Vaciago chiede grandi progetti, a partire dal Palazzo degli uffici
La qualità urbana di Piacenza? Siamo messi male. «Condizioni penose, c'è da vergognarsi», secondo l'ex sindaco Giacomo Vaciago, oggi consigliere comunale della Margherita. Ci vuole un cambio di rotta forte, di quelli in grado, in un po' di anni, di far passare Piacenza da anonimo centro di provincia a città-modello per una serie di buone ragioni. A partire dal nuovo Palazzo degli uffici comunali che l'amministrazione intende costruire nell'ex area Unicem della Farnesiana. Per questo chiede che a realizzare il progetto siano architetti di primo piano: «Frank Gehry, perché no?» si domanda mettendo sul tavolo uno dei nomi più prestigiosi sulla ribalta internazionale. Insomma, «bisogna scegliere tra i tre, quattro migliori nomi al mondo in modo che da tutte le parti vengano a Piacenza per vedere che cosa siamo stati capaci di fare».
L'esempio di Bilbao L'esempio da seguire è Bilbao, in Spagna, dove è stato costruito un museo che richiama visitatori da ogni parte del mondo. Ma per opere del genere ci vogliono progettisti di rango: «Non lasciamoci fregare dai nostri piccoli professionisti, non sono cose da affidare a qualche geometra scelto dalla Piacenza 74 (una delle cooperative edilizie che ha in carico la partita ex Unicem, ndr). Non servono concorsi, si faccia una seduta di consiglio comunale interamente dedicata alla scelta di un architetto tra i “numeri uno” in circolazione».
Autocritica su Borgofaxhall Occorre «volare alto», quindi, «non imitare la mediocrità degli ultimi anni». Il ruvido riferimento è all'amministrazione Guidotti, ma Vaciago non si sottrae alle proprie responsabilità, quelle di quando era sindaco, dal '94 al '98. Fu lui a firmare la convenzione con i privati di “Piacenza centro” per la riqualificazione dell'area ex Sea-Sift, accanto alla stazione. E non si può dire che ne sia sortito un capolavoro: «A Stefano Pozzi (il titolare di “Piacenza centro”, ndr) avevo chiesto di far venire un grande architetto. Borgofaxhall, invece, è stata una promessa tradita, ci voleva più qualità, anche se è stato sempre meglio che non fare nulla».
Ma come sono bravi a Lodi Dunque, progetti ambiziosi per la qualità urbana di Piacenza: «Pensare in grande non è proibito. Lodi ci sta bagnando il naso: l'auditorium di Renzo Piano, appena inaugurato con il concerto di Accardo, è uno splendore. E noi che cosa gli contrapponiamo? Porta Borghetto, dove i miliardi dello Stato sono stati sprecati in squallidi abusi edilizi?».
Immigrati da integrare Vaciago è un fiume in piena, ma non c'è solo il capitolo urbanistico-architettonico in cima ai suoi pensieri di amministratore pubblico. Altra urgenza, ma pure questa non di brevissimo termine, l'integrazione degli extracomunitari. «Per capire la Piacenza con cui avremo a che fare nei prossimi tempi, basta guardare l'anagrafe: ogni anno nascono 500 piacentini in meno mentre abbiamo 500 immigrati in più. In un decennio saranno 5mila, sono fenomeni tutt'altro che trascurabili. Integrare, questa è la priorità. Se gli stranieri che arrivano sono dei bambini vanno a scuola e lì imparano a formarsi secondo le nostre regole. Ma se arriva un extracomunitario di 30 anni siamo attrezzati per integrarlo? Chi gli insegna quali sono le leggi e come rispettarle? Basta vedere in che modo guidano la macchina». L'ex sindaco ne è convinto: per evitare di essere disarmati di fronte a queste dinamiche sociali, occorre porsi il problema del nostro futuro in rapporto all'immigrazione ed elaborare risposte politiche efficaci; mentre lo giudica «un aspetto sinora sottovalutato a Piacenza».
La giunta va bene così com'è E' su questi temi che Vaciago punterà principalmente nella sua azione in consiglio comunale tra i banchi della maggioranza. Positivo il giudizio che complessivamente dà dell'operato della giunta, anche se, riconosce, «c'è stato bisogno di un comprensibile periodo di rodaggio». Dunque, nessuna necessità, a suo giudizio, di un ricambio di uomini nella squadra del sindaco Roberto Reggi. E' in consiglio comunale dove, semmai, ogni tanto qualcosa non funziona come dovrebbe: «Spero che ci siano meno perdite di tempo».
|