Forse si chiamerà "Welcome Piacenza" o "Destinazione Piacenza" il pacchetto web da tagliare su misura per il turista che arriva da lontano e che potrà inseguire una magia, una suggestione, una passione. A noi tocca offrirgliela, la migliore che sapremo confezionargli.
Con un "clic" si può scoprire il romanico o la via Francigena, scegliersi la trattoria e il museo da visitare, la cantina dove degustare vini o la gita sul Po. Senza troppo sforzo, in tempi rapidi, in una formula unitaria. Questo pacchetto a profilo variabile verrebbe messo on line attraverso la rete istituzionale Explora, nata proprio per valorizzare i territorio limitrofi all'esposizione internazionale Expo 2015 sul cibo, che si terrà tra maggio e ottobre dell'anno prossimo a Milano e che richiamerà milioni di visitatori. Oltre a Explora si pensa di immettere l'offerta nella rete dell'Apt regionale e di farne un sito piacentino.
L'intento è emerso nella riunione di ieri all'Università Cattolica dove Silvio Ferrari ha presentato ai soci dell'Ats (Associazione temporanea di scopo) il "masterplan", il piano generale messo a punto per creare un sistema operativo che costruisca la grande avventura piacentina di autopromozione per Expo.
«Il piano ha contenuti di progettualità, definisce il perimetro entro il quale operare - ci spiega Ferrari - una volta presentato dai vari esponenti delle categorie ai loro associati, una volta approvato, si passerà alla seconda fase per mettere in cantiere i progetti di promozione veri e propri». Ne sono arrivati una settantina sui vari Tavoli, di diverso spessore, alcune semplici proposte, altri progetti più strutturati, si spazia dal campo turistico a quello musicale, culturale.
I Tavoli (di cui Libertà ha anticipato alcuni progetti) hanno lavorato in modo indipendente, c'è quello della Comunicazione che li servirà un po' tutti, quelli del Pomodoro, Imprese e internazionalizzazione, Sport giovani e centro storico, Cultura e turismo, Comunità scientifiche e formazione.
Dunque, riprendendo il filo di un percorso, nei prossimi dieci giorni si raccoglieranno suggerimenti su quanto proposto da Ferrari, fra cui c'è anche l'affidamento operativo a un soggetto preciso - sul quale non trapelano indiscrezioni - che gestirà la governance di tutto il meccanismo. Chi sarà? Così Ferrari: «Non può farlo Ats, dovrebbe assumere persone e competenze per poi smantellare la struttura, meglio trovare questo servizio fuori da qualcuno che lo fa di mestiere, abbiamo delle idee, non sono tantissimi i soggetti che possono garantircelo, ma qualcuno c'è». Patrizia Soffientini LIBERTA' 15/02/2014
Verso un marchio promozionale unico. E nasce lo strumento della Dmo. «Siamo il solo territorio che ha coinvolto tutti». Come si va avanti adesso? I sei Tavoli di lavoro rimangono attivi e controlleranno anche la costruzione dei pacchetti turistici piacentini su piattaforma web. Nessuno li ha mai veramente fatti, ci voleva l'Expo per dare una mossa alla capacità di accoglienza della nostra provincia. Lo strumento che darà gambe e muscoli a tutto questo si chiama Dmo, acronimo per (Destination management organization) un sistema di servizi e di risorse coinvolte nello sviluppo e nel governo dell'offerta turistica integrata di un contesto territoriale specifico, per esaltarne le caratteristiche identitarie e di differenza competitiva. In parole povere, la Dmo è spesso una società pubblico-privata che si occupa di promuovere, commercializzare e gestire i flussi turistici di una certa destinazione, coinvolgendo gli attori operanti sul territorio (aziende anche non turistiche, istituzioni, associazioni, persone). Detto ciò, Ferrari ieri all'Università Cattolica ha spiegato anche alcuni passaggi temporali, per definire le priorità da affrontare nei prossimi 60 giorni, poi nei successivi 120 giorni. Fra le urgenze c'è la creazione - il tema però è aperto - di un marchio, un "brand" unico per il territorio piacentino: «Ci stiamo ragionando». Non c'è solo il tema del turismo e dell'accoglienza. Si sta lavorando attivamente, fra i vari Tavoli, anche sull'internazionalizzazione seguita da Luca Groppi di Confindustria, vale a dire sulla possibilità di intercettare e portare a Piacenza operatori economici da altri Paesi. Si pensa anche a fare di Piacenza un Hub convegnistico, per ospitare seminari, assemblee e in questi contesti rilanciare visite alla provincia, ai castelli («Sono meccanismi che si devono attivare con molta rapidità, perché i convegni si organizzano un anno per l'altro»). Insomma, la carne al fuoco è tanta. Fra i progetti - tutti ancora in corsa - si stanno valutando quelli a dimensione di Expo, meno localistici, comunque lo spazio temporale da gestire durante il semestre Expo è notevole. «Abbiamo 24 settimane e ognuna va resa interessante con eventi e qualche offerta» avverte Ferrari. Fanno passi avanti anche idee belle come quella di affidare al regista Marco Bellocchio (già contattato) un mediometraggio sull'acqua, partendo dalla Valtrebbia. Con Bellocchio - che ha dimensione internazionale - si vola alto e c'è chi accarezza l'idea di chiedere i costumi ad Armani, però difficile da coinvolgere. Il clima generale dell'incontro? Buono e collaborativo. «Non mi risulta che ci siano altri territori che coinvolgano una comunità pubblico-privata così ampia - commenta Ferrari - in altre realtà ci sono solo tre o quattro soggetti che decidono fra loro, qui si sta facendo sistema». Per una volta.
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