Vaciago: da Parma e Bologna veti su Piacenza
Giacomo Vaciago non ha dubbi, l'università è un patrimonio per Piacenza, indiscutibile.
La città non deve dividersi nel sostenerla e soprattutto non cadere nelle trappole tese da chi guarda con un misto di invidia e preoccupazione allo sviluppo del nostro polo accademico.
Le invidie, tanto per non fare nomi, di Parma e Bologna, dove si teme che un po' del prestigio dei loro storici atenei possa venire appannato dalla crescita dell'università piacentina.
L'ex sindaco dà questa lettura delle ruggini di questi giorni lungo la via Emilia in tema di istituzioni accademiche. «Purtroppo anche in Emilia-Romagna c'è un po' di invidia. Noi in questi anni abbiamo avuto la fortuna di essere scelti come sede da una realtà di altissimo rango come il Politecnico di Milano e questo ha dato parecchio fastidio a Parma e a Bologna. Figurarsi lo smacco per due università che hanno entrambe degli ingegneri per rettori!».
Un po' scherza l'economista della Cattolica (oggi consigliere comunale della Margherita), ma solo un po': davvero addebita all'ostilità degli altri atenei emiliani il difficile rapporto tra il polo piacentino e la Regione culminato nell'istituzione della conferenza tra università, con i piacentini ammessi da semplici “invitati”. «Fanno finta che il Politecnico da noi non ci sia, aggrappandosi al fatto che del suo insediamento non è stato investito un comitato regionale. Ma una realtà come il Politecnico ha una sua autonomia, non esageriamo con i comitati regionali. Non è bello pensare a università regionali, l'università ha un valore nazionale, se non internazionale. Qui si scade in un provincialismo accademico che francamente non capisco».
Vaciago si indigna, ma senza vittimismi: «Non dobbiamo farci fregare da Parma e Bologna in un gioco al ribasso. Piacenza non deve accettare veti sui suoi atenei, ma rimboccarsi ancora di più le maniche per promuoverne lo sviluppo».
C'è il consorzio tra Politecnico e Cattolica da far partire, l'ex sindaco coglie con favore i segnali positivi giunti da Giuseppe Molinari, direttore generale del Politecnico.
Due le priorità dell'istituendo consorzio: nuovi servizi agli studenti e il trasferimento di sapere alle imprese. Sul primo fronte c'è da far decollare il progetto “collegio di Piacenza”, di cui proprio Vaciago, su delega del sindaco Roberto Reggi, è il principale curatore. L'obiettivo è la realizzazione di residenze universitarie nei conventi della città che sono sempre più vuoti e inutilizzati. Ma non solo di alloggi si tratta: «Con l'accordo del vescovo Luciano Monari, stiamo studiando una mensa universitaria nel seminario di via Scalabrini». Quanto al secondo punto, occorre lavorare sul trasferimento di tecnologie dalle università al mondo delle imprese: «Pensiamo a che cosa ha significato per la nostra industria agro-alimentare la presenza di Agraria a Piacenza. Così ora vanno sfruttate le altre facoltà, a partire da quelle di ingegneria con le opportunità che si apriranno anche grazie all'ampliamento del polo logistico».
Avanti a investire nel polo universitario, esorta Vaciago, perché «la fortuna di una città oggi sono i legami con il resto del mondo» e in questo senso niente funziona meglio delle realtà accademiche.
Saggia la politica delle ultime amministrazioni comunali che hanno scommesso sull'università «senza dividersi in sterili polemiche». È così che si deve continuare, e se il Politecnico chiede più spazi per le proprie attività, l'appello non deve cadere nel vuoto, secondo l'ex sindaco: «Come ampliamento della sede dell'ex caserma della Neve si era prevista una parte dell'ex macello, ma non basta, occorre mettere a disposizione tutta l'area modificando in tal senso una passata delibera del consiglio comunale». Gustavo Roccella
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