Il prof. Rizzi: serve un progetto unitario, ripartiamo dal comitato strategico.
«Una stima approssimativa di quanto può aver ricavato Piacenza dall'Adunata? Non si esagera a dire 40milioni di euro. Se sono stati presenti nei tre giorni almeno 400mila persone mediamente possono aver speso almeno circa 100 euro a testa. Una cifra che arriva allo 0,5% per cento del Pil. Ma è solo un'approssimazione. Una cosa è certa: è stata un'occasione per promuovere l'immagine di Piacenza attraverso una ribalta mai vista prima. Ora non disperdiamo il patrimonio».
Il professor Paolo Rizzi, direttore del Laboratorio di economia locale della Cattolica lancia il messaggio chiaro alle istituzioni: unitevi intorno a progetti per tratteggiare un futuro turistico per Piacenza. Per questo occorre mettere in pista una "squadra" con tutti i protagonisti istituzionali: dal Comune alla Provincia alla Camera di Commercio, fino alla Fondazione. «E' necessario - dice ancora Rizzi - che la Fondazione si coordini con il territorio, è il nostro tesoro, però fino ad oggi è andata avanti da sola». Non andare in ordine sparso ma quale strumento di raccordo? «Perché non il Comitato strategico di "Vision 2020" un po' dimenticato nel cassetto? » E la strada, secondo Rizzi, dovrebbe essere quella di non lasciare cadere quanto avvenuto con l'Adunata, «ma di fare un follow up continuo dell'evento».
Ora l'obiettivo sarà il 2015 con Expo. Ma attenzione - avverte Rizzi - inutile convocare un tavolo al buio. Ci si deve unire per mettere a punto una visione collettiva e l'Adunata deve restare sullo sfondo a dimostrazione di una capacità di operare e di fare accoglienza, soprattutto non si devono disperdere i contatti stabiliti in occasione di questo grande evento.
L'assessore provinciale Maurizio Parma parte da Expo 2015 per dire «Si preannuncia una grande festa quotidiana spalmata su sei mesi. Teniamo conto che quotidianamente è previsto a Milano il passaggio di migliaia di persone (tra 150 e 200mila) e se l'Adunata degli alpini a Piacenza ha significato una ricaduta forte sulle città limitrofe da Cremona a Pavia a Parma a Cremona, Expo dovrebbe avere ricadute anche sul Piacentino. Indubbiamente l'Adunata è stata una vetrina eccezionale. Molte persone hanno avuto l'opportunità di conoscere da vicino il nostro territorio ed è certo che molti torneranno. Sono covinto che si sia data dimostrazione di credere nelle potenzialità di questa iniziativa e il territorio ne è stato ripagato. Come dire che, quando vuole, Piacenza c'è».
«Unendo le forze siamo riusciti a ottenere un risultato eccezionale - segnala Tiziana Albasi, assessore comunale al Turismo. Bisogna continuare a lavorare in rete per unificare progettualità utili al territorio e intendo l'intero territorio provinciale non solo della città. Credo che le persone che ci hanno visitato in questi giorni abbiano visto da vicino quello che possiamo offrire, a prescindere dagli eventi organizzati, ma partendo dal nostro potenziale patrimonio di beni culturali. Partiamo da qui».
«Migliaia di persone sono passate da noi - dice Carla Gazzola del Cts - con le richieste più svariate. Dagli orari dei treni a informazioni su dove mangiare o dormire. Incuriositi della città ai più sconosciuta. In molti ci hanno chiesto di poter visitare il Gotico e, per quanto possibile abbiamo organizzato visite guidate. Una cosa è certa - aggiunge Gazzola - se siamo pronti e attrezzati ad offrire proposte alle persone che arrivano a Piacenza, tutto funziona e fila liscio». E i piacentini, anche per contagio, forse hanno scoperto di avere intorno una città che può essere apprezzata all'esterno. «Il segreto - dice ancora Carla Gazzola - è proporre una città aperta. Nel vero senso della parola, il panettiere, il macellaio... c'è da chiedersi perché non facciamo un po' più spesso di queste cose. E' pur vero che siamo in un momento di crisi, però se l'offerta c'è arriva anche la risposta... ». Come dire da cosa nasce cosa». Antonella Lenti LIBERTA' del 14/05/2013
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