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«La comandante Boemi ha risarcito il Comune»
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La difesa: mille euro, questione di stile, ma neghiamo l'accusa
«Abbiamo risarcito il Comune con mille euro, il doppio del danno che avrebbe ricevuto dal presunto uso improprio dell'auto di servizio, che neghiamo fermamente, si è trattato semplicemente di una questione di stile». A parlare è l'avvocato Paolo Fiori, difensore di Elsa Boemi, comandante della polizia municipale rinviata a giudizio con l'accusa di peculato.
Secondo la procura avrebbe infatti utilizzato un'auto dei vigili senza le insegne del Corpo per raggiungere la sua abitazione a Brescia e tornare a Piacenza. E ne avrebbe fatto un uso improprio per due mesi. Lei ha sempre negato sostenendo di essere autorizzata dal Comune e che comunque l'uso dell'auto era in relazione ai suoi incarichi in merito alla protezione civile. Ieri la vicenda è approdata in tribunale davanti ai giudici Marina Marchetti, Monica Fagnoni ed Elena Stoppini. Pubblico ministero era Antonio Colonna.
A sfilare davanti ai giudici sono stati anzitutto i dirigenti della squadra mobile Stefano Vernelli e il suo vice Roberto Berardo. Hanno spiegato che l'indagine è nata da una segnalazione non anonima e che dopo un appostamento nei pressi di via Rogerio era stata notata Elsa Boemi a bordo della Fiat Stilo senza insegne della Polizia Municipale allontanarsi dal comando. A quel punto era stata seguita fino a quando aveva raggiunto Brescia e parcheggiato l'auto nei pressi della sua abitazione. A quel punto erano scattati una serie di accertamenti che avevano compreso l'acquisizione dei dati relativi al telepass in dotazione all'auto e la richiesta al Comune di eventuali autorizzazioni all'uso della vettura. «Come mai - ha chiesto Fiori - avete continuato l'indagine anche dopo la risposta del sindaco Reggi in cui si diceva che la Boemi era autorizzata». «Ha deciso la procura di andare avanti - ha spiegato Vernelli - e noi abbiamo completato l'indagine». Sono stati dunque illustrati nei particolari tutte le varie fasi dell'inchiesta. L'avvocato Fiori ha anche domandato se nel periodo precedente all'indagine vi fossero state collaborazioni tra la questura e la Boemi. Vernelli ha risposto che la principale riguardava un'inchiesta nella quale era coinvolto un agente di polizia. E' poi emerso che la Fiat Stilo bianca era l'unica auto senza insegne in dotazione ai vigili, ma che in altre occasioni la polizia municipale aveva utilizzato auto del Comune e che in un'occasione la Boemi aveva anche messo a disposizione la sua vettura di famiglia.
Il vigile Giuseppe Nicoli ha riferito che la comandante non riferiva al corpo di guardia le sue uscite con l'auto senza insegne come invece avviene per ogni altra pattuglia dotata di vettura di servizio e che gli era stato detto come dell'uso autorizzato della vettura da parte del comandante fosse stato al corrente anche il direttore generale del Comune Massimo Gambardella.
Alessandro Bosoni, economo dell'Amministrazione, ha spiegato le modalità di acquisto del carburante e dei pagamenti telepass della vettura. Il prossimo 21 aprile sarà sentito come testimone sulla vicenda il sindaco Roberto Reggi.
Fulvio Ferrari LIBERTA' del 04/02/2011
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pubblicazione: 04/02/2011
Fiori e Boemi
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