«Che il mercato non torni più qui». La telenovela senza fine del mercato cittadino si arricchisce di una nuova puntata: ieri mattina, all'alba, è comparso su un cartello all'angolo tra via Pace e Piazza Duomo (cartello del Comune, che avverte del temporaneo trasloco dei banchi dell'area causa cantiere di via Scalabrini) una missiva dai contenuti inoppugnabili: che bello è stare da queste parti senza l'intralcio degli ambulanti, il succo del discorso messo nero su bianco, con toni sempre educati ma fermi, da un ignoto (o ignoti).
Scoprire il mittente della lettera, andando per i banchi un sabato mattina pieno di vento e di sole ma soprattutto di voglia di vacanze, è impresa tanto vana quanto inutile.
Nessuno, fra chi abita nei dintorni o gli stessi ambulanti, se la sente di sbilanciarsi su chi abbia scritto e affisso il volantino. Il primo pensiero, dati i contenuti, sarebbe immaginare che l'autore sia un residente. Ma niente è scontato, in questo tortuoso cammino, pieno di scivoloni e di insospettabili salite, che è la vita del mercato più famoso e amato (nonostante tutto) di Piacenza.
Marco Messori, referente del Comitato Nuove prospettive mercatali (che assomma circa 160 operatori), più di tanto non se la sente di avventurarsi in ipotesi sugli autori. Anche se poi sì, ammette che «un messaggio del genere fa pensare a residenti», ma anche che questo volantino indica la stessa direzione che anche Messori e compagni vorrebbero battere, «dimostrando che una razionalizzazione del mercato è necessaria». Fortemente criticato da molti degli ambulanti l'attuale assetto mercatale definitosi dopo l'ultimo temporaneo trasloco sul Facsal causa lavori di via Scalabrini (oltre ad una nuova raccolta di firme con cui una trentina di ambulanti, in autonomia e fuori da qualsiasi associazione o sigla) hanno chiesto al Comune il trasferimento in blocco di tutti sul Facsal fino al termine del cantiere): «E' stato uno spostamento del tutto sbilanciato: qui in Duomo siamo rimasti senza calzature, pelletteria, accessori, tutti sul Pubblico Passeggio», denuncia Messori.
«La città ci dica cosa vuole da noi - dà manforte un collega, Corrado Albertin - perchè se ci mandano sul Pubblico Passeggio è già pronta una voce a levarsi contro. Ora anche qui, all'ombra del Duomo, si fa sentire qualcuno, ignoriamo chi sia, che preferirebbe stare senza banchi. A questo punto la città dica chiaramente cosa vuol fare del mercato».
Ed il volantino intanto dice la sua: «Sono decenni che i residenti chiedono di spostare il mercato da via Pace e dai Chiostri. Ora anche i commercianti l'hanno capito: guadagnano di più». Morale, «speriamo che il mercato non torni più qui». Ovviamente nulla di tutto ciò potrà accadere.
Primo perchè c'è una mozione del Consiglio per tenerlo in centro, secondo perchè l'Amministrazione comunale, con l'assessore Katia Tarasconi, ha più volte confermato che il rientro dei banchi dal Pubblico Passeggio è cosa certa. Anche se l'ultimo intoppo è di pochi giorni fa: il cantiere per il restauro del lato sud della Cattedrale costringerà ad un cambio temporaneo di sede una decina di banchi fino alla fine di dicembre. Dove finiranno lo dirà a breve il Comune. Simona Segalini LIBERTA' 25/07/2010
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