Urbani: Stato e Comune lavoreranno insieme
Piacenza Primogenita rialza la testa.
E si appresta a scrivere un nuovo capitolo di storia, questa volta sul buon uso, nel nostro Paese, dei beni demaniali di qualità artistica.
“Primogenita“ si chiamerà il progetto-pilota da esportazione che il ministro Giuliano Urbani, ieri in visita nella nostra città, ha fatto proprio. Servirà a far lavorare insieme ministero dei Beni culturali, enti locali, privati, con la disposizione collaborativa - e non ostativa, hanno commentato i più maliziosi - anzitutto delle soprintendenze.
Si comincia, da noi, con la rinascita dell'area dell'ex Ospedale Militare, già conosciuto da Urbani il cui padre, che fece la carriera militare, vi fu ricoverato.
E c'è il piano di riutilizzo dei conventi, il cosiddetto “Collegio Piacenza“, un parco potenziale di alloggi per dar casa ai tremila studenti universitari della nostra città. Per tali edifici super-tutelati (ma da adattare) si cerca una chiave di dialogo fattivo con le soprintendenze. Una novità: fondi in arrivo per le Mura Farnesiane: 613mila euro sono già stanziati. I denari serviranno a far ripartire i lavori della cinta muraria. Altri stanziamenti sono previsti sulle annualità a venire.
«E' nel Dna di Piacenza essere primogenita - ha commentato Urbani - ora si studia insieme il modo di promuovere il vostro grande patrimonio architettonico così da farne un uso migliore sotto tutti i profili, compreso quello di collaborazione economica fra enti locali e Stato. Molti palazzi pubblici corrono rischi di degrado, ma hanno opportunità di valorizzazioni economicamente valide all'interno del nostro primo obiettivo: la miglior conservazione possibile dei monumenti. Questo progetto vorremmo esportarlo in altre città».
Il gusto particolare della visita di Giuliano Urbani, portato a Piacenza da Giacomo Vaciago, che del ministro è consulente scientifico, risiede essenzialmente in un modo positivo di lavorare fra attori pubblici e privati, per far marciare cantieri fermi da anni, recuperi di palazzi storici.
Così dovrebbe accadere tramite il patrocinio ministeriale sul piano pubblico-privato di valorizzazione dell'ex Ospedale Militare (un terzo per la cultura, un terzo per il divertimento e un terzo per il commerciale).
E così potrebbe accadere per il Duomo, dove si vuol risistemare l'area presbiteriale più in armonia con lo spirito del Concilio Vaticano II, che avvicina l'officiante ai fedeli. Il soprintendente Elio Garzillo oppose uno “stop” alle proposte di un concorso di idee. Raggiunta la Cattedrale, Urbani - dopo aver attraversato per cento metri il mercato degli ambulanti - è stato accompagnato dal vescovo Luciano Monari. «Basta litigare con le Soprintendenze - sintetizza a margine Vaciago - quando si litiga si perde sempre, basta usare il metodo della “pagella“ che promuove o boccia un progetto. Soprintendenza, Comune, Stato finalmente troveranno un modo far squadra».
I particolari sono stati messi a fuoco nella Cappella del Caramosino, nell'incontro a porte chiuse tra il sindaco Roberto Reggi, Vaciago, gli assessori Francesco Cacciatore (Bilancio) e Stefano Pareti (Cultura), che hanno esternato le preoccupazioni sui lievitanti costi d'affitto del Farnese e la volontà di continuare a godere di condizioni di concessione a canone contenuto («il ministro è parso molto disponibile» sostiene Pareti).
«Sul progetto dei collegi ha mostrato interesse notevolissimo - dice Reggi - ci contiamo, anche sull'impegno della Soprintendenza a seguire le pratiche in modo condiviso. Urbani ci ha dato poi suggerimenti per trattare con il Demanio. L'impressione è molto positiva».
Presenti all'incontro, Alberto Spigaroli, presidente dell'Ente Farnese e Marcello Spigaroli che ha illustrato il progetto sul San Vincenzo, oltre a Sabina Ferrari, soprintendente per i beni architettonici dell'Emilia Occidentale. Pausa ristoratrice all'Antica Osteria del Teatro a base di tortelli al tartufo, e per Urbani ultima visita al Collegio Alberoni, non senza aver dedicato uno sguardo dall'auto al Bastione Borghetto. E a fine giornata un primo risultato tangibile: l'appuntamento a Roma per i nostri amministratori con il direttore dei beni culturali Roberto Cecchi. A tirare le fila.
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