiti, che stanno consentendo questa operazione». Il tema delle risorse però, rappresenta la vera nota dolente della maxi operazione di riconversione di beni invocata da anni ma la cui gestione, in questo particolare momento storico, non rappresenta affatto uno scherzo.
Il consigliere comunale Filiberto Putzu è stato piuttosto chiaro: «Serve una visione di insieme della città e, ad oggi, non esiste e, soprattutto, non sappiamo chi sia a dettarla».
Proprio in merito all'utilizzo dell'ospedale militare, Massimo Toscani, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, parte da un concetto di fondo: «Piacenza deve darsi una connotazione universitaria maggiore e portare all'interno di questa struttura i quattro poli accademici: significherebbe portare giovani in centro e dare linfa all'intera città».
Ad oggi un sogno, anche se università e soprattutto turismo, pare rappresentare la ricetta che mette d'accordo tutti. Una ricetta che, secondo gli ospiti dello Spazio Rotative, può ridare slancio alla città e la parola magica sembra essere una e una soltanto: Expo 2015.
Ma quali sono le effettive azioni che gli attori istituzionali, e non, hanno messo in atto per arrivare al meglio all'appuntamento? «Sono 25 i progetti finanziati - ha detto Giuseppe Parenti, presidente della Camera di Commercio - e ricordiamoci che siamo la sola città a poter contare su una piazzetta all'interno dell'esposizione. Credo sia stato fatto tanto e ancora si stanno compiendo numerosi sforzi che consentiranno di avviare la locomotiva-Piacenza con la speranza che possa proseguire a correre anche dopo Expo».
Ma perchè allora i dubbi e le tante incertezze sul futuro. Ancora Toscani: «Cremona, città dalle risorse inferiori rispetto alle nostre, è identificata con lo Stradivari. Parma con il prosciutto. A Piacenza manca un brand: sarà questa la vera sfida per il futuro». Trovare un marchio che identifichi Piacenza in Italia, nel mondo.
«Ho fondato un gruppo che si chiama "Piacenza che verrà", ma effettivamente non riusciamo a capire quando arriverà» sono state le amare considerazioni di Putzu.
Dopodichè si torna dritti da Reggi che chiude la trasmissione rimarcando «la grande opportunità per la città che, come per palazzo Farnese, diventerà proprietaria di Bastione Borghetto, non appena il comune presenterà il progetto di valorizzazione. Una bella fortuna per Piacenza poter contare su "un Reggi" direttore del Demanio? Diciamo pure che il sottoscritto, nelle vesti da sindaco, ha faticato, spesso inutilmente, per trovare interlocutori a Roma».
Corrado Todeschi LIBERTA' 19/02/2015
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