Primo sì al Dpef: manovra da 24 miliardi, priorità al calo del debito, avanti con le dismissioni
IL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA DPEF, VIA LIBERA ALLE LINEE GUIDA Il Consiglio dei ministri ha dato l' ok alle linee guida del Documento per la programmazione economica e finanziaria 2005-2008. A settembre arriverà il documento vero e proprio e la legge finanziaria con le misure sulle spese. Giovedì la Camera aveva dato al governo la fiducia sul decreto taglia-spese. FISCO PIU' LEGGERO NEL 2005 E 2006 Si conferma l' obiettivo della riduzione fiscale. L' operazione, si legge nel documento, comporterà una «riduzione delle imposte completamente coperta, pari a un punto di pil», ma spalmata su «due anni», 2005 e 2006. Gli interventi dovrebbero comportare alleggerimenti per le persone fisiche e per le imprese. PRIVATIZZAZIONI E IMMOBILI PUBBLICI Per raggiungere l' obiettivo nel 2007 della riduzione del debito, dal 106% al 100%, sono previste dismissioni per circa 25 miliardi l' anno, anche immobiliari. «E' ovvio che nelle operazioni più immediate vanno comprese delle privatizzazioni cospicue», ha detto il sottosegretario all' Economia Giuseppe Vegas. LE TAPPE DELLA MANOVRA Oltre ai 24 miliardi movimentati nel 2005, si prevedono manovre da 13,7 miliardi per il 2006, da 7,3 per il 2007 e da 6 per il 2008. In tutti e tre i casi si tratta di misure strutturali. A partire dal 2006 le manovre correttive del governo non includeranno più misure una tantum.
I NUMERI del DPEF 2005-2008
2,7% DEFICIT-PIL Il Dpef conferma un rapporto deficit-Pil tendenziale pari al 4,4%, che con la manovra da 24 miliardi scenderebbe al 2,7%, quindi al di sotto del tetto del 3% previsto dai parametri di Maastricht 24 miliardi LA FINANZIARIA La manovra definita nelle grandi linee del Documento di programmazione economica fissate ieri avrà un ammontare di 24 miliardi di euro, 17 verranno da misure strutturali e 7 miliardi da una tantum. 2,1% LA CRESCITA E' pari al 2,1% la crescita programmatica del Prodotto interno lordo nel 2005 stabilita dalle linee guida del Dpef approvate dal governo. L' aumento tendenziale del Pil è invece indicata all' 1,9% 12 miliardi TAGLI ALLE TASSE L' attuazione del secondo modulo della riforma fiscale viene confermato. Ma si procederà a un taglio completamente coperto, che riguarderà l' Ire e l' Irap, pari a circa 1 punto del Pil, per circa 12 miliardi in due anni.
Primo via libera del Consiglio dei ministri alle grandi linee del Dpef 2005-2008, la manovra di politica economica per i prossimi anni presentata dal neo ministro Domenico Siniscalco, che interpreta il rigore come la base su cui costruire lo sviluppo. Non a caso la prima parola del titolo del documento di 18 cartelle illustrato ieri dal ministro a Palazzo Chigi è la «credibilità», premessa ad «una strategia di sviluppo». La manovra 2005, per portare il deficit dal 4,4% al 2,7% del prodotto interno lordo, è confermata in 24 miliardi, ai quali dovranno sommarsi altri 25 miliardi di interventi sul fronte patrimoniale per la riduzione del debito pubblico, da portare al 100% del pil nel 2007. Confermata anche la spalmatura in un biennio, tra il 2005 e il 2006, degli sgravi fiscali per 12-13 miliardi promessi da Silvio Berlusconi, che saranno «interamente coperti» da tagli di spesa e concentrati sull' Irap per le imprese e l' Ire (l' ex Irpef). Considerati i margini esigui che ci sono sul prossimo anno l' intervento più consistente arriverà nel 2006, ma è proprio sulla credibilità del progetto che il governo oggi punta per dare l' attesa scossa all' economia, anticipandola nel frattempo con «liberalizzazioni» e «investimenti sull' innovazione e la competitività», come si legge nel documento, «capaci di creare occupazione ed alzare il potenziale di crescita». Oggi stesso il documento di Siniscalco sarà illustrato agli enti locali, mentre per lunedì sera sono attese a Palazzo Chigi le parti sociali. La composizione della manovra 2005, 17 miliardi di misure strutturali e 7 di una tantum, verrà definita nel dettaglio solo dopo. Tra le componenti strutturali, però, ci sarà sicuramente la trasformazione degli incentivi in conto capitale (e a fondo perduto) concessi alle imprese, oggi pari a circa 8-9 miliardi l' anno, in contributi in conto interesse. È prevista la creazione di un fondo da 5 miliardi annui, che usati per abbattere il costo del finanziamento potrebbero attivare un volume molto superiore di prestiti agevolatissimi e a lungo termine alle imprese, da destinare alla ricerca e all' innovazione. Altri risparmi strutturali deriveranno da un ulteriore taglio alla spesa pubblica corrente (ministeri e Consip) e da una stretta sulle pensioni di invalidità. I 7 miliardi di una tantum arriveranno dalle dismissioni immobiliari, proseguendo nella vendita e riaffitto degli uffici governativi che partirà in quest' ultimo scorcio del 2004. Accanto a queste misure, che impatteranno sul deficit, ce ne saranno altre (25 miliardi l' anno), per ridurre il debito. In quel caso si ricorrerà pure alle privatizzazioni, ma è verosimile che proseguirà anche l' opera di disintermediazione dello Stato centrale avviata con l' uscita della Cassa Depositi e Prestiti dai confini della Pubblica amministrazione. Spostando così un parte del debito, oggi pubblico, sul mercato. Guadagnata la zona di sicurezza nel 2005, anno che segnerà la fine delle una tantum, lo sforzo si ridurrà progressivamente, anche grazie a una ripresa della crescita (+2,1% nel 2005, 2,2 nel 2006, 2,3 nel 2007-2008). Per il 2006 il Dpef indica in 13,7 miliardi di euro l' intervento necessario (deficit al 2,2%), mentre nel 2007 e nel 2008 ne sono già in programma altri due da 7,3 e 6 miliardi (con il deficit, rispettivamente, all' 1,7 e all' 1,2). Un totale di 53 miliardi. Nel frattempo l' avanzo primario, saldo tra entrate e uscite al netto della spesa per gli interessi, tornerà a crescere (fino al 4,8% nel 2008) mettendo il bilancio al riparo dal rischio tassi.
|