Stabile il divario Pd-Pdl.
Nelle ultime settimane — e ancor più negli ultimi giorni — la distribuzione delle intenzioni di voto rilevata dai vari istituti di ricerca pare avere assunto un assetto relativamente stabile.
Vi sono, certo, differenze, talvolta rilevanti, tra istituto e istituto, specialmente, in relazione al momento in cui il sondaggio è stato effettuato. Ma, nel complesso, tutte le ricerche confermano che la coalizione guidata da Berlusconi continua a conquistare la maggioranza relativa, attestandosi attorno al 44-46%. E che quella condotta da Veltroni goda approssimativamente del 36-38% dei consensi.
La distanza tra le due si può quindi stimare in circa l'8%.
In realtà, la differenza di voti (virtuali) tra Pdl e Pd è inferiore ed è pari a circa il 4-5%.
Contano molto dunque le forze con cui essi si sono alleati.
Conta, in particolare, la Lega che contribuisce a rafforzare significativamente la coalizione di centrodestra.
Se il voto «vero» del 13-14 aprile confermerà questi dati, la prevalenza del centrodestra alla Camera è largamente assicurata, grazie al premio di maggioranza che viene qui compu-tato, come si sa, a livello nazionale. Diversa è la situazione per il Senato ove lo stesso premio è calcolato per ciascuna regione. Qui l'esistenza di una solida maggioranza è incerta. Sia a causa della persistente indeterminatezza del voto ai partiti in certe regioni (ad esempio il Lazio), sia, in alcune di esse, per l'incognita sul raggiungimento della soglia dell'8% per le forze concorrenti a quelle maggiori, in particolare, l'Unione di Centro e la Sinistra l'Arcobaleno. Infatti, il conseguimento dell'8% per l'una o per l'altra sottrarrebbe un numero consistente di senatori al Pd o al Pdl aumentando le incognite sulla distribuzione dei seggi in Senato. E' specialmente per questo motivo che Berlusconi e Veltroni continuano a perorare la causa del «voto utile » — destinato cioè ai partiti maggiori e non «disperso » verso le forze più piccole — specie al Senato. Peraltro, questa richiesta sembrerebbe essere accolta dalla maggior parte (ma non da tutti) dei loro elettori. Un recente sondaggio ha mostrato infatti come il 60% degli italiani sia favorevole alla pratica del «voto utile».
Ma la situazione potrebbe modificarsi anche, sensibilmente, nelle prossime settimane che sono quelle decisive e quelle in cui, solitamente, i leader avanzano le promesse più impegnative, tentando di convincere i tanti elettori che decidono all'ultimo minuto. Molti dei quali sono addirittura in bilico tra l'una e l'altra coalizione: grossomodo il 16% dell'elettorato dichiara infatti di «prendere in considerazione» al tempo stesso forze appartenenti al centrodestra e al centrosinistra. La persuasione degli indecisi spetterà particolarmente a Veltroni. E' nel centrosinistra, infatti, che si trovano in misura relativamente maggiore gli elettori che non hanno ancora deciso di riconfermare il voto dato nel 2006
Renato Mannheimer 22 marzo 2008
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